In questo periodo primaverile, aprire una confezione di caffè e preparare una bella tazzina di espresso al mattino, dopo i pasti o magari prima di andare a letto consente di vivere delle sensazioni uniche e spesso anche esaltanti. Ma a seconda che si utilizzi del caffè che sta per scadere o ancora in busta sigillata, il contenuto nutrizionale del nostro espresso cambia e non solo per quanto riguarda le calorie.
Secondo quanto sostengono gli esperti il caffè non apporta calorie, tutto dipende da ciò che vi aggiungiamo e così zuccherato possiede 10 calorie mentre il cappuccino ne ha 34 mentre se vi si mette del liquore aumentano ancora di più. Ma come stavamo dicendo, in questo momemnti non ci interessano le calorie del caffè ma soprattutto i suoi valori nutrizionali, in particolare la presenza caffeina, che aumenta il metabilsimo e brucia i grassi: bere con moderazione il caffè è molto raccomandato proprio per questo motivo, se si esagera nelle dosi si finisce col non potere godere di questi importanti benefici.
Bere una tazzina di caffè, quindi, sarebbe la soluzione migliore per avere una buona dose di caffeina ma attenzione alla specie che utilizziamo perchè fra Arabica o Robusta non è la stessa cosa ma c’è molta differenza. E allora quando bere il caffè Arabica oppure quello Robusta: chi in genere prende il caffè può prendere subito la Robusta, anche perchè possiede più caffeina e conferisce alla tazzina una cremosità decisamente unica. Se invece si prende il caffè Arabica, la situazione cambia di molto: è più dolce, leggero e fragrante perchè contiene una percentuale di caffeina inferiore.
Ma adesso vediamo di parlare del caffè che risulta bruciato. I risultati di alcune indagini condotte di recente su alcune marche di caffè fra quelle più diffuse in Italia dicono che in genere quello che si vende al supermercato è buono e non presenta molti problemi. L’importante è sempre leggere con attenzione le etichette anche se non sempre quelle riportate sono complete. Quando una persona acquista una confezione di caffè deve sempre sapere cosa compra. Le informazioni riportate in etichetta devono essere sempre chiare e precise anche perchè le piantagioni di caffè sono molto lontane dall’Italia ed è sempre necessario conoscere la sua provenienza.
In conclusione quando acquistiamo il caffè dobbiamo lasciare negli scaffali la marca che contiene una data di scadenza prossima a scadere. Bisogna sempre puntare su una confezione di caffè che scade almeno fra sei mesi quando non anche fra un anno. In questo modo si ha certezza che il caffè che portiamo a casa non è rimasto per molto tempo dentro la confezione. Il caffè, dopo essere stato tostato, rilascia dei gas ed in particolare anidride carbonica. Il sottovuoto non permette all’ossigeno di entrare ma nemmeno alle sostanze prodotte dal caffè di uscire. I gas prodotti dal caffè devono uscire e prima lo fanno meglio è.