Giornalista, avvocato, giudice: il cammino di Mario Lombardo nella lotta per la verità

Mario Lombardo è nato l’8 gennaio 1937 a Finale di Pollina, un piccolo paese nella provincia di Palermo, in Sicilia, in una casa storica chiamata Palazzo Ventimiglia. La sua famiglia, pur provenendo da modeste origini, è stata conosciuta e rispettata nella comunità. La Sicilia, all’epoca, era una terra segnato da forti disuguaglianze sociali ed economiche, ma anche da una cultura ricca e complessa, con forti legami tra le tradizioni locali e la modernità che stava lentamente facendo il suo ingresso. I genitori di Mario, Vincenzo Lombardo e Vincenza Culotta, sono appartenuti a famiglie umili ma laboriose. Il padre, Vincenzo, insieme alla moglie, ha gestito una bottega alimentare a Cefalù, precisamente in via Vittorio Emanuele, che è diventata un punto di riferimento per la cittadinanza, specialmente per i pescatori locali, che hanno costituito una parte importante della comunità.

La bottega non era solo un luogo dove si acquistavano beni di consumo, ma anche un piccolo centro di socializzazione, dove le persone del posto si sono incontrate e hanno scambiato notizie. Il nonno paterno di Mario, figura centrale nella vita familiare, è stato noto per la sua generosità. È stato sempre pronto ad aiutare i pescatori in difficoltà, donando loro il necessario per proseguire nelle loro attività quotidiane, spesso legate alla “fortuna” della pesca, una fortuna che dipendeva in gran parte dalle condizioni atmosferiche e dalle risorse naturali. Questo spirito di solidarietà e altruismo ha caratterizzato la famiglia Lombardo e ha influenzato profondamente Mario, contribuendo a plasmare il suo carattere e la sua visione del mondo. In quegli anni, la Sicilia viveva sotto l’ombra della povertà e della dominazione mafiosa, ma la gente perbene si supportava con un forte senso di comunità e di appartenenza.

Mario è cresciuto in questo ambiente familiare e sociale ricco di valori come la laboriosità, la solidarietà e il rispetto per gli altri, ha sviluppato fin da giovane una forte connessione con la sua comunità e con il territorio siciliano, che avrebbero avuto un’influenza duratura sulla sua vita. La sua infanzia e adolescenza tra Finale di Pollina e Cefalù sono state segnate dal forte legame con la terra e la cultura siciliana, ma anche dall’esempio di impegno civile che la sua famiglia e la sua comunità gli hanno trasmesso, rendendolo un uomo pronto a lottare per i propri principi. In un periodo in cui la Sicilia stava cercando di affrancarsi dai conflitti sociali e dalla criminalità, Mario ha imparato l’importanza della giustizia e della legalità, che sarebbero diventate le fondamenta della sua vita.

Infanzia e formazione

Mario Lombardo ha trascorso la sua infanzia tra Finale di Pollina e Cefalù, due luoghi che hanno segnato profondamente la sua crescita e il suo sviluppo. La Sicilia, con la sua ricca storia culturale e la sua tradizione agricola e marinara, ha plasmato la sua visione del mondo. Finale di Pollina, piccolo paese, e Cefalù, cittadina costiera conosciuta per la sua storia e bellezza, sono stati il terreno fertile per la formazione del giovane Mario, che, sebbene crescesse in un ambiente modesto, era circondato da una comunità che gli ha trasmesso l’importanza del lavoro, dell’onestà e dell’impegno civico. In quegli anni, la Sicilia era una terra di transizione, in cui la tradizione contadina e marinara coesisteva con un lento processo di industrializzazione e urbanizzazione. La povertà e le disuguaglianze sociali erano tuttavia sempre presenti, e molti giovani, come Mario, sognavano un futuro diverso, libero dai condizionamenti del passato.

