Il nuovo imperativo del 2023: buttiamo un quarantennio di fake news sul Carnevale di Termini Imerese!
Quest’anno il Carnevale di Termini Imerese spegne 147 candeline e con orgoglio la manifestazione è da annoverare nell’albo dei carnevali storici, “senza se e senza ma”.
Nel 1876, Giuseppe Patiri, noto paletnologo e etnologo termitano, scrisse di suo pugno (la domenica di Carnevale addì 27 febbraio), una minuta, una sorta di proclama. Tale documento ci dà contezza dell’esistenza in quell’anno di un’associazione per la promozione e l’organizzazione del Carnevale di Termini Imerese.
Fin qui nulla da eccepire circa la reale vetustà della manifestazione carnascialesca, come nulla da obiettare circa le eventuali riserve o dubbi di ogni sorta.
Tuttavia, da circa 20 anni una serie di curiose iniziative hanno portato alla ribalta dei riflettori il Carnevale di Termini Imerese. Con la pretesa di etichettarlo “Il più antico di Sicilia”, senza peraltro fornire prove documentarie.
L’infondato slogan carnascialesco “Il più antico di Sicilia”, che ha rintronato le orecchie e i cervelli, dei termitani e non, per circa un quarantennio, ne ha certamente sminuito la sua genuinità, il suo tratto essenziale e tradizionale.
Ma quali sono state le tappe che portarono alla falsa nomea di “Carnevale più antico di Sicilia”?>
In realtà, la base di questa distorta “politica del turismo” di bassa lega, fu intrapresa in sordina, molto timidamente (peraltro, senza che qualcuno ne contestasse la fondatezza), agli inizi degli anni ottanta. In un crescendo esponenziale, mediante “speciali comunicati” inviati agli inconsapevoli conduttori dei vari mass-media ad elevato indice di ascolto e di lettura. La kermesse fu caldamente sostenuta con il contributo di vari enti, sia pubblici che privati.
Tuttavia, il vero “salto di qualità” avvenne nel 1997, in RAI, nel noto talk show “Uno Mattina Estate”, allorché i vertici della nostra amministrazione comunale, con seguito di una nutrita rappresentanza cittadina, nel decantare le magnificenze storico-folcloristiche della nostra splendida città, gettarono l’esca della solita solfa del “Carnevale più antico di Sicilia”. In quel contesto, il nostro primo cittadino affermò esplicitamente che l’ultra centenaria manifestazione imerese fosse da considerare “il Carnevale più antico di Sicilia”. Guardandosi bene di spiegare agli ascoltatori le eventuali prove a sostegno.
Poi, sul finire del 1997, furono fortunosamente scoperti dallo scrivente in casa del noto collezionista Francesco La Mantia, quattro ricevute di pagamento datate (1876), rilasciate dalla originaria “Società del Carnovale” a Giuseppe Patiri (1846-1917). Questo rinvenimento comprovò con assoluta certezza la più antica documentazione sul Carnevale termitano risalente alla seconda metà del XIX sec.
L’anno successivo, ovvero il giorno 11 febbraio 1998, il più antico certificato (gennaio-febbraio 1876)
fu reso noto al grande pubblico, per la prima volta in assoluto, durante il vernissage di un’esaustiva mostra dal titolo: “Un Carnevale antico”, curata dallo scrivente, patrocinatore l’allora presidente della Pro Loco di Termini Imerese, Gaetano Schifano. La rassegna, riunì un nutrito corpus documentario, costituito da: immagini fotografiche e filmati che abbracciarono ininterrottamente un lungo arco di tempo compreso fra il 1950 e il 1990. L’esposizione fu allestita presso i saloni del Circolo Margherita a Termini Imerese. Una rassegna delle immagini più rappresentative, facenti parte di questa mostra fu anche inserita nella successiva esposizione svoltasi nei locali del Museo Civico “Baldassare Romano” del 14-24 febbraio. La mostra, “Maschere e mascheramenti in Sicilia dal ‘600 ad oggi”, fu fortemente voluta e magistralmente curata dalla professoressa Rosa Maria Dentici Buccellato, allora Assessore alla Cultura del Comune di Termini Imerese.
Il 13 aprile del 2007 è la data “storica” per il Carnevale di Termini Imerese: l’inclusione nell’elenco del “Registro delle Eredità Immateriali”.
