Due volti, un solo mistero: il Salvatore nella luce della sua Cattedrale

Quella che vi proponiamo non è una semplice fotografia: è un racconto silenzioso e potente, un’icona che attraversa i secoli e parla al cuore della città. L’immagine realizzata da Barbara Salmeri racchiude tutto questo: la forza della fede, l’eleganza dell’arte, la luce del mistero.

In primo piano, la statua del Cristo Trasfigurato, patrono della Città e della Diocesi, si staglia con forza e grazia. Le braccia aperte, il volto rivolto verso l’alto, il movimento del mantello dorato: tutto suggerisce luce, apertura, accoglienza. È una figura dinamica, colta nel momento della Trasfigurazione, quando il volto del Cristo «brillò come il sole» e «le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). Il manto, scolpito in forme avvolgenti e rivestito d’oro, non è solo estetica: è simbolo della gloria divina, della luce che abita il mistero della fede cristiana. Ma è lo sfondo a rendere questa immagine ancora più potente.

Alle spalle della statua si erge il Cristo Pantocratore del mosaico absidale della Basilica Cattedrale, icona suprema dell’arte bizantina in Sicilia. L’oro dei mosaici, lo sguardo fermo e misericordioso del Salvatore, le lettere greche che ne proclamano la divinità: tutto converge in una sinfonia visiva e spirituale.

Barbara Salmeri, con straordinaria sensibilità, ha saputo cogliere il dialogo muto e maestoso tra due rappresentazioni di Cristo: la statua moderna e il mosaico millenario. Due linguaggi, un solo messaggio. Il Salvatore che cammina tra gli uomini e quello che regna nella gloria. Il Cristo terreno e quello glorificato. È il cuore stesso della fede cattolica catturato in un solo scatto.

Questa foto non è solo bella. È una dichiarazione d’amore a Cefalù, un ritratto della sua identità profonda. Qui il Salvatore non è solo una festa: è la memoria viva della città, la radice di una comunità, la luce che ancora oggi guida la storia. Questa foto offre volto e voce a ciò che Cefalù è davvero: una terra in cui la fede si fa pietra, la pietra si fa arte, e l’arte si fa preghiera.

Un grazie speciale va a Barbara Salmeri, che con il suo obiettivo ha saputo restituirci non solo una fotografia, ma un frammento d’eternità.

Cambia impostazioni privacy