Un’esistenza dedicata all’amore e alla cultura: Antonietta Castelli

Antonietta Castelli nasce il 19 dicembre 1938 a San Mauro Castelverde. Fin da bambina, si occupa attivamente della casa e del negozio di famiglia – un’attività che non era solo una tabaccheria e una merceria, ma il vero centro pulsante della vita comunitaria – affiancando la madre Concetta Lombardo, donna di grande forza e intelligenza, e di innate capacità, nella vendita dei prodotti e nell’accudire i suoi fratelli più piccoli Pino e Maria Rita. 

Cresce fortemente influenzata dal microcosmo di valori, cultura e tradizioni che si respirano in famiglia e che si intrecciano con il tessuto sociale del paese. Suo padre Mimmo è una figura carismatica di grande cultura e personalità, un uomo che ha saputo coniugare la passione per lo studio con l’impegno civile, infatti oltre ad essere un’insegnante, durante il periodo fascista, ha ricoperto il ruolo di podestà del paese, un incarico che gli conferiva una visibilità e un’autorità non indifferente, che molto ha inciso nella formazione di Antonietta. 

Quando Antonietta si trasferisce a Cefalù per continuare gli studi, inizia una nuova fase della sua vita, un momento che segna il passaggio dall’infanzia alla giovinezza e che la spinge ad ampliare i suoi orizzonti. Frequenta il Collegio di Maria, un’istituzione che la accoglie con la sua rigorosa disciplina e l’educazione cattolica. Dalla vita in collegio trae un’importante lezione di vita: impara a relazionarsi con il mondo esterno in modo più maturo, sviluppa una visione più ampia della vita e inizia a comprendere quanto la cultura possa essere un motore per la sua crescita personale. 

Il successivo trasferimento a Palermo, dove continua nella formazione, è un altro passaggio significativo nella sua vita. Qui si immerge negli studi, affrontando con determinazione e passione un percorso che la porta a sviluppare una profonda connessione con la cultura, l’arte e la letteratura. Si iscrive al Magistrale che le permette di conciliare la sua passione per lo studio con l’impegno verso la famiglia, segnata dalle difficoltà dovute alla lunga e rara malattia del padre, che la costringerà anche ad accudire e crescere di fatto il fratello minore. Nello studio le sue materie preferite sono quelle che stimolano la sua creatività e la sua mente: la letteratura, la filosofia, la storia e la poesia. 

Il suo cammino professionale comincia in modo semplice, ma è subito evidente che ha una vocazione naturale per l’insegnamento. Inizia la sua carriera prima in una scuola di campagna e successivamente in una scuola serale, dove gli alunni sono adulti e dove il suo impegno deve rispondere a necessità diverse da quelle della scuola tradizionale, e presto si fa notare per il suo approccio innovativo e coinvolgente. Queste esperienze iniziali la plasmano come educatrice e le permettono di entrare in contatto con studenti di diversa età e provenienza, dando così vita a un metodo di insegnamento che è sempre stato flessibile, aperto e orientato alle esigenze di ogni singolo studente.

Quando ottiene il ruolo definitivo, il suo cammino la porta prima a Caltanissetta, dove trascorre due anni, vivendo col figlio Domenico lontano dal marito, che la raggiunge solo nei fine settimana perché impegnato professionalmente a San Mauro. Nonostante la lontananza da casa, continua a lavorare instancabilmente, mettendo al primo posto la sua missione di educatrice. Ma è proprio a San Mauro Castelverde, il suo paese natale tanto amato, che trova la sua vera affermazione professionale. Qui, si confronta con una nuova dimensione, quella di madre e insegnante, che si intreccia in modo unico ed emblematico, guadagnandosi presto una profonda stima professionale e umana da parte di tutta la comunità maurina. 

In seguito, insegna prima a Lascari, poi a Sant’Ambrogio, per giungere infine a Cefalù, dove prosegue la sua carriera fino al pensionamento. Il trasferimento a Cefalù, dove esercita per oltre trent’anni, segna il coronamento di una vita dedicata a educare e formare le nuove generazioni. Durante questi decenni diventa un punto di riferimento non solo per i suoi alunni, ma anche per i colleghi, che la stimano profondamente per la sua professionalità, la sua etica del lavoro e la sua umanità. La sua autorevolezza è indiscussa, ma ciò che più la contraddistingue è la sua capacità di instaurare relazioni empatiche e genuine con i suoi alunni, le loro famiglie e il mondo della scuola. 

Non è un’insegnante che si limita a impartire nozioni; è un’educatrice che sa come motivare i suoi studenti, come stimolare la loro curiosità, come risvegliare in loro la passione per il sapere. Il suo metodo è sempre improntato sull’ascolto attivo, sulla comprensione dei singoli bisogni, e sull’adattamento delle sue lezioni alle capacità e agli interessi degli studenti. Con lei, ogni lezione diventa un’occasione per crescere anche sul piano umano. Il pensionamento nel 1998 segna la fine di un’epoca, ma non un addio definitivo al mondo dell’insegnamento. Anche dopo aver lasciato ufficialmente la scuola continua a essere un punto di riferimento per ex alunni e colleghi.

