Entriamo nel Triduo Pasquale: questa sera nella Cattedrale di Cefalù la Messa in Coena Domini

Entriamo nel Triduo Pasquale: questa sera nella Cattedrale di Cefalù la Messa in Coena Domini. Oggi, Giovedì Santo, alle  ore 19.00 la Messa in Coena Domini presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Marciante.
E’ la Messa che in maniera Solenne ricorda l’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima Cena del Signore. Si canta il Gloria.
Durante il canto dell’inno, si suonano le campane. Terminato il canto, non si suoneranno più fino alla Veglia pasquale.
Nel Corso della Celebrazione si svolge il Rito della Lavanda dei Piedi.
“Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto” (Gv 13,1-15).
Momento forte, dopo la comunione, la
REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO
Dopo l’orazione, il sacerdote, in piedi, dinanzi all’altare, pone l’incenso nel turibolo, si inginocchia e incensa per tre volte il Santissimo Sacramento; quindi, indossato il velo omerale, prende la pisside e la ricopre con il velo.
Si forma la processione che, attraverso la chiesa, accompagna il Santissimo Sacramento al luogo della reposizione, preparato in una cappella convenientemente ornata. Apre la processione il crocifero; si portano le candele accese e l’incenso. Intanto si canta l’inno Pange lingua (eccetto le due ultime strofe) o un altro canto eucaristico.
Giunta la processione al luogo della reposizione, il sacerdote depone la pisside; quindi pone l’incenso nel turibolo e, in ginocchio, incensa il Santissimo Sacramento, mentre si canta il Tantum ergo sacramentum; chiude (in Cattedrale è il Diacono)  poi il tabernacolo o la custodia della reposizione.
Dopo alcuni istanti di adorazione in silenzio, il sacerdote e i ministri si alzano, genuflettono e ritornano in sacrestia.
Segue la spogliazione dell’altare; se è possibile, si rimuovono le croci dalla chiesa; quelle che rimangono in chiesa, è bene velarle.
Si esortino i fedeli, tenute presenti le circostanze e le diverse situazioni locali, a dedicare un po’ di tempo nella notte all’adorazione davanti al Santissimo Sacramento nel tabernacolo. Se l’adorazione si protrae oltre la mezzanotte, si faccia senza alcuna solennità.
Poi inizia la Cerca, la visita agli altari di tutte le Parrocchie cittadine.

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