Franco Turdo nasce a Cefalù nel 1972. Cresciuto nel cuore di un’isola che ha dato i natali a scrittori, poeti e cineasti, sviluppa una passione viscerale per la sua terra e per il cinema fin da giovanissimo. A soli 13 anni inizia a coltivare il suo amore per il cinema, trascorrendo ore nei suoi spazi privati tra bobine, nastri e videocassette. Il suo studio diventa un laboratorio di idee, montaggi e visioni. Nonostante non avesse a disposizione strumenti professionali, la sua determinazione lo spinge a sperimentare, creando i primi filmati e video che raccontano le storie della sua città, i suoi paesaggi e la sua gente.
Nel corso degli anni trasforma questa passione in una vera e propria missione. La sua carriera prende il volo quando decide di intraprendere la strada del regista e produttore cinematografico. Sceglie di raccontare la Sicilia, ma non la Sicilia turistica, quella fatta di spiagge dorate e di località mondane. No, la sua Sicilia è quella vera, quella dei piccoli borghi, dei mestieri antichi, delle tradizioni che rischiano di essere dimenticate. La sua cinepresa diventa lo strumento attraverso il quale riscoprire la bellezza nascosta, quella che si trova nei dettagli, nei volti delle persone che vivono nelle Madonie, nelle valli, tra le montagne e il mare.
Fin da giovane è consapevole che il cinema non è solo un mezzo di intrattenimento, ma anche uno strumento potente di memoria storica. Così, con il suo lavoro, decide di fare un atto di resistenza culturale, preservando il patrimonio storico e culturale della Sicilia attraverso immagini, suoni e storie che non avrebbero avuto altro modo di sopravvivere. A soli 18 anni, quando molti suoi coetanei sono ancora alla ricerca della loro strada, inizia a fare sul serio e a mettere in pratica la sua arte, pur con pochi mezzi e con una grande voglia di raccontare il mondo che lo circonda. È in quegli anni che inizia a lavorare su progetti come cortometraggi, documentari e video a tema sociale, lanciando così la sua carriera nel mondo del cinema.
Il suo impegno e la sua passione lo spingono a continuare, realizzando progetti che diventeranno icone della sua terra. Le Madonie, un’area montuosa situata nel cuore della Sicilia, diventano il centro del suo lavoro. Il paesaggio siciliano, la sua gente, le tradizioni e la lingua locale, tutte queste componenti diventano protagoniste assolute nei suoi film. Ma Franco non è solo un regista di successo: è anche un documentarista, un custode della memoria siciliana. Con il suo canale YouTube, che ha raggiunto il milione di visualizzazioni, e con il suo lavoro con i portali “Memoro” e “memoteca.net”, diventa un architetto della memoria storica, creando un archivio digitale che raccoglie le storie orali e visive del popolo siciliano.
Un regista tra le Madonie
Il contesto storico e sociale in cui cresce è fondamentale per comprendere appieno la sua arte. La Sicilia, in quegli anni, vive un periodo di profondi cambiamenti. Mentre la modernità arriva e si affaccia sulle sue coste, la Sicilia continua a conservare una forte identità legata alla tradizione. Tuttavia, questa identità è sempre più minacciata dal progresso, dalla globalizzazione e dalla trasformazione delle strutture sociali ed economiche. Franco si rende conto che, se non vengono raccontate le storie di questo mondo rurale e tradizionale, tutto ciò che la Sicilia è stata potrebbe andare perduto. Ed è proprio questo che lo spinge a fare della sua vita un atto di testimonianza culturale.
Il cinema, in questo contesto, diventa per lui un mezzo fondamentale per mantenere viva la memoria della Sicilia e delle sue tradizioni. Non si tratta solo di raccontare la bellezza paesaggistica della sua terra, ma di dar voce alle persone che la abitano, ai mestieri che stanno scomparendo e alle tradizioni che rischiano di scomparire. Franco non è interessato a creare film che celebrano la Sicilia come destinazione turistica, ma vuole raccontare la Sicilia vera, quella di chi vive nei piccoli borghi, di chi lavora la terra e di chi, giorno dopo giorno, combatte per mantenere vive le tradizioni e la cultura della sua gente. La sua macchina da presa diventa una specie di salvagente, un modo per conservare ciò che rischia di essere dimenticato nel vortice della modernità.
Nel corso degli anni, il suo lavoro diventa sempre più un atto di ricerca, una missione personale di conservazione della memoria storica siciliana. Con il documentario “Antichi Mestieri delle Madonie” (2005), ad esempio, raccoglie e documenta i mestieri tradizionali che, con il passare del tempo, rischiano di estinguersi. La sua è una ricerca che si fa sempre più profonda, che scava nel passato per restituire alla Sicilia la propria essenza, quella che è legata al lavoro manuale, alla fatica e alla dedizione dei suoi abitanti.
I primi passi nel cinema: dalla passione alla realtà
Il cammino verso il successo non è stato mai facile. Inizia a realizzare cortometraggi fin da giovanissimo, e le difficoltà economiche sono una costante nel corso della sua carriera. Tuttavia, la sua determinazione è incrollabile e la passione per il cinema, ancor più forte. “Diverso” (1998), il suo primo lungometraggio, è un lavoro che affronta tematiche difficili come l’emarginazione sociale e il conflitto tra modernità e tradizione. Questo film, pur girato con pochi mezzi e risorse limitate, ottiene grande apprezzamento sia a livello nazionale che internazionale. Franco si fa conoscere e apprezzare, e l’esperienza di “Diverso” lo spinge a continuare a perseguire la sua carriera con maggiore consapevolezza e determinazione.