La sua vita privata, pur segnata da profonde difficoltà e sfide, è sempre improntata alla cura della sua famiglia e al benessere altrui, senza mai sacrificare la sua integrità o i suoi ideali. Il suo matrimonio con Nino Cannizzaro, un uomo altrettanto stimato, di grande cultura e personalità, è uno degli aspetti più significativi della sua vita. Il loro legame è un incontro di anime forti, dove la comprensione reciproca, l’amore profondo e la stima si fondono in un’unione che va oltre i limiti di una semplice relazione coniugale. 

Il marito di Antonietta, purtroppo, se ne va prematuramente nel 1985, un momento che segna la sua vita in maniera definitiva. La morte in giovane età del suo compagno di vita è una tragedia che la colpisce nel profondo, un dolore che si fa sentire non solo nel corpo, ma nell’anima. Lei non si lascia però sopraffare dalla sofferenza: con una forza incredibile e una dignità rara, affronta la perdita con il coraggio che le è sempre appartenuto, senza mai cedere alla disperazione. Il suo ruolo di madre diventa ancora più centrale dopo la morte del marito. Suo figlio diventa il fulcro della sua vita, e lei si dedica completamente alla sua crescita, educazione e felicità.

E’ stata una luce, un riferimento imprescindibile ed un esempio di amore incondizionato per Domenico e la moglie Anna, i suoi “due figli”, come amava dire spesso.

La passione per la poesia e la scrittura

La passione di Antonietta per la poesia e la scrittura è uno degli aspetti più profondi e significativi della sua vita. La scrittura, per lei, non è mai stata un passatempo, ma un atto di profonda connessione con se stessa, una via per esplorare e comprendere la propria interiorità e il mondo esterno. La poesia diventa per lei un linguaggio capace di esprimere ciò che le parole ordinarie non riescono a dire, un linguaggio che le permette di comunicare, con delicatezza e intensità, ciò che provava e viveva.

Le sue poesie nascono come espressioni intime, spesso scritte in momenti di solitudine o di riflessione profonda, quando il bisogno di mettere su carta i suoi pensieri diventa impellente. Scrive per sè stessa, come una forma di liberazione emotiva, ma anche come un modo per comprendere meglio le difficoltà della vita e per elaborare le sue esperienze più dolorose. La sua penna è una compagna fedele, capace di aiutare a mettere ordine nei turbamenti interiori e di restituire un senso di serenità e di consapevolezza attraverso il potere delle parole.

I temi delle sue poesie sono tanto vari quanto il suo animo è profondo. Spesso esplora la dimensione più personale ed esistenziale, mettendo nero su bianco il dolore, la speranza, la gioia, ma anche l’incertezza e la malinconia. Scrive per affrontare i momenti difficili, ma anche per celebrare la bellezza della vita e la forza dell’amore. Le sue poesie sono il riflesso di un’anima sensibile e capace di percepire la vita nella sua totalità: non solo nei momenti di gioia, ma anche nelle sue sfumature più dolorose. È una scrittura che nasce dall’ascolto del proprio cuore e dalla volontà di condividere un pezzo di sé con il mondo, senza mai forzare i confini della propria discrezione. Lei non scrive per essere letta o per conquistare la fama, ma per lasciare una traccia della sua visione della vita, una traccia che diventa una testimonianza della sua sensibilità e della sua profondità.

Durante gli anni della sua vita, a cominciare dai primi anni ’60, decide di raccogliere le sue poesie in un quaderno manoscritto, che rappresenta una delle testimonianze più care di sé stessa. Questo quaderno diventa per lei un luogo sicuro dove raccogliere i suoi pensieri più intimi, le sue emozioni più forti, ma anche le sue riflessioni sulla vita e sull’amore. Anche dopo il pensionamento non ha mai smesso di scrivere. Sebbene i periodi in cui trovava l’ispirazione fossero più sporadici, la poesia rimane comunque un aspetto fondamentale della sua vita, un modo per continuare ad esplorare se stessa e il mondo intorno a lei. 

La sua poesia continua a vivere attraverso i suoi scritti e attraverso le persone che l’hanno letta e che hanno trovato in essa la stessa bellezza, la stessa profondità, e la stessa verità che lei ha sempre cercato di esprimere. La sua carriera letteraria è un percorso che si sviluppa lontano dai riflettori, ma che è segnato da una bellezza e da una profondità che non sfuggono agli occhi di chi sa leggere tra le righe. Pur rimanendo lontana dai circuiti più commerciali della letteratura, ha comunque ricevuto il giusto riconoscimento per la bellezza e la profondità dei suoi versi. I premi e i riconoscimenti che ha ottenuto non sono mai stati cercati o ambiti, ma sono arrivati come naturale conseguenza di una scrittura che, seppur riservata, è potente nella sua sincerità.

