Oggi, concludendo l’argomento avviato qualche settimana fa, vogliamo ribadire che il nostro intento è stato fornire dei chiarimenti sulla nostra professione, tuttavia ci rendiamo conto che l’interesse maggiore per i lettori di una rubrica di psicologia, sia trovare indicazioni pratiche o spunti di riflessione utili, all’interno di un confronto su temi condivisibili e/o del quotidiano. Così tale sarà l’obiettivo dei nostri prossimi articoli.
L’ultimo punto di cui allora ci occupiamo, riguarda le credenze erronee circa il ruolo dello psicologo e dello psicoterapeuta, cioè chi sono, cosa fanno, in quanto tempo e con quali strumenti di lavoro; pertanto vorremmo riflettere insieme a voi, sull’aspecifico convincimento che lo psicologo-psicoterapeuta sia un “consigliere”, come può esserlo un prete, un amico o chiunque altro svolga un lavoro a stretto contatto con le persone, con quel conseguente farsi vago di competenze teoriche, tecniche e relazionali che ha conseguito un professionista e specialista.
Crediamo che la confusione su tali analogie, si generi a partire da apparenti “affinità”, invero un pò di superficie, quali una certa capacità di ascoltare, di comprendere, … di consigliare; tuttavia la differenza consiste nella specificità dei nostri strumenti di lavoro (osservazione del comportamento, tecniche del colloquio clinico, tests e questionari scientificamente validati) nonché nella complessità delle competenze che si acquisiscono durante il percorso formativo per diventare psicoterapeuta. Esso in Italia implica 11 anni di studio suddivisi in 5 di Università, 1 di tirocinio, 1 per sostenere l’esame di Stato e conseguire l’abilitazione all’esercizio della professione con annessa iscrizione all’Albo, infine 4 anni di formazione specialistica in Psicoterapia; inoltre l’art. 1 della Legge 56/89 riporta: “La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità”. Ancora, “la psicoterapia è un intervento specialistico, condotto secondo teorie e tecniche validate dalle comunità scientifiche, finalizzato alla cura di disagi o di disturbi più o meno gravi, che richiedono una ristrutturazione della personalità”. (www.ordinepsicologisicilia.it).
Infine, un pensiero molto diffuso è che la psicoterapia abbia tempi interminabili e che sia un “percorso”, una volta intrapreso, di difficile conclusione.
Invero oggi, quasi tutti gli orientamenti psicoterapeutici si basano su una seduta a settimana e occorre sapere che il fine ultimo della psicoterapia è rendere la persona autonoma ed autosufficiente, auspicando a ripristinare condizioni di ben-essere psicologico, fisico e relazionale che restituiscano qualità alla sua esistenza.
A conclusione di queste condivisioni, ringraziandovi per il tempo che ci avete dedicato, diamo “appuntamento” a chi ancora vorrà seguirci e … “prendere confidenza” con la psicologia.