Per gli studi, Mario ha frequentato le scuole locali e successivamente si è iscritto al Liceo Classico “Mandralisca” di Cefalù. Questo istituto ha rappresentato per lui una tappa fondamentale nella sua crescita intellettuale e culturale. Il liceo “Mandralisca”, infatti, è stato anche per lui non solo una scuola ma un luogo di confronto e di stimolo per molti giovani siciliani. Durante gli anni liceali, Mario non solo ha approfondito le sue conoscenze classiche, ma si è formato anche come persona, sviluppando una grande passione per la lettura, la storia e la cultura in generale. La Sicilia, con la sua storia di dominazioni straniere, guerre e lotte sociali, è sempre stata un terreno fertile per la riflessione storica e la ricerca delle proprie radici culturali. È stato al liceo che Mario ha iniziato a fare i primi passi verso una carriera che avrebbe abbracciato da adulto, confrontandosi con idee, valori e tematiche che avrebbero influito sulla sua futura visione del mondo.

Durante gli anni al liceo, Mario ha incontrato Salvatrice Vizzini, una ragazza che, oltre ad essere una compagna di studi, avrebbe avuto un’influenza fondamentale nella sua vita. Salvatrice, che poi è diventata sua moglie, è stata una donna di grande cultura e intelligenza, una stimata insegnante di italiano, storia e geografia. La sua formazione e il suo spirito critico si sono sposati perfettamente con quelli di Mario, e insieme hanno formato una coppia affiatata, unita non solo da un forte legame affettivo, ma anche da valori comuni di impegno civile e sociale. Salvatrice, infatti, ha influenzato profondamente le scelte di Mario, soprattutto quelle legate al suo futuro professionale e al suo impegno verso la comunità. In un periodo storico in cui la Sicilia stava cercando di affermarsi come regione indipendente e sviluppata, entrambi hanno dato vita a un progetto di vita che abbracciava l’educazione e il giornalismo come strumenti di cambiamento sociale.

Dopo il liceo, Mario ha deciso di proseguire la sua formazione accademica e si è iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza. La sua carriera universitaria si è svolta tra Cefalù e Palermo, dove ha studiato con grande dedizione e passione. Nel 1960 ha ottenuto la laurea in Giurisprudenza, un passo che ha segnato l’inizio di una carriera professionale che, sebbene intrapresa con la professione legale, sarebbe stata fortemente influenzata da altre sue passioni, in particolare quella per l’insegnamento e il giornalismo. Ha scelto di affrontare il mondo del lavoro con determinazione, ma la sua preparazione giuridica e il forte senso di giustizia che lo animavano lo avrebbero portato ben presto a esplorare altri ambiti professionali. In quegli anni, la Sicilia stava attraversando un periodo di grande fermento politico, in cui i giovani intellettuali cercavano di rispondere alle sfide poste dalle politiche sociali, dalla criminalità e dalla mancanza di opportunità.

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, Mario intraprende la carriera legale, iniziando il suo praticantato presso lo studio Restivo e Vazzana, un’importante realtà professionale di Cefalù. Questo periodo è stato fondamentale per la sua formazione pratica, durante il quale ha appreso le dinamiche del mondo legale e ha consolidato le sue conoscenze teoriche acquisite durante gli studi universitari. La professione legale in Sicilia, come in molte altre regioni del sud Italia, era spesso influenzata da un sistema giuridico che lottava contro pratiche di corruzione e l’omertà legata alla mafia. Tuttavia, Mario ha scelto di percorrere una strada di integrità, rimanendo sempre fedele ai principi di giustizia e verità. Il suo impegno lo ha portato a confrontarsi con le dure realtà della giustizia siciliana, che molto spesso si scontrava con il potere della criminalità organizzata. Il suo impegno e la sua dedizione lo hanno portato rapidamente ad ottenere l’abilitazione alla professione di avvocato nel 1971, segnando un punto importante della sua carriera professionale. Nel contesto sociale e culturale siciliano degli anni ’70, caratterizzato da un’intensa tensione sociale e dalla lotta contro la mafia, il suo lavoro ha rappresentato una sfida quotidiana.

