Liborio Asciutto ha salutato la comunità dell’Itria di Cefalù e si è congedato quale suo Parroco. Ieri, domenica, ha presieduto le sue due ultime celebrazioni eucaristiche tra i suoi parrocchiani. Dopo 41 anni ha lasciato la guida della comunità dove era arrivato il 6 marzo 1976. A presentarlo allora alla parrocchia, quella domenica pomeriggio, era stato il vescovo Salvatore Cassisa. Liborio aveva 34 anni e da dodici era presbitero della chiesa cefaludense. Ad imporgli le mani era stato il vescovo Emiliano Cagnoni, ad appena ventidue anni, il 31 dicembre 1964. Da quell’ultimo giorno dell’anno ha iniziato a spendere la sua vita per gli altri. Ha insegnato al magistrale Rosmini e poi nelle scuole di Stato per ultimare la sua carriera al Liceo Mandralisca quale docente di Storia e filosofia. Durante l’episcopato di Calogero Lauricella, per alcuni anni, è stato accanto al vescovo quale suo segretario.
Quando arriva quale Parroco della parrocchia dell’Itria erano gli anni del post concilio. Il primo impegno di Liborio è sul fronte conciliare: attualizzare il Vaticano II nella sua comunità. Per questo, tra le prime sue scelte, sposta l’Altare della celebrazione al centro di una delle due chiese ad indicare che i fedeli si riuniscono attorno alla mensa del Signore. E’ un modo per dire anche che il celebrante e l’assemblea, pur nella diversità dei ruoli, vivono ed operano sul medesimo piano. Per la città di Cefalù di quegli anni è una rivoluzione.
Per dare, inoltre, un forte segnale sulla presenza nel territorio di una chiesa povera, a fianco dei poveri, Liborio rinuncia a chiedere soldi quando amministra i Sacramenti. Accetta solo offerte libere, spontanee ed anonime. Sempre sul fronte della povertà evangelica, inoltre, dovendo amministrare le esigue risorse della parrocchia, decide di dare priorità al sostegno di persone e famiglie in difficoltà. Per far crescere la comunità, invece, è forte il suo impegno teologico. Apre la parrocchia alla comprensione attuale del Vangelo facendolo leggere nell’ottica dei “Segni dei tempi”. E per dare un impronta nuova alla pastorale ogni anno organizza e mette in atto un simbolo natalizio attinente ai gravi problemi del nostro tempo. Fa nascere un gruppo di Scout che per molti anni resta vivo in città. Promuove gruppi giovanili orientati al lavoro ed alla creazione di cooperative. Per diversi anni porta avanti un corso biblico settimanale. Fa crescere l’iniziativa “Pregare giovani” con la preghiera settimanale attorno all’icona della Trinità sul modello di quella di Taizé. Sostiene la missione di padre Kamau in Kenia. Si occupa dei parrocchiani in difficoltà assistendoli a domicilio soprattutto quando anziani ed ammalati. Apre la sua chiesa agli artisti locali facendo realizzare loro opere d’arte sacra che vengono esposte all’interno dell’edificio sacro. La sua chiesa diventa luogo di incontro e di dialogo fra le persone.
Nella città di Cefalù, Liborio Asciutto promuove l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Fonda per questo un Centro ecumenico per concretizzare l’idea di re Ruggero che era riuscito a far convivere in terra siciliana i cristiani occidentali e quelli orientali insieme a musulmani ed ebrei. Va incontro a diverse difficoltà. Inizia col restaurare l’edificio dell’ex-chiesa di S. Antonio, all’ingresso della sua parrocchia, che era diventato un dirupo. Per i lavori si affida all’autofinanziamento perché non vuole chiedere sussidi allo Stato e nemmeno ad altri Enti pubblici. Per il nuovo Centro ecumenico invita a guardare all’esperienza di Taizé. E così presto all’interno dell’ex chiesa restaurata fa conoscere le varie confessioni cristiane ma anche le altre due religioni monoteiste: ebraismo e islam. Il Centro ecumenico “La Palma” viene inaugurato nel 1995. Per l’occasione arriva a Cefalù il teologo di Tubinga, Hans Küng. La presenza di Asciutto a Cefalù diventa sempre più una presenza ispirata al dialogo con tutti e con ogni cultura.
Il vescovo Mazzola lo nomina quale suo delegato in diocesi per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Grazie a questo nuovo impegno Liborio amplia il suo campo d’azione. Fa interagire il Centro Ecumenico “La Palma”, che ha uno statuto aconfessionale, con l’Ufficio diocesano. Organizza diverse iniziative di elevato livello teologico. Istituisce le Settimane Cefaludesi per l’Ecumenismo che fanno arrivare a Cefalù tante personalità del mondo religioso. Con l’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo realizza altre importanti iniziative come il ciclo di conferenze “Ecumenismo per la Pace”, i convegni interreligiosi ai quali invita relatori come il teologo Jürgen Moltmann, il card. Silvano Piovanelli, il rabbino di Milano Giuseppe Laras e quello di Venezia Elia Richetti, i vescovi Luigi Bettazzi e Giuseppe Chiaretti. A Cefalù arrivano anche Moni Ovadia, Massimo Cacciari, Mario Tozzi, Piero Stefani, Elena Bartolini. Grazie all’opera di Liborio Asciutto vengono allacciati rapporti fra Cefalù ed alcune Istituzioni internazionali: il Consiglio Ecumenico delle Chiese con sede a Ginevra, il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee il cui segretario Mons. Aldo Giordano è stato pure ospite del Centro. Rapporti vengono allacciati anche con il Centro Pro Unione di Roma, il Centro Ecumenico Europeo per la Pace di Milano, Il Centro luterano Melantone di Roma, l’Istituto Ecumenico S. Bernardino di Venezia, l’Istituto Ecumenico S. Nicola di Bari, il SAE (Segretariato per le Attività Ecumeniche).
L’opera di Liborio Asciutto varca i confini della città di Cefalù. L’Ufficio Regionale della Conferenza Episcopale Siciliana guarda con attenzione all’esperienza di Cefalù e fa entrare al suo interno il vice Presidente del Centro “La Palma”, la dottoressa Amalia Misuraca.
Tra gli impegni di Liborio Asciutto anche quello accanto ai turisti. La sua comunità parrocchiale, infatti, per la strategica posizione che occupa nel centro storico cittadino, apre le porte nell’accogliere i numerosi turisti che frequentano la zona. Molte delle attività pastorali portate avanti dal parroco dell’Itria incuriosiscono i turisti che affollano la città. In parrocchia si portano avanti incontri con gli operatori economici operanti sul territorio. Il vescovo Francesco Sgalambro lo chiama a dirigere l’ufficio diocesano per il turismo. Anche in questo campo l’attività di Liborio Asciutto lascia un segno.
Nei quarantuno anni che ha guidato la comunità dell’Itria, Liborio Asciutto si è fatto apprezzare quale Parroco del dialogo culturale e sociale. Aperto all’incontro con i fratelli cristiani ha saputo spingere la comunità ecclesiale al confronto con le odierne culture e alla partecipazione ecclesiale. Grazie Liborio.
Mario Macaluso