Un Politico al servizio della città: la lezione di Portera su rispetto e mediazione

Saverio Portera, nato a Cefalù il 20 febbraio 1924 e morto il 18 febbraio 2014, è una delle figure più influenti e longeve nella storia politica e amministrativa di Cefalù e della Sicilia. La sua carriera politica si estende per oltre cinque decenni, durante i quali ricopre numerosi ruoli all’interno della Democrazia Cristiana, portando il partito alla guida dell’amministrazione locale per lungo tempo. Non solo un uomo di partito, ma un uomo profondamente legato alla sua comunità, Portera è ricordato come il “Cavaliere” della politica cefaludese, un soprannome che riflette il suo ruolo di indiscusso leader e la sua indole nobile, ma anche per la sua compostezza e dedizione al servizio pubblico. Conosciuto per la sua riservatezza, la sua politica si basa sul dialogo, sulla mediazione e sul rispetto reciproco, senza mai cadere nell’errore di fomentare l’odio politico. La sua morte, avvenuta a due giorni dal suo novantesimo compleanno, segna la fine di un’era per Cefalù, lasciando un’eredità di integrità, responsabilità e amore per la propria città che ancora oggi viene ricordata e celebrata.

Infanzia e giovinezza

Saverio Portera nasce a Cefalù, in un periodo storico complesso e segnato da grandi trasformazioni politiche e sociali, in una città che, pur ricca di storia e tradizioni, vive la propria quotidianità in un contesto agricolo e marinaro. Cefalù, una cittadina adagiata sulla costa tirrenica siciliana, ha sempre avuto un’importanza simbolica e culturale nella storia della regione. Durante l’infanzia e la giovinezza di Portera, tuttavia, la città, pur mantenendo la sua fisionomia storica, è ancora lontana dall’immagine moderna e turistica che conosciamo oggi. Il contesto economico è quello di una Sicilia profondamente rurale e tradizionalista, e gli effetti del fascismo, seppur in declino, continuano a permeare la vita sociale e politica.

Portera cresce in un ambiente che, pur tra le difficoltà materiali del periodo, è fortemente caratterizzato dai valori cristiani e dalla famiglia. La Sicilia, come il resto dell’Italia, sta vivendo gli effetti della Seconda Guerra Mondiale. Cefalù è direttamente coinvolta nei combattimenti, con i bombardamenti alleati che distruggono gran parte dell’isola, causando morte e distruzione. La fine del fascismo e l’ingresso delle truppe alleate sono eventi che segnano profondamente la giovinezza di Portera, che, come molti altri giovani italiani, assiste al crollo di un regime e alla nascita di una nuova Italia democratica.

La sua giovinezza coincide con un periodo storico di transizione: se da un lato il fascismo crolla sotto i colpi della guerra, dall’altro inizia l’affermazione di una nuova Repubblica che cerca di risollevarsi dalle rovine di un conflitto devastante. In questo contesto, Portera matura un forte senso di responsabilità civica e politica, che lo porta ad aderire con convinzione alla Democrazia Cristiana, il partito che guida la rinascita dell’Italia. Questo impegno, che sarà la chiave di volta della sua carriera, rappresenta un atto di fede non solo nei valori cristiani, ma anche nella giustizia sociale e nella costruzione di una società più equa.

Educazione e formazione

La formazione di Portera avviene in un contesto culturale difficile ma comunque ricco di stimoli. La Sicilia, negli anni ‘30 e ‘40, non è ancora pienamente integrata nei moderni flussi educativi nazionali, ma Cefalù ha una tradizione culturale che si riflette nella vita scolastica della città. I giovani come Portera hanno accesso a una formazione scolastica che non si distingue per eccellenza accademica, ma che sicuramente risponde alle necessità di una società che deve affrontare sfide ben più urgenti, come la ricostruzione dopo la guerra e l’emergere di nuove questioni politiche. Saverio vive in una famiglia umile. Papà è pescatore, la mamma casalinga. I suoi studi vanno avanti fino al terzo anno d’avviamento.

