Il sorbetto all’arancia fa bene o male al diabete? Risponde la medicina

Il sorbetto all’arancia fa bene o male al diabete? Questo dolce freddo è consigliato ai diabetici dal portale www.diabete.net nella rubrica «a tavola con il diabete». Nel sorbetto all’arancia, si legge proprio nel sito, «i carboidrati sono tutti semplici. Le calorie prodotte dall’alcol hanno una particolarità, sono “calorie vuote”, cioè producono solo energia (per questo dessert il 10% delle kcal tot), ma non apportano alcun principio nutritivo necessario per le funzioni vitali. Può essere sostituito dall’acqua gasata». L’arancio contiene vitamina C, con funzioni antiossidanti, partecipa a formazione e metabolismo del ferro ed è molto importante nella produzione di collagene, principale componente della nostra pelle. Tra le altre proprietà gli antiossidanti stimolano il sistema immunitario, fluidificano il sangue, riducono la pressione del sangue, sono antibatterici e anti virali. Gli ingredienti per quattro persone per preparare un buon sorbetto all’arancia sono: 100 grammi di gelato al limone, 100 grammi di panna vegetale da montare, 100 grammi di spumante secco, un po’ di Vodka e tre arance. ll sorbetto è un dolce freddo al cucchiaio considerato il progenitore del gelato alla frutta.

Come si prepara il sorbetto all’arancia per diabetici? Pelare 2 arance e spremerle. Della terza arancia tagliare quattro fette e spremere il rimanente. Tagliare la buccia sottile. Aggiungere al succo di arancia il gelato mescolando la panna, la vodka e lo spumante.Versare in 4 flut e guarnire con la buccia tagliata e la fetta di arancia. Per i bambini o per gli astemi sostituire la parte alcolica con acqua minerale gasata. Una porzione di sorbetto all’arancia per diabetici contiene, in questo modo, 211.5 calorie, 17.9 grammi di carboidrati, 2.7 grammi di proteine e 12.5 grammi di lipidi. L’esistenza del sorbetto è documentata nei testi dell’antichità classica. A Roma, l’imperatore Nerone faceva arrivare a tal proposito il ghiaccio proveniente dall’Appennino. In Sicilia gli Arabi impararono ad usare la neve dell’Etna mista a sale marino.

Chi ha il diabete può mangiare il gelato? Sì, ma a fine pasto e rinunciando alla frutta. Il consiglio arriva da Sergio Marigo, esperto diabetologo nonché consulente di fiducia di Tuttodiabete. Lo zucchero non è veleno per nessuno, neanche per i diabetici insulino-dipendenti. Il suo uso, però, quando lo mangiamo fuori da un pasto, è seguito da un forte aumento della glicemia. Così, gustandoci un frutto o un gelato a metà del pomeriggio, combiniamo un bello sconquasso della glicemia. Se invece li mangiamo alla fine di un pasto, non avviene proprio nulla di serio anche perché, solitamente, il pasto viene preceduto dalla somministrazione d’insulina. Il consiglio dell’esperto è preciso: «Mangiamo la frutta solo ai pasti e in ragionevole quantità e non ci succederà niente. E se alla fine del pasto vogliamo toglierci la voglia di un dolcetto o di un gelato, rinunciamo alla frutta e magari a un po’ di pane e godiamoci in pace il nostro gelato senza sentirci in colpa». Con l’autocontrollo glicemico ci si potrà rendere conto direttamente che, soprattutto se l’alimentazione è ricca di verdura e di fibra in generale, «un gelatino mangiato alla fine del pasto non comporta alcun ulteriore aumento della glicemia». L’importante è che il gelato non sia un supplemento al pasto, ma un’alternativa ad altri cibi che, come frutta, patate, pane, riso e pasta, nella digestione producono glucosio. Via libera, quindi, al gelato a fine pasto per il diabetico. In maniera saltuaria, però, perché 150 gr di sorbetto equivalgono a 30 g di pasta + 150 gr di frutta.

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