Le scelte della vita

Nonostante le potenzialità che Mario mostrava come avvocato, la sua carriera professionale ha preso una direzione diversa, in parte influenzata dalla sua passione per l’insegnamento e il giornalismo, che lo hanno portato a dedicarsi con altrettanta energia e impegno a questi ambiti. La Sicilia in quegli anni era una terra attraversata da movimenti di rinnovamento civile e culturale, che spingevano verso l’educazione e l’informazione come strumenti di liberazione dalla corruzione e dal controllo mafioso. Mario ha visto nell’insegnamento e nel giornalismo gli strumenti migliori per contribuire al cambiamento e alla crescita civile della sua terra.

Una grande passione di Mario è stato l’insegnamento, un amore che si è riflesso nell’accuratezza con cui si è preparato alle lezioni e nell’attenzione con cui si è rapportato ai suoi studenti. Dopo aver perfezionato la lingua francese durante i suoi anni di pratica professionale e di studio, ha deciso di dedicarsi all’insegnamento della lingua e cultura francese. La scelta avviene in anni nei quali si stava vivendo una crescente apertura verso l’Europa, con un interesse sempre maggiore per le lingue straniere, in particolare per il francese, che rappresentava non solo una lingua di cultura ma anche un ponte tra il Mediterraneo e l’Europa. Inizialmente, Mario ha cominciato a lavorare nell’Azienda del Turismo di Cefalù, dove ha perfezionato ulteriormente la sua conoscenza del francese, ma ben presto il suo amore per l’insegnamento lo ha portato a diventare insegnante di francese nelle scuole medie.

La sua carriera scolastica si è sviluppata principalmente a Cefalù, dove per anni ha insegnato alla scuola media “Porpora”, dove è stato molto apprezzato dai suoi studenti. Qui non si è limitato a insegnare la grammatica o la letteratura francese, ma ha cercato di trasmettere ai suoi alunni anche l’amore per la cultura e la lingua, mirando a formare persone consapevoli, rispettose degli altri e con una visione ampia del mondo. L’approccio educativo che ha adottato era ispirato ai principi di democrazia e di cittadinanza attiva, che si inserivano perfettamente nel contesto storico di crescita e rinnovamento che i siciliani stavano vivendo in quegli anni.

Contemporaneamente alla sua carriera legale e scolastica, Mario ha coltivato una passione che è diventata una parte fondamentale della sua vita: il giornalismo. La sua carriera giornalistica è iniziata nel 1960 quando ha cominciato a collaborare con il quotidiano L’Ora di Palermo, uno dei giornali di inchiesta più prestigiosi dell’epoca. L’Ora, fondato nel 1900, è stato uno dei giornali più importanti in Sicilia per la sua lotta contro la mafia e il suo impegno a favore della giustizia sociale. Mario ha potuto così fare esperienza in un ambiente giornalistico che lo ha formato sia come cronista che come testimone del cambiamento in corso.

La sua firma è diventata ben presto un punto di riferimento per la città di Cefalù, e Mario si è distinto per la sua capacità di raccontare le vicende locali con una prospettiva lucida e precisa, sempre all’insegna della verità e della giustizia. In un contesto sociale dove il controllo mafioso sulla stampa e sull’informazione era molto forte, Mario ha avuto il coraggio di utilizzare la penna come uno strumento di lotta per la verità.

Il suo impegno giornalistico si è esteso anche ad altre testate come Oggi Sicilia e La Sicilia di Catania, con cui ha collaborato per anni. E’ diventato così la voce di Cefalù, si è concentrato su temi che riguardavano direttamente la sua comunità, tra cui battaglie civiche, sviluppo urbano, e tematiche sociali. Una delle sue lotte più significative è stata quella per la costruzione del nuovo ospedale Giglio di Cefalù, che avrebbe migliorato notevolmente la qualità dei servizi sanitari per la comunità locale. Cefalù, pur essendo una città costiera di grande bellezza, ha sempre dovuto fare i conti con la carenza di infrastrutture e servizi pubblici, il che ha reso il lavoro di Mario ancora più determinante. Inoltre, Mario si è fatto promotore della valorizzazione della Rocca di Cefalù, un monumento simbolo della città, cercando di sensibilizzare le autorità e i cittadini sull’importanza di preservare il patrimonio storico e culturale, contribuendo così al rilancio turistico e culturale della città.

