Torino: al circolo ufficiali due momenti per celebrare la Giornata internazionale della donna

Torino: al circolo ufficiali due momenti per celebrare la Giornata internazionale della donna. “Vissi d’arte, vissi d’amore” e “I tacchi di una donna raccontano”.

In una società evoluta non dovrebbe essere necessario celebrare questa ricorrenza, come sostengono diversi intellettuali e tante persone comuni, ma purtroppo nel presente è ancora importante ricordare il valore e i molteplici ruoli della donna. Comunque sabato 11 /03/23 a Torino, al Circolo degli Ufficiali, alle ore 18:00 ha avuto inizio un interessante ed intenso concerto spettacolo su quattro celebri artiste, ideato e proposto da Sara Pelliccia.

Le donne, di cui si è parlato, sono Clara Schumann, Alda Merini, Frida Kahlo e Maria Callas: quattro figure simboliche, lontane fra loro come personalità ed anche come ambiente culturale ed esperienza intellettuale. Ciò che tuttavia ha unito queste protagoniste del Novecento ( una tedesca, la seconda milanese, l’ altra messicana e l’ultima statunitense di origine greca) è il forte carattere, il quale le  ha sostenute nel superare gravi problemi di salute  e notevoli  ostacoli alla loro realizzazione. Un altro elemento che le associa è la grande capacità di amare: queste artiste hanno vissuto delle profonde storie d’amore, completando così la loro percezione piena della vita.

Naturalmente ognuna di queste donne speciali ha avuto un proprio percorso esistenziale, dettato dal momento storico contingente e dal proprio talento. Clara Schumann ci trasporta nell’Ottocento, in pieno Romanticismo: fu una pianista molto precoce, s’innamorò fortemente e sposò giovane il compositore tedesco Robert Schumann, da cui ebbe otto figli. Conobbe il disagio della follia che colpì il marito, tanto che la pianista fu obbligata a suonare in concerti  e a lavorare come docente di pianoforte fino agli ultimi anni della sua età senile, per sostenere i figli.

La sua intensa storia ha ispirato anche il cinema con dei film significativi in passato e in tempi più recenti. Sara Pelliccia ha saputo ricostruire brevemente, ma in modo efficace la biografia di questa musicista, accompagnando il discorso con suoi brani o del marito, o di Chopin: possiamo qui ricordare le “Scene Infantili” op. 15 n. 1 e il “Notturno” op. 6 n. 2 della stessa Clara, che fu anche una notevole compositrice. La bellezza di questo  spettacolo è riscontrabile pure nella scelta stilistica di descrivere con tratti essenziali la vita di quattro icone dell’arte, ricreando con la musica la loro realtà interiore ed esteriore.

Così la seconda donna è stata Alda Merini, la poetessa di cui le note di B. Bartok, D. Sostakovic, A. Scriabin e S. Prokofiev hanno sottolineato l’instabilità dell’animo. Infatti questo personaggio della nostra letteratura ebbe oltre venti ricoveri per la tragedia della malattia mentale, ma anche molti amanti. In lei c’era il bisogno dell’autenticità, purtroppo conobbe l’ inferno e il paradiso, senza però abbattersi mai, trasferendo nella sua poesia tutta l’ inquietudine della sua anima. “Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive…Quelle come me quando amano, amano per sempre./…vorrebbero cambiare,…amano troppo, pur sapendo che…” (Quelle come me). Anche la storia di Frida Kahlo ci coinvolge, poiché la pittrice messicana reagì alla grande sofferenza dopo il tragico incidente in pullman della sua adolescenza con la lettura, il disegno e i colori e poi con il suo  instancabile amore verso il pittore Diego Rivera.

Il suo stile pittorico innovativo è l’espressione di un animo che non tollerava le convenzioni sociali, di uno spirito forte ed indipendente; quindi Frida sembra anticipare le donne del secondo Novecento combattive e desiderose di uscire da schemi tradizionali. Peraltro lei manifestò il bisogno di libertà anche con rapporti extraconiugali, per reagire alla sofferenza dei tradimenti del marito, da cui divorziò, ma che poi risposò nel 1940 a San Francisco. La sua vita fu intrisa di impegno politico comunista e di pittura con elementi della tradizione messicana e con un surrealismo proprio; anche il cinema ha sfruttato la sua storia, ricavandone  due film e diversi documentari. Brani di E. Bosso e di L. Einaudi hanno fatto da sottofondo a questa terza biografia, seguita da quella di Maria Callas, la cui esistenza fu dedicata al canto con una carriera sempre in ascesa, fino a diventare una delle cantanti più celebri di ogni tempo: la“ Divina”.

Lei viene considerata un “soprano drammatico d’agilità”, per la sua sublime tecnica vocale perfezionata con anni di studi e di concerti in ogni parte del mondo. Ma la sua fragilità di donna, dopo il matrimonio con G.B. Meneghini, la portò a vivere una grande passione infelice per A. Onassis come le sue eroine e a farsi attrarre troppo dalla mondanità. A tutto ciò seguirà il suo declino come artista, pur rimanendo una figura intramontabile per la sua personalità unica nella lirica, anche dopo l’uscita di scena. Non potevano certo mancare le celebri arie di V. Bellini, di G. Bizet e di  G. Puccini con l’ eccellente tecnica e la personale interpretazione di Sara Pelliccia. Il pubblico ha seguito con interesse ed emozione questo concerto spettacolo e lo ha dimostrato con il ripetersi degli applausi. A questo punto, verso le ore 19:30, è stata presentata la mostra della fotografa Elisabetta Floccari: “ I tacchi di una donna raccontano”.

Le opere erano esposte negli spazi del Foyer e hanno colpito le persone presenti per la loro contemporaneità e per il soggetto: le protagoniste sono le scarpe con i tacchi alti delle donne, come oggetto non solo di seduzione, ma come espressione dell’interiorità. I quadri traggono spunto perlopiù da emozioni proprie della fotografa, ma anche da racconti esterni che le ispirano un’interessante scenografia. Elisabetta Floccari si definisce: ”Un’artista che utilizza la macchina fotografica come azione ultima che va a fissare un processo artistico-emotivo.”, distinguendosi così dal fotografo vero, che è un tecnico dello strumento. Ci siamo soffermate insieme su tre opere.

La prima, “Inseguimento artistico”, presenta la fontana della piazza  Colombo di Genova, sul cui bordo sono disposte tante scarpe con tacco alto di  forme e di colori differenti. L’ artista con questa scenografia voleva attirare l’ attenzione di un intellettuale, verso il quale provava un’ attrazione speciale. Il quadro “Il  caos intero piombò  in quell’ intelligenza”( il cui titolo riprende le parole di Ch. Baudelaire ) trae origine dalla stessa passione per un avvocato. I libri rappresentano lui, le scarpe sono il simbolo della donna, il cui pensiero è presente anche nel lavoro,  ostacolando l’uomo nel suo svolgimento: si verifica quindi un inseguimento mentale da parte di entrambi. Con l’opera “u. s.” la fotografa esprime il bisogno di interrompere una relazione amorosa tossica, come la sigaretta per il protagonista de “La coscienza di Zeno”, il celebre romanzo di I. Svevo.

La firma dell’ artista posta sulla cenere indica come si sente la donna in questo rapporto affettivo. Elisabetta Floccari sceglie la scarpa come soggetto dei suoi quadri, perché essa è un oggetto che aiuta a camminare, un elemento di protezione nella vita. Quindi le scarpe sono qualcosa di positivo, in quanto esse sostengono le donne  nel proseguire il cammino quotidiano, cosicché non vengono usate principalmente  nel loro significato sexy. Alla fotografa non piace la scelta delle scarpe rosse come simbolo della violenza sulla donna, anzi la Floccari è infastidita da ciò, perché la scarpa viene oggettivizzata, diventando la partenza per creare eventi e non  espressione di emozioni dell’ artista. Nel complesso guardare questa mostra con le tante varietà di forme e di colori di scarpe lascia una strana sensazione. In ognuno di noi infatti questo oggetto artistico risveglia una molteplicità di fantasie, a cui la drammatica realtà di parecchie donne del nostro tempo ci ha disabituati: possiamo ritrovare forse un po’ del nostro fluire spontaneo di tali impressioni nei quadri di questa interessante fotografa. (Giuseppina Vitale)

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