Cosa non è la celiachia? Nove risposte per avere una diagnosi corretta

Cosa non è la celiachia? Dopo aver dato ai nostri lettori alcuni dati su questa malattia ci prefiggiamo adesso di parlare della malattia autoimmune dell’intestino