Nel corso di una carriera giornalistica che è durata 50 anni anni, Mario è diventato uno dei giornalisti più apprezzati in Sicilia. Non solo era un narratore delle vicende quotidiane, ma si è distinto per la sua capacità di scrivere articoli che sollevavano temi di grande rilevanza sociale e politica. La sua penna, affilata ma sempre rispettosa della verità, lo ha reso un punto di riferimento per la comunità cefaludese e per tutti coloro che cercavano una voce indipendente e autentica. E’ rimasto fedele al giornalismo tradizionale, anche quando la tecnologia ha cominciato a cambiare il panorama dell’informazione, mantenendo l’uso della macchina da scrivere e il metodo della ricerca accurata delle fonti. La sua integrità professionale, purtroppo rara in un ambiente spesso corrotto, ha rappresentato una grande testimonianza per le nuove generazioni di giornalisti.

Le sue passioni: giornalismo e istruzione 

Mario Lombardo si è distinto, nella sua lunga carriera di giornalista e insegnante, per un profondo impegno verso i principi di giustizia, onestà intellettuale e senso civico. La sua carriera giornalistica è stata caratterizzata da un approccio rigoroso e imparziale, sempre orientato alla ricerca della verità, anche quando questo significava affrontare tematiche scomode o esporre situazioni di ingiustizia. In un periodo storico in cui la Sicilia era un crogiolo di contrasti sociali e politiche corrotte, Mario ha scelto di non piegarsi al potere delle istituzioni mafiose, ma di rimanere fedele ai suoi ideali di verità e giustizia. La sua integrità giornalistica, in un contesto in cui i media spesso avevano paura di affrontare le verità scomode, lo ha reso una figura di riferimento per chi cercava notizie autentiche e imparziali.

Si è così impegnato sempre a raccontare i fatti in modo accurato e senza filtri, unendo passione e professionalità per restituire ai lettori una realtà il più possibile veritiera e completa. Questo suo approccio all’informazione si inseriva in una tradizione di giornalismo investigativo che affondava le radici nel periodo delle inchieste giornalistiche contro la mafia, un movimento che, a partire dagli anni ’80, ha visto giornalisti come Peppino Impastato e magistrati come Giovanni Falcone lottare contro le ingerenze mafiose nella politica e nella società. Mario, pur nelle difficoltà, ha portato avanti questa tradizione, combattendo con le armi della parola e dell’inchiesta per contrastare le ingiustizie.

La sua onestà intellettuale non si è limitata al giornalismo, ma ha permeato anche la sua attività di insegnante. Non si è accontentato di trasmettere nozioni, ma ha cercato di formare nelle sue lezioni una coscienza critica nei suoi studenti, invitandoli sempre a interrogarsi, a riflettere e a non accettare passivamente ciò che gli veniva detto. Questo spirito critico, che ha accompagnato tutta la sua carriera, lo ha reso una figura di riferimento non solo nel campo giornalistico, ma anche in quello educativo. La Sicilia, come molte altre regioni d’Italia, aveva bisogno di uomini come lui che, con il loro insegnamento, non solo educavano ma formavano anche cittadini responsabili e consapevoli del loro ruolo nella società. Egli ha promosso, attraverso le sue lezioni, un’educazione che non si limitava alla semplice trasmissione di conoscenze, ma che mirava a stimolare nelle nuove generazioni il pensiero indipendente, la riflessione e l’impegno sociale.