In seguito, un’altra fresca novità. Infatti, per l’edizione 2012, venne presentato ufficialmente l’inno del Carnevale Termitano a cura di Mario Incudine.
Il 4 febbraio del 2013, le Poste Italiane emettevano sul territorio nazionale il francobollo ordinario relativo al Carnevale di Termini Imerese.
Tuttavia da segnalare una nota dolente: nel bollettino illustrativo o ministeriale di Poste Italiane, curato dal primo cittadino, venne omesso ogni riferimento riguardante al ruolo dello storico Giuseppe Patiri. Fatta eccezione la sola nota relativa al certificato di pagamento datato 1876. Un’occasione mancata per evidenziare ai collezionisti e non, la figura del paletnologo ed etnologo che fu referente ufficiale a Termini Imerese di Giuseppe Pitrè, esimio etnologo palermitano. Poi, nel giugno del 2016 venne pubblicato da Vincenzo Giompaolo “Carnevale in Sicilia”, e nella sezione riguardante il carnevale termitano un’apologia della presunta “origine” napoletana della manifestazione carnascialesca ed altre amenità propinate all’ignaro studioso che, ingenuamente, le ha prese per oro colato.
Nel 2017, un altro “passo avanti” nella réclame della manifestazione carnascialesca: la nascita del sito web a promozione del Carnevale cittadino.
Nel 2000, ennesimo collegamento in TV con il canale nazionale di RAI 2, con il rotocalco “La Vita in Diretta”, dove il Carnevale di Termini Imerese venne smerciato ancora una volta per “Il più antico di Sicilia”.
Infine, negli anni successivi si sono aggiunte altre particolarità: il gemellaggio tra gli organizzatori dei Carnevali di Termini Imerese e Trabia (il più giovane carnevale di Sicilia, nato nel 2014). Le conferenze, i servizi televisivi (dirette e in differita), atte a promuovere tale manifestazione, e a cui si sono affiancate le elaborazioni di tesi di laurea, di ambito etnoantropologico.
Non aggiungo altro, solamente mi chiedo se non sarebbe il caso, proprio ora, di riappropriarsi del nostro passato, buttando via tutte le stantie fake news, mantenendo e tramandando alle future generazioni il vero, non le adulterazioni, visto che Termini Imerese ha una storia millenaria da potere raccontare e documentare.
Bibliografia e sitografia
Giuseppe Navarra, Termini com’era GASM, 352 pp. 2000.
Giuseppe Longo 2018, Il binomio Palermo-Termini, tra porte civiche, manifestazioni carnascialesche e “gustose” leggende metropolitane, Cefalunews, 22 dicembre.
G. Longo 2019, La rivincita della “vera” storia del Carnevale Termitano, Cefalunews, 19 gennaio.
G. Longo 2019, Riflessioni sulla festa carnascialesca di Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo, Cefalunews, 4 febbraio.
G. Longo, Il centesimo anniversario della morte di Giuseppe Patiri (1917-2017), Sicil-Post Magazine – Rivista della Associazione Nazionale di Storia Postale Siciliana (A.S.P.S.) Anno XX – n. 40 -Dicembre 2019 p. 9.
Giuseppe Longo 2020, Il francobollo dedicato al Carnevale di Termini Imerese e Giuseppe Patiri totalmente dimenticato, Cefalunews, 22 agosto.
Gius. Longo 2022, I quattro giovedì che precedono il Carnevale: ovvero i quattro “joviri” nel racconto di Giuseppe Pitrè, Cefalunews, 12 gennaio.
Giu.ppe Longo 2022, Il Carnevale di Palermo del 1774 e le reminiscenze carnascialesche cittadine del 1931, Cefalunews, 12 febbraio.
Longo 2022, Palermo 1931. I Nanni di Carnevale arrivano ai Quattro Canti, Cefalùnews, 16 febbraio.
G.ppe Longo 2022, La Società del Carnevale di Palermo e il gran pranzo di beneficenza al Politeama Municipale, Cefalunews, 19 febbraio 2022.
G.ppe Longo 2022, Giuseppe Patiri: esempio elevato d’amor patrio e ‘secura’ signorilità di Termini Imerese, Cefalunews, 13 dicembre.
Foto a corredo dell’articolo: Carnevale di Termini Imerese (PA) XX secolo.
Giuseppe Longo