All’inizio del Cinquecento, Pollina era un piccolo borgo agricolo isolato, lontano dai centri di potere e dalle capitali culturali siciliane. Tuttavia, in questo contesto apparentemente marginale, si verifica un evento straordinario che proietta il paese nella grande storia dell’arte rinascimentale: la creazione della Natività di Antonello Gagini, una delle sue opere più sublimi.
Pollina: il Rinascimento scolpito nel marmo
La presenza di Antonello Gagini a Pollina si deve alla committenza della famiglia Minneci, che tra il 1515 e il 1526 commissionò alcune delle più importanti opere marmoree dell’epoca. Il primo incarico affidato al maestro fu la Madonna della Grazia, commissionata da Benedetto Minneci nel 1515. Due anni dopo, nel 1517, Giaconia Minneci commissionò una cornice marmorea destinata a incorniciare la statua della Vergine. Ma è nel 1526 che si concretizza l’opera più straordinaria: Margherita Minneci fa realizzare la Natività, collocata in una cappella del Duomo di Pollina.
La Natività: un capolavoro di Grazia e Pietà
Nonostante non sia stato ritrovato il contratto di commissione, l’attribuzione della Natività ad Antonello Gagini è fuori discussione. Gli storici dell’arte, tra cui Francesco Auria nel Seicento, Agostino Gallo nell’Ottocento e Gioacchino Di Marzo, hanno elogiato l’opera come una delle più belle realizzazioni dell’artista. Il gruppo scultoreo raffigura la Vergine, San Giuseppe e il Bambino Gesù con un realismo toccante, incorniciato in una grotta che esalta il senso di sacralità e intimità della scena. La luce che si rifrange sul marmo conferisce alle figure un effetto traslucido e smaltato, aumentando la sensazione di una visione quasi celestiale.
Il contesto storico e artistico
La realizzazione della Natività avviene in un periodo di grande fermento culturale per Pollina. Tra il 1548 e il 1550, il paese ospita il celebre scienziato Francesco Maurolico, il quale utilizza la torre del borgo come osservatorio astronomico, probabilmente il primo in Sicilia. Questo dimostra come Pollina, nonostante la sua posizione periferica, fosse un centro di irradiazione culturale grazie alla magnificenza delle famiglie Minneci e Ventimiglia.
Fortunatamente, la Natività è giunta fino a noi in ottimo stato di conservazione. Il marmo ha resistito al tempo, preservando l’espressività dei volti e la raffinata lavorazione dei panneggi. Tuttavia, le parti dipinte, come i capelli e i mantelli, hanno perso colore, e alcuni arabeschi decorativi sono stati rimossi in epoche remote. Un restauro conservativo potrebbe restituire all’opera il suo splendore originario, senza alterarne l’integrità.
L’eredità dei Gagini
Antonello Gagini, figlio di Domenico, è considerato il massimo scultore siciliano del suo tempo. Formatasi tra la Toscana e la bottega paterna a Palermo, ha saputo sintetizzare influenze rinascimentali fiorentine con la tradizione plastica locale. Il suo contributo all’arte siciliana è immenso: le sue opere decorano chiese e palazzi in tutta l’isola, contribuendo alla diffusione dello stile rinascimentale.
La Natività di Antonello Gagini a Pollina rappresenta una straordinaria testimonianza dell’arte rinascimentale siciliana, un’opera che coniuga tecnica scultorea, espressione spirituale e raffinatezza stilistica. Questo capolavoro, realizzato in un piccolo borgo rurale, dimostra come l’arte possa fiorire anche in contesti periferici, grazie alla lungimiranza dei committenti e al genio degli artisti. Oggi, il gruppo scultoreo della Natività continua a incantare i visitatori, testimoniando la grandezza di Antonello Gagini e il valore senza tempo della sua arte.