Riconoscimenti e premi letterari

Il suo primo incontro con il mondo dei concorsi letterari risale agli anni più maturi della sua vita, quando, sotto la spinta di amici e colleghi che l’avevano sempre incoraggiata a condividere i suoi scritti, ha iniziato a partecipare a premi e concorsi, dove i suoi versi sono stati finalmente apprezzati da un pubblico più ampio. Questi riconoscimenti, però, non l’hanno mai fatta sentire al centro dell’attenzione; al contrario li ha vissuti sempre con il suo caratteristico pudore e la sua modestia, accogliendo ogni premio con una gratitudine discreta, ma profonda.

I riconoscimenti che maggiormente segnano la sua carriera sono il 1° Premio al “Concorso nazionale di Poesia e Prosa” a Sant’Agata di Militello nel 2005, il 1° Premio al “Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa” a Cefalù nel 2011, e tanti altri a seguire, che rappresentano una sorta di conferma per lei di ciò che, in cuor suo, aveva sempre saputo: la sua scrittura non è solo una forma di autoespressione, ma anche un mezzo potente capace di toccare le corde più intime di chi la leggeva. 

Il vero culmine della sua carriera letteraria arriva nel 2023, con il conferimento del Premio alla Cultura, un riconoscimento che rappresenta un tributo alla sua vita di impegno culturale e alla sua passione per la scrittura. Il premio le viene assegnato in un momento in cui lei, purtroppo, non è più in grado di partecipare alla cerimonia a causa del suo stato di salute, ma il figlio Domenico con la moglie Anna, con massimo orgoglio ed emozione, ritirano il premio a suo nome. Antonietta nel corso della sua vita ha sempre operato attivamente nel mondo del sociale e del volontariato, un settore che le consente di mettere al servizio degli altri non solo il suo tempo, ma anche la sua vasta esperienza di vita. 

Il suo impegno nel sociale

Si iscrive a diverse associazioni, tra cui la Fidapa. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), l’Auser e la Pro Loco, solo per citarne alcune, dove partecipa attivamente a progetti locali e ad iniziative culturali, ma non solo: la sua capacità organizzativa, la sua empatia e la sua leadership discreta la rendono una risorsa fondamentale all’interno di questi gruppi. Non si limita a essere una partecipante passiva, ma assume spesso anche ruoli dirigenziali, contribuendo così a guidare e motivare gli altri, a promuovere la cultura e a diffondere valori di solidarietà, partecipazione e inclusività. Si iscrive anche all’Università della Terza Età. Frequenta eventi letterari e culturali, partecipa attivamente a discussioni, seminari e attività che spaziano dalla filosofia alla letteratura, dalla storia alla scienza, alimentando costantemente la sua curiosità intellettuale e il suo desiderio di conoscere sempre di più.

Il pensionamento le offre anche l’opportunità di viaggiare, e, in particolare, di scoprire nuovi luoghi e culture. Ogni viaggio diventa per lei un’opportunità per espandere i suoi orizzonti e per riflettere su ciò che significa essere parte di un mondo più grande, più complesso e ricco di diversità. Ogni esperienza, ogni nuova scoperta è un modo per arricchire il suo animo curioso e aperto.

Antonietta non si ferma mai, neanche quando la salute comincia a peggiorare. La sua capacità di affrontare le difficoltà con dignità e forza è impressionante. Nonostante le sfide legate alla malattia, continua ad essere attiva, a partecipare agli eventi, a viaggiare, a lavorare per la comunità e a rimanere una figura di riferimento per chi la conosce. Anche nei momenti di difficoltà, riesce a rimanere un punto di riferimento per gli altri, un esempio di forza e resilienza.  

Muore il 24 luglio del 2023. La sua vita è stata un intreccio di valori, impegno, dedizione e amore incondizionato per la sua famiglia e per gli altri. La sua passione per la lettura, per la poesia, per la scrittura, ha lasciato un segno in tutti coloro che l’hanno incontrata. Non si è mai stancata di trasmettere la bellezza della cultura, del sapere e della conoscenza, e lo ha fatto non solo attraverso l’insegnamento, ma anche tramite la sua vita quotidiana. Lascia un’eredità fatta di una vita vissuta con passione, con amore per gli altri e con un impegno costante verso la cultura, la famiglia e la comunità. È stata una donna che ha saputo vivere con coraggio, con umiltà e con una bellezza interiore che continuerà a ispirare chiunque la ricordi. “La poesia nasce dalle pieghe del cuore, passa negli strati profondi dell’io, si filtra nella luce della mente, si esprime con la voce dell’anima”. (Antonietta Castelli)

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