Nel corso degli anni successivi, realizza una serie di documentari che raccontano la Sicilia, e in particolare le Madonie, in tutta la loro complessità. “La religiosità popolare nelle Madonie” (2006), ad esempio, è un documento importante che esplora le tradizioni religiose che ancora oggi caratterizzano la vita dei siciliani. I suoi film non sono solo storie, ma testimonianze vive di una terra che sta cercando di mantenere viva la propria identità, nonostante le sfide del presente. La sua carriera cinematografica, pur partita da un umile inizio, si consolida grazie al suo talento, alla sua dedizione e alla sua visione unica del mondo.
Nel 2012, il suo lungometraggio “Maricchia”, interamente girato in dialetto siciliano, diventa un successo. Il film racconta la storia di un anziano contadino che cerca la sua asina, un simbolo del passato che rappresenta il legame con la sua terra e con la tradizione. “Maricchia” ottiene riconoscimenti in numerosi festival cinematografici, tra cui il Premio Europeo Massimo Troisi e il Premio al Festival del Cinema di Salerno. La critica si entusiasma per la sua capacità di raccontare, in maniera commovente e ironica, le difficoltà di un uomo che si trova a confrontarsi con un mondo che non riconosce più.
Le tappe salienti della sua carriera
Nel corso della sua carriera, Franco ha ricevuto numerosi riconoscimenti che ne hanno consacrato la fama a livello nazionale e internazionale. Oltre ai premi già menzionati, il suo lavoro è stato premiato in altri importanti festival cinematografici come il Rosolini Film Festival, dove ha ricevuto il Premio per la migliore regia, e il Festival Internazionale del Cinema di Taormina, dove il suo impegno nella cinematografia locale è stato lodato. Franco è stato anche candidato per il Premio “Persona dell’anno” da Cefalunews, per il successo di “Maricchia” e per il suo impegno nella promozione della cultura siciliana attraverso il cinema.
Nel corso degli anni, ha visto crescere la sua influenza nel panorama cinematografico regionale e nazionale. La sua capacità di raccontare le storie della Sicilia in modo autentico e coinvolgente gli ha permesso di essere riconosciuto come uno dei principali rappresentanti della cultura siciliana nel mondo del cinema. Inoltre, è diventato un punto di riferimento per le emittenti televisive locali e per le istituzioni culturali, che lo considerano un custode della memoria storica siciliana. Il suo canale YouTube, che raccoglie i suoi lavori e le sue ricerche, è diventato una risorsa fondamentale per chiunque voglia conoscere la Sicilia autentica.
Un uomo curioso e appassionato
Franco ha saputo fare del suo cinema uno strumento di cambiamento e di risveglio culturale. La sua produzione cinematografica è un invito a guardare la Sicilia con occhi nuovi, senza la patina luccicante della modernità, ma con uno sguardo che scava nelle sue radici più profonde. Il suo lavoro ha ispirato molte nuove generazioni di cineasti siciliani che, grazie al suo esempio, hanno capito che è possibile raccontare la propria terra senza snaturarla, ma piuttosto mettendo in luce le sue peculiarità.
Franco non è solo un cineasta, ma anche un uomo che vive il suo lavoro con passione, curiosità e una costante ricerca di storie da raccontare. La sua energia e la sua voglia di esplorare la sua terra non si sono mai affievolite, e questo lo rende un personaggio unico nel panorama cinematografico siciliano. La sua passione per la sua terra, per le sue tradizioni, e per la cultura siciliana è l’elemento che ha permesso a Franco di rimanere fedele alla sua visione, nonostante le difficoltà.
Oggi, Franco Turdo è uno dei cineasti più rispettati della sua generazione, un uomo che ha dedicato la sua vita al cinema e alla conservazione delle tradizioni siciliane. Con il suo lavoro, ha portato la Sicilia nel cuore del mondo e ha dato voce a chi rischiava di restare in silenzio. La sua carriera è la dimostrazione che, anche senza risorse ingenti, è possibile creare un cinema di qualità, profondo e autentico. Franco è un eroe del cinema siciliano, e la sua eredità continuerà a vivere attraverso le sue opere, attraverso le storie che ha raccontato, e attraverso la cultura che ha contribuito a preservare.
La biografia di Franco Turdo, presentata in questo articolo, farà parte di una pubblicazione che Cefalunews sta curando per la sua uscita prevista nel mese di aprile 2025. Il libro raccoglierà le biografie di quei personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità e oltre. Se conosci storie di persone che hanno segnato la storia della nostra città con il loro impegno, che abbiano lavorato per il bene comune o che abbiano lasciato una traccia nelle istituzioni, nelle scuole, nelle chiese, nelle strade o nei luoghi di ritrovo, ti invitiamo a contribuire.
Se conosci una persona che ritieni meritevole di essere inclusa in questa raccolta, puoi segnalarla inviando un messaggio WhatsApp al numero 3472975402 con la scritta “SI PERSONAGGIO”, seguita dal nome e cognome del candidato. Ricevuta la tua segnalazione, la redazione si attiverà per elaborare la biografia del personaggio proposto.
Conoscere la storia di Cefalù significa riscoprire le radici che ci uniscono, celebrando chi ha reso possibile ciò che siamo oggi. Se c’è qualcuno che pensi meriti di essere raccontato e ricordato, segnalalo! Ogni storia conta e ogni contributo è importante. Unisciti a noi in questo progetto che celebra le vite di chi ha reso Cefalù un posto speciale. Non perdere l’opportunità di far conoscere a tutti la storia di chi ha contribuito a rendere Cefalù un luogo speciale!
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