Cefalù ricorda il vescovo Emanuele Catarinicchia: 46 anni dall’elezione del “vescovo profeta”

Cefalù celebra oggi, 11 novembre 2024, l’anniversario di un evento che ha segnato profondamente la storia della comunità: l’elezione di Emanuele Catarinicchia a vescovo di Cefalù, avvenuta nel 1978. Era un sabato di novembre di 46 anni fa, un anno straordinario e ricco di eventi storici, quando la nomina del giovane e carismatico arciprete di Corleone fu accolta con entusiasmo dalla diocesi. La notizia arrivava dopo otto mesi di attesa, trascorsi dalla partenza del vescovo Salvatore Cassisa, e portava un volto nuovo e rivoluzionario a una diocesi che viveva l’inizio del suo boom turistico.

Catarinicchia era un pastore dal cuore grande, capace di coniugare fermezza e dolcezza, e per molti anni incarnò l’essenza stessa del rinnovamento. Il suo arrivo portò con sé un messaggio di apertura e comunione, pronto a trasformare il volto della Chiesa cefaludese e ad avvicinare il vescovo alla vita quotidiana della comunità.

Un vescovo vicino alla gente: l’eredità di Emanuele Catarinicchia

Fin dal suo arrivo, nel gennaio del 1979, il vescovo Catarinicchia mostrò il suo volto umano e inclusivo, abbandonando l’immagine del vescovo distante e isolato. Con gesti semplici e concreti, aprì le porte dell’episcopio alla comunità, costruendo un dialogo diretto e sincero con le persone. “Non voglio restare all’ombra del Duomo,” annunciò, “voglio camminare fra la gente”. E così fece: incontrava i giovani, ascoltava i parroci e si impegnava a conoscere a fondo le storie e le necessità della sua diocesi. Il suo episcopio divenne presto un punto di incontro per chiunque volesse parlare con lui, un luogo di ascolto e accoglienza dove la comunità trovava conforto, dialogo e anche amicizia.

Sotto la sua guida, la diocesi di Cefalù visse un momento di grande trasformazione. Catarinicchia spingeva per un rinnovamento conciliare: invitava le parrocchie a creare gruppi di catechesi e a coltivare una liturgia più vicina alla gente, con musica e canto che arricchissero le celebrazioni. Ma il suo impegno non si limitava alla chiesa; era anche un punto di riferimento per i più bisognosi, visitava i malati, incoraggiava l’aiuto ai poveri e, senza clamore, offriva sostegno economico a chi ne aveva bisogno. Il suo impegno per la giustizia e il dialogo sociale lo rese non solo un vescovo, ma anche una guida per tutti i cefaludesi.

Un vescovo coraggioso e profetico contro i mali della società

Catarinicchia non esitò mai a denunciare ciò che riteneva ingiusto. Nel suo storico discorso del 31 dicembre 1987, durante il “Te Deum” in Cattedrale, non si trattenne dal parlare apertamente delle ombre che minacciavano Cefalù: criticò la classe dirigente, denunciò l’influenza della massoneria e dei poteri occulti e si scagliò contro l’immobilismo di una città che fingeva di cambiare per non cambiare nulla. Con parole chiare e dirette, definì questa situazione “un imbroglio di potere” che rischiava di svendere Cefalù, un avvertimento che per molti risuonò come una profezia.

Questo suo lato profetico e battagliero rimase nella memoria della comunità. Con il suo impegno in favore degli operai, dei disoccupati, dei giovani e dei più deboli, Catarinicchia incarnava il desiderio di una chiesa vicina ai problemi reali della gente. La sua profonda dedizione alla comunità, testimoniata dai numerosi chilometri percorsi nella diocesi, lo rese un pastore che conosceva ogni angolo del suo territorio, ogni storia e ogni volto.

Un’eredità spirituale e morale per la comunità di Cefalù

Il 30 gennaio 1988, Emanuele Catarinicchia lasciò Cefalù per assumere il ruolo di vescovo a Mazara del Vallo, ma l’eco delle sue parole e dei suoi insegnamenti rimase a lungo nella diocesi. La sua partenza lasciò un vuoto, ma anche un’eredità che continua a ispirare. Oggi, nel 46º anniversario della sua nomina, Cefalù ricorda il “vescovo profeta”, l’uomo che volle una chiesa povera, autentica, vicina ai suoi fedeli e aperta al dialogo.

Catarinicchia ha lasciato un esempio di semplicità, integrità e coraggio, e con le sue azioni ha mostrato che un vescovo può essere parte integrante della comunità, senza filtri e senza privilegi. È grazie alla sua guida che Cefalù ha vissuto un periodo di rinnovamento e che oggi può guardare al futuro ricordando quei valori di giustizia e fedeltà al Vangelo che Catarinicchia incarnava. Il Vescovo Catarinicchia si è spento all’età di 97 anni lo scorso 24 gennaio.

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