In occasione della 50.ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Trieste, il Santo Padre ha condiviso un discorso che esplora la condizione attuale della democrazia e l’importanza della partecipazione attiva dei cristiani nella società.
Rivolgendosi a illustri autorità, cardinali, vescovi e fedeli, il Papa ha offerto spunti di riflessione e incoraggiamento per il futuro.
Era presente una delegazione della Diocesi di Cefalù guidata da S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Marciante.
Il Papa ha iniziato il suo discorso con un ricordo personale legato a Trieste, evocando la memoria del nonno e la canzone “Il general Cadorna scrisse alla regina”. Questo aneddoto ha introdotto il tema delle Settimane Sociali, un’iniziativa nata nel 1907 grazie al Beato Giuseppe Toniolo, che ha contribuito a definire la democrazia come un ordinamento civile dove tutte le forze sociali cooperano per il bene comune, con particolare attenzione alle classi meno abbienti.
Il Papa ha sottolineato la crisi della democrazia contemporanea, evidenziando come questa condizione sia preoccupante per il bene dell’umanità.
Ha ricordato l’importanza dell’ordinamento democratico maturato in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie anche al contributo dei cattolici.
L’esperienza delle Settimane Sociali è stata fondamentale in questo processo, e il Papa ha esortato a trarre insegnamenti dal passato per costruire un futuro migliore.
Utilizzando l’immagine del cuore, il Papa ha descritto la democrazia attuale come un cuore ferito, afflitto dalla cultura dello scarto e dall’esclusione sociale. Ha richiamato l’importanza della partecipazione attiva e del superamento dell’indifferenza, definita come un “cancro della democrazia”. Citando Aldo Moro, ha ribadito che uno Stato democratico deve essere al servizio dell’uomo e promuovere la dignità e la libertà della persona umana.
Il Papa ha poi incoraggiato la partecipazione creativa per risanare il cuore della democrazia. Ha lodato iniziative come l’inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro e le comunità energetiche rinnovabili, sottolineando l’importanza di una politica partecipativa che prenda cura del bene comune. La fraternità e la solidarietà sono viste come fondamentali per rafforzare i legami sociali e promuovere un sogno collettivo per il futuro.
Infine, il Santo Padre ha ribadito il ruolo della Chiesa nel promuovere la speranza e nel contribuire alla costruzione del futuro. Ha esortato i cattolici a non accontentarsi di una fede marginale, ma a essere protagonisti nel dibattito pubblico, proponendo giustizia e pace. Ha invitato a coltivare la carità politica, che permette di affrontare le cause dei problemi sociali, e a formarsi per metterla in pratica.
Il Papa ha concluso il suo discorso con un appello alla preghiera e un augurio: essere artigiani di democrazia e testimoni contagiosi di partecipazione.
Questo impegno, ha detto, è essenziale per avviare processi di cambiamento e costruire un futuro basato sulla speranza e sulla solidarietà.