Nel dopoguerra, a soli 21 anni, Portera aderisce alla Democrazia Cristiana. In quel periodo, la DC sta cercando di radicarsi come il partito principale del nuovo assetto democratico italiano, dopo la fine del fascismo. Portera si iscrive al partito con entusiasmo, e nel 1947 diventa segretario della sezione di Cefalù, un ruolo che ricoprirà per oltre trent’anni. Sebbene sia ancora giovane dimostra subito di avere le capacità necessarie per dirigere il partito a livello locale, in un periodo in cui la Democrazia Cristiana è ancora in fase di consolidamento. La sua attività politica lo porta a farsi conoscere come un uomo capace di mettere insieme diverse sensibilità, capace di ascoltare e di mediare tra le diverse forze politiche, senza mai perdere di vista l’obiettivo di servire la comunità.

Nel dicembre 1962, Portera viene eletto per la prima volta consigliere comunale, entrando ufficialmente nella scena politica di Cefalù. Questa elezione segna l’inizio di una lunga carriera, che lo vedrà ricoprire questo ruolo fino al 1988, anno in cui, come segretario della DC, decide di rimanere al di fuori delle elezioni locali per motivi di ricambio all’interno del partito. Durante gli anni in cui ricopre la carica di consigliere comunale, Portera si distingue per il suo impegno nella gestione delle questioni locali, affrontando con fermezza i problemi che la città di Cefalù deve risolvere, senza mai cadere nel populismo o nella retorica.

Attività politica e sindacature

Nel 1967, Portera raggiunge uno dei traguardi più importanti della sua carriera politica: viene eletto sindaco di Cefalù, alla guida di una giunta completamente democristiana. Sebbene il suo primo mandato duri solo pochi mesi, dal gennaio al giugno del 1968, porta comunque importanti cambiamenti in città, dimostrando una straordinaria capacità di risolvere le problematiche amministrative e gestire la città in tempi difficili. La sua breve esperienza come sindaco non mina la sua popolarità e il suo ruolo di guida del partito: nel 1972 viene nuovamente eletto sindaco, consolidando la sua posizione e la sua influenza politica. È un periodo di grande fermento per Cefalù, che sta vivendo una fase di crescita e sviluppo, anche se non priva di conflitti interni.

Portera ricopre nuovamente la carica di sindaco nel 1987, in un momento particolarmente delicato per la politica cittadina. Durante questo periodo, il suo ruolo è fondamentale per garantire la stabilità in una città che, come tante altre in Italia, sta attraversando difficoltà amministrative e politiche. In questi anni, Portera diventa una figura di riferimento non solo per la sua città, ma anche per la Democrazia Cristiana a livello regionale. La sua capacità di mantenere il controllo su una giunta politica monocolore e di mediare con le altre forze politiche gli vale il rispetto anche dei suoi avversari.

Vita personale e stile politico

La vita di Saverio Portera non si può comprendere senza considerare il suo stile politico, che è improntato alla serietà, alla responsabilità e al rispetto per gli altri. Nonostante la sua lunga carriera, Portera rimane sempre un uomo discreto, lontano dalle luci della ribalta. È un politico di stile sobrio, che preferisce l’azione concreta alla visibilità. Il suo approccio alla politica è quello del dialogo e della mediazione, evitando conflitti inutili e cercando sempre di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. La sua politica è centrata sul servizio alla comunità e sulla difesa dei valori della giustizia e della solidarietà.

Portera si distingue anche per la sua capacità oratoria, che lo rende un eccellente comunicatore. Durante i comizi, che tiene con grande passione, riesce a trasmettere il suo messaggio in modo chiaro e coinvolgente, senza mai scadere nella demagogia o nell’insulto verso gli avversari. La sua forza politica risiede proprio in questa capacità di mantenere alta la dignità del dibattito pubblico, anche nei momenti di maggiore conflitto. Nonostante le difficoltà, Portera riesce a mantenere il rispetto e l’ammirazione anche da parte di chi lo critica politicamente.

La morte di Saverio Portera, avvenuta nel 2014, segna la fine di un’epoca per Cefalù e per la politica siciliana. La sua lunga carriera e il suo impegno per la città sono un modello di dedizione e responsabilità. Con la sua scomparsa, si chiude una pagina della storia di Cefalù, che nessun altro ha ancora saputo riaprire con la stessa capacità, continuità e passione. Portera lascia un segno indelebile nella memoria collettiva della città, che lo ricorda come uno dei suoi più grandi figli. La sua eredità non riguarda solo le realizzazioni concrete che ha portato avanti durante i suoi mandati, ma anche il suo esempio di integrità, di amore per la sua terra e di impegno civico, che continua a essere una fonte di ispirazione per le nuove generazioni.

Cambia impostazioni privacy