Uno degli aspetti che più hanno caratterizzato il suo operato è stato la relazione con i suoi studenti. Mario non era solo un docente di lingua francese; era un educatore che vedeva l’insegnamento come un’opportunità per formare cittadini consapevoli, sensibili ai temi della giustizia, del rispetto per gli altri e dell’impegno civico. Le sue lezioni non si limitavano a un trasporto di conoscenze, ma erano anche un veicolo per trasmettere valori umanitari e sociali. In un periodo in cui l’educazione in Sicilia e in molte altre regioni del sud Italia era ancora caratterizzata da forti disuguaglianze sociali e difficoltà strutturali, Mario ha scelto di insegnare non solo la lingua, ma anche la cultura dell’impegno civico, della giustizia e della solidarietà. La sua figura di docente andava oltre quella di semplice insegnante di una materia; ha cercato di essere un punto di riferimento per i suoi alunni, incoraggiandoli a diventare persone migliori, responsabili e impegnate. L’altruismo e l’impegno civico che ha trasmesso in aula erano principi che ha cercato di applicare anche nella sua vita quotidiana, dando l’esempio di un uomo impegnato non solo nel proprio lavoro, ma nella costruzione di una società migliore.

Mario Lombardo non si è limitato mai a una carriera giornalistica passiva, ma è rimasto costantemente impegnato nel portare avanti le sue battaglie civiche e sociali attraverso la scrittura. Le sue collaborazioni con testate giornalistiche locali come L’Ora di Palermo, Oggi Sicilia e La Sicilia di Catania sono state il riflesso del suo impegno nella denuncia sociale, nel raccontare la realtà senza compromessi. L’Ora, in particolare, rappresentava uno dei pochi giornali che affrontava le problematiche sociali e mafiose, ponendo al centro della sua missione il miglioramento della società siciliana. Lavorando come giornalista, Mario ha portato alla luce molte problematiche legate alla sua comunità, da quelle sociali a quelle politiche, cercando sempre di mettere in evidenza le verità che altri preferivano ignorare.

Inoltre, Mario si è dedicato anche al giornalismo radiofonico, introducendo nuove trasmissioni radiofoniche con Radio CRM. La sua attività giornalistica in radio è diventata un importante mezzo di approfondimento e discussione pubblica per la comunità locale. Con i suoi programmi settimanali, è riuscito a coinvolgere attivamente i cittadini, dando loro uno spazio per esprimersi e per informarsi su temi di interesse pubblico. Le sue trasmissioni non solo trattavano temi di attualità e cultura, ma riflettevano anche la sua visione di una comunità informata e partecipativa, dove ogni individuo aveva il diritto e il dovere di essere ascoltato e di contribuire al miglioramento collettivo. L’emergere dei media locali e delle trasmissioni radiofoniche negli anni ’80 e ’90 è stato un segno di un cambiamento significativo nel panorama dell’informazione, con un’attenzione crescente alla realtà locale e ai temi civici.

Anche nella sua carriera radiofonica, Mario non si è fermato. È diventato direttore della testata giornalistica di Radio CRM, dove ha continuato a condurre trasmissioni di approfondimento settimanali, mantenendo viva l’attenzione della comunità sui temi più rilevanti e urgenti. La radio, un mezzo che nel contesto siciliano ha sempre svolto un ruolo cruciale nel comunicare con la popolazione, ha rappresentato per Mario un altro strumento per diffondere la cultura civica, l’informazione veritiera e l’impegno sociale. La sua figura è rimasta una voce di riferimento per i cittadini, che hanno apprezzato non solo la sua competenza, ma anche il suo impegno verso una società più giusta e solidale. Radio CRM, come molte altre emittenti locali, è stata un importante baluardo contro l’omertà e la censura, e Mario ne è stato un simbolo.

Giudice al maxi processo

Mario Lombardo ha vissuto un’esperienza che ha segnato profondamente non solo la sua vita, ma anche quella della sua famiglia, quando è stato scelto come giudice popolare al Maxiprocesso contro la mafia che si è tenuto a Palermo nel 1986. Selezionato per sorteggio, Lombardo è stato tra i pochissimi a non rifiutare l’incarico, a differenza degli altri che avevano presentato certificati medici per evitare di partecipare. Ha accettato senza esitazioni, consapevole dell’importanza di quel momento per la giustizia in Sicilia. Quest’atto di coraggio l’ha costretto a vivere sotto scorta, e la sua famiglia ha dovuto convivere con misure di sicurezza straordinarie per tutta la durata del processo.

