Sono numerose le varietà vegetali che a partire da svariati millenni or sono, sono state “incluse” non solo nell’utilizzo pratico ed effettivo, sopratutto in contesti come quello gastronomico o medicinale, ma anche in quello prettamente culturale. L’alloro infatti fin dai tempi degli antichi greci (e probabilmente anche prima) è stato associato all’onore e alla gloria, in quanto una corona costituita da questa pianta era solitamente posta sul capo dei vincitori dei giochi olimpici, tradizione che è stata mantenuta fino ad oggi in contesti non così diversi: il termine Laureato probabilmente proviene proprio dal “rito” di donare una corona di alloro per i giovani che hanno portato a termine questo percorso di studi. Si tratta di una pianta che fa parte della famiglia delle Lauracee, e risulta impiegata largamente sia in ambito culinario, sopratutto come condimento (a causa di un denso aroma), principalmente per in saporire le carni, ma anche in campo erboristico dove ancora oggi è molto presente.
L’alloro può essere tossico? Attenzione, ecco cosa può accadere
L’alloro non è tendenzialmente tossico, anche se il sapore può essere causa di fastidio lungo il tratto digestivo, proprio perchè una volta macerate le foglie, l’aroma ed il sapore sprigionano il caratteristico aroma. Tuttavia bisogna stare attenti perchè un’altra tipologia di pianta, conosciuta anch’essa come alloro in diverse regioni del paese, è invece estremamente tossica e può provocare problemi anche seri al tratto digestivo e all’intestino, causando sintomi come nausea e vomito, a causa sopratutto del contenuto di una particolare sostanza, decisamente indigesta per la maggior parte dei mammiferi, esseri umani compresi, ossia l’acido cianidrico.
Questa pianta, che viene utilizzata per scopi esclusivamente ornamentali è conosciuta come Lauroceraso che è riconoscibile perchè ha foglie più carnose e rotonde (quelle dell’alloro “tradizionale” sono invece più affusolate e sottili), e sopratutto non sprigiona alcun tipo di aroma effettivamente riconoscibile. Bisogna stare attenti quando lo si coglie, quindi.