Se la Cina appare ancora oggi in crescita, questa è comunque rallentata anche ragionevolmente rispetto a circa due – tre decadi or sono, condizione che ha visto il colosso asiatico, fin dalla fine degli anni quaranta controllato dal Partito Comunista Cinese, interfacciarsi in varie politiche di espansione soprattutto commerciale potendo contare su una enorme estensione territoriale e manodopera a costi ragionevolmente limitati in principio, verso il 21° secolo che ha visto anche l’affermazione in settori fortemente tecnologici. Da oramai oltre un anno gli esperti internazionali hanno evidenziato una vera e propria crisi immobiliare in Cina che in qualche modo evidenzia alcune difficoltà di una nazione così influente.
Questo perchè l’enorme capacità demografica è da tempo “bloccata” in molti punti e questa è una delle cause del ristagnamento dello sviluppo immobililare.
Ma quali sono gli effetti per il resto del mondo? Cosa può cambiare concretamente per la Cina?
Crisi immobiliare in Cina: ecco cosa sta succedendo
In condizione di grande crescita anche immobiliare, che ha visto una netta forma di modernizzazione e quindi standard di vita più elevati, la Cina si trova da oramai diverso tempo a gestire una economia immobiliare che però da tempo si rivela inadeguata a coprire i costi , lo stato centrale sta avendo difficoltà a coprire i costi di gestione e di acquisto degli immobili di recente sviluppo ed abitazione, condizione che viene arcuita anche da costi medi immobiliari molto più elevati rispetto al passato.
Le politiche che hanno portato la Cina a diventare una delle principali realtà in espansione adesso stanno rallentando anche l’occupazione dei grossi investitori: molti privati cinesi infatti, nella misura di grandi società stanno vendendo i propri progetti e proprietà per coprire i costi oramai divenuti eccessivamente “sconvenienti” . Il problema non riguarda solo la Cina ma anche grandi realtà del mondo, ma è proprio in Oriente, con la Cina che è ovviamente sempre più influente, il contesto legato anche ad un crollo demografico utile (ossia una percentuale di popolazione attiva che è meno propensa ad investire e prosperare rispetto al passato), potrebbe portare ad una forma di crisi sistemica non solo inerente al contesto immobiliare. Un esempio calzante e recente è la grossa crisi del colosso Evergrande.
Sostanzialmente lo stato centrale è già oggi troppo impegnato a farsi carico dei costi di gestione di grosse proprietà immobiliari, e molti investitori stranieri come Europei ma anche sudcoreani e nipponici stanno “venendo meno”.
Condizione che porterà Pechino ad una forma di scelta non diretta ma una politica che dovrà diversificarsi tra una maggior chiusura verso l’esterno, oppure una minore influenza sul mercato immobiliare.