Nel corso di questa esperienza, ha vissuto sensazioni contrastanti. Pur sapendo che stava partecipando a un evento storico per la lotta contro la mafia, la consapevolezza dei pericoli e delle implicazioni del suo ruolo lo ha accompagnato per tutto il processo. Durante le prime udienze, il ritorno a casa non è stato mai come prima. La polizia aveva predisposto misure di sicurezza eccezionali, come jeep blindate sotto casa e autovetture blindate per gli spostamenti. Tuttavia, egli ha affrontato la situazione con grande determinazione, accettando senza timore la responsabilità che gli era stata affidata.

In famiglia, ha raccontato questa esperienza con la normalità che lo ha sempre contraddistinto. Nonostante le testimonianze crude e le immagini violente ascoltate in aula, ha continuato a mantenere il suo carattere riservato. Tuttavia, le esperienze del Maxiprocesso lo hanno segnato profondamente. Molte volte, dopo una lunga giornata in tribunale, ha rifiutato qualsiasi tipo di compagnia e si è chiuso nel suo studio, per rielaborare quanto vissuto. La brutalità delle testimonianze e la durezza delle verità emerse durante il processo lo hanno toccato emotivamente, influendo sul suo benessere fisico e mentale.

Durante il Maxiprocesso, non si è limitato ad essere un giudice passivo, ma ha partecipato attivamente alle udienze. Quando i testimoni non erano esaustivi, ha fatto domande precise, utilizzando il suo approccio da giornalista per raccogliere informazioni. Questo spirito critico lo ha portato a scrivere un libro subito dopo la fine del processo, in cui ha raccontato la sua esperienza. Il libro, pubblicato rapidamente, ha rappresentato una testimonianza viva del suo impegno civile e dell’importanza storica del processo. È stato il primo libro uscito sul Maxiprocesso, un “Instant book” che ha avuto un grande impatto.

Il Maxiprocesso ha rappresentato per Mario una delle esperienze più significative della sua vita. Contribuire a questo processo è stato per lui un atto di speranza per la Sicilia, un’opportunità per far emergere la verità e per lottare contro la mafia. Nonostante i pericoli, ha affrontato questa sfida con grande coraggio e determinazione, rimanendo sempre fedele ai suoi principi di giustizia. Ha continuato a insegnare e a scrivere, cercando di trasmettere ai giovani il valore della legalità e dell’onestà.

Nel 2016, Mario Lombardo ha ricevuto il Premio Francese, un riconoscimento significativo per il suo impegno nel giornalismo e nella lotta alla mafia. Nonostante Cefalù, la sua città natale, non gli avesse mai tributato un riconoscimento formale, ha accolto questo premio con grande orgoglio, sentendodi aver lasciato il segno per il suo lavoro. Tuttavia, Mario è sempre rimasto una persona umile, lontano dalle luci della ribalta, ma sempre pronto a trasmettere ai giovani l’importanza dei valori civici e della legalità.

Riconoscimenti e premi

Uno dei riconoscimenti più significativi nella vita di Mario Lombardo è stato il Premio Francese, che gli è stato assegnato nel 2016 per il suo impegno nel giornalismo e per il suo contributo alla lotta contro la mafia. Questo premio, che gli è stato conferito insieme al presidente Giordano, ha rappresentato non solo un riconoscimento professionale, ma anche un simbolo del suo profondo legame con un altro giornalista siciliano, Mario Francese, che ha perso la vita proprio a causa del suo impegno contro la criminalità organizzata. La lotta contro la mafia, che ha segnato gli anni ’70 e ’80 in Sicilia, ha avuto i suoi martiri, e il premio rappresentava una continuità in quella battaglia che non si sarebbe mai fermata. Il Premio Francese è stato particolarmente significativo per Mario, non solo per il suo valore professionale, ma anche per il messaggio che portava: l’importanza di continuare a fare giornalismo di denuncia, indipendente e impegnato, nonostante le difficoltà e i pericoli che spesso accompagnano chi sceglie di affrontare le verità scomode. Ricevere questo premio è stato, per Mario, un modo per onorare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la verità, e un ulteriore segno della dedizione alla giustizia che ha contraddistinto la sua intera carriera.

Nel corso della sua lunga carriera, Mario Lombardo ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti che attestavano il suo impegno civile, il suo coraggio nel trattare temi delicati e la sua onestà intellettuale nel giornalismo. Questi premi non solo celebravano il suo lavoro come giornalista, ma anche il suo costante impegno a favore della comunità e della legalità. Tra questi riconoscimenti, ci sono stati premi legati alla sua attività giornalistica locale, dove Mario è stato spesso celebrato per il suo impegno nel raccontare la realtà della sua città e della Sicilia, affrontando con passione le problematiche sociali, politiche e culturali. In particolar modo, i premi che ha ricevuto sono stati un tributo al suo spirito critico e alla sua capacità di denunciare le ingiustizie, mettendo sempre la verità al centro del suo lavoro.

Questi premi, però, hanno avuto anche un significato personale e simbolico. Ogni riconoscimento ha rappresentato una conferma della sua integrità e del suo impegno verso la comunità, un segno che il suo lavoro ha avuto un impatto duraturo. Mario non ha cercato mai la gloria personale, ma questi premi sono diventati una testimonianza della sua volontà di agire sempre nel rispetto dei principi morali che lo guidavano, sia come professionista che come cittadino.

La perdita della moglie Salvatrice 

Uno degli eventi più drammatici e significativi della vita di Mario Lombardo è stata la morte della moglie Salvatrice, con cui ha condiviso una lunga e felice vita matrimoniale. Salva non è stata solo la compagna di una vita, ma anche una figura centrale nelle scelte e nell’impegno di Mario. Insegnante di italiano, storia e geografia, Salvatrice ha condiviso con Mario valori fondamentali di giustizia e impegno civico, che hanno contraddistinto entrambi nel loro percorso personale e professionale. La morte di Salvatrice ha rappresentato non solo una perdita affettiva, ma anche una mancanza intellettuale e di stimolo per Mario.

La figura di Salvatrice era sempre stata un pilastro per lui, un sostegno che gli ha permesso di affrontare le sfide della vita con determinazione e coraggio. La sua morte ha lasciato un vuoto profondo nella sua vita, ma Mario ha trovato la forza di proseguire, spinto dalla memoria di lei e dalla sua dedizione ai principi di giustizia e verità. Nonostante il dolore per la perdita della moglie, ha continuato a operare come testimone di quella lotta, contribuendo con il suo impegno giornalistico e educativo alla promozione dei valori di legalità e giustizia. La figura di Salvatrice è rimasta, comunque, sempre presente nel suo cuore, e la memoria di lei ha alimentato la sua voglia di continuare a lottare per una società più giusta. Nonostante la sofferenza non ha smesso di essere attivo nel suo impegno professionale e civile.

L’eredità

La morte di Mario Lombardo è avvenuta il 20 maggio 2020, dopo un breve periodo di sofferenza. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto profondo non solo nella sua famiglia, ma anche nella comunità di Cefalù e nel mondo del giornalismo. La città di Cefalù e la Sicilia intera hanno perso un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta per la giustizia, alla denuncia delle ingiustizie e alla costruzione di una società più giusta e onesta. Mario era un uomo che, pur nelle difficoltà, ha sempre lottato con coraggio per il bene della collettività. La sua morte ha rappresentato una grande perdita, ma al contempo un invito a continuare il suo lavoro, a portare avanti i valori che lui ha sempre promosso. La sua eredità rimane viva nella comunità che ha contribuito a formare, nelle nuove generazioni di giornalisti e di cittadini che si ispirano al suo esempio di onestà, coraggio e impegno civico.

L’eredità di Mario Lombardo è quella di un uomo che ha vissuto e lavorato sempre con un forte senso civico, impegnandosi ogni giorno per la giustizia e la legalità. Il suo esempio è un modello di dedizione, onestà e impegno sociale, che continua a ispirare chiunque lo abbia conosciuto o abbia seguito la sua carriera. Non ha cercato mai fama o riconoscimenti, ma il suo operato, il suo giornalismo, la sua passione per l’insegnamento e il suo coraggio nella lotta contro la mafia sono testimonianze di una vita vissuta al servizio degli altri. La sua figura rimarrà sempre un esempio per le nuove generazioni, come un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti e alla costruzione di una comunità più giusta, basata su valori di solidarietà, altruismo e rispetto reciproco. La sua morte non ha fatto altro che rafforzare la consapevolezza che il suo impegno non è finito, ma che la sua eredità vivrà attraverso il continuo impegno dei suoi allievi, dei suoi lettori e di tutti coloro che hanno amato e rispettato la sua vita e il suo lavoro.

Mario Lombardo ha lasciato un segno indelebile nella comunità di Cefalù, una città che lo ha visto crescere, lavorare e dedicarsi con passione a ogni aspetto della vita civica e sociale. La sua figura continua a rappresentare un esempio di dedizione, giustizia e impegno civico per le nuove generazioni di cefaludesi e per tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo. La sua storia è quella di un uomo che ha sempre cercato di migliorare la sua terra, di combattere le ingiustizie e di insegnare ai giovani a non arrendersi mai, a credere nei propri ideali e a lottare per una società più equa e giusta.

Il suo esempio di vita, sempre incentrato sulla difesa dei valori umani fondamentali e sulla lotta contro le ingiustizie, resta una guida per chi, oggi, desidera costruire una società più giusta e solidale. I suoi allievi, i colleghi giornalisti e i membri della comunità che lo hanno amato e rispettato, portano avanti il suo messaggio e i suoi ideali, cercando di seguire il suo esempio nella vita quotidiana. Nel mondo del giornalismo, Mario Lombardo ha avuto un impatto profondo, non solo a livello locale, ma anche a livello regionale. La sua carriera è stata caratterizzata da un profondo senso di responsabilità nel trattare le notizie, nel cercare sempre la verità, e nel denunciare le ingiustizie sociali, politiche e mafiose. La sua integrità professionale è stata la luce che ha guidato il suo lavoro giornalistico, rendendolo una figura rispettata e apprezzata da colleghi, lettori e istituzioni.

Mario non si è lasciato influenzare dalle pressioni esterne e ha sempre scelto di essere una voce indipendente, anche quando ciò significava affrontare sfide difficili o rischiare la propria sicurezza. La sua coraggiosa difesa della verità è stata una lezione per tutti coloro che, oggi, operano nel mondo del giornalismo. L’esempio che ha dato come giornalista d’inchiesta, impegnato nella lotta contro la mafia e nel miglioramento della società, rimarrà un punto di riferimento per chi intende seguire le sue orme nel mestiere.


La biografia di Mario Lombardo, presentata in questo articolo, farà parte di una pubblicazione che Cefalunews sta curando per la sua uscita prevista nel mese di aprile 2025. Il libro raccoglierà le biografie di quei personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità e oltre. Se conosci storie di persone che hanno segnato la storia della nostra città con il loro impegno, che abbiano lavorato per il bene comune o che abbiano lasciato una traccia nelle istituzioni, nelle scuole, nelle chiese, nelle strade o nei luoghi di ritrovo, ti invitiamo a contribuire.

Se conosci una persona che ritieni meritevole di essere inclusa in questa raccolta, puoi segnalarla inviando un messaggio WhatsApp al numero 3472975402 con la scritta “SI PERSONAGGIO”, seguita dal nome e cognome del candidato. Ricevuta la tua segnalazione, la redazione si attiverà per elaborare la biografia del personaggio proposto.

Conoscere la storia di Cefalù significa riscoprire le radici che ci uniscono, celebrando chi ha reso possibile ciò che siamo oggi. Se c’è qualcuno che pensi meriti di essere raccontato e ricordato, segnalalo! Ogni storia conta e ogni contributo è importante. Unisciti a noi in questo progetto che celebra le vite di chi ha reso Cefalù un posto speciale. Non perdere l’opportunità di far conoscere a tutti la storia di chi ha contribuito a rendere Cefalù un luogo speciale!

Riproduzione riservata © Copyright CEFALUNEWS

Cambia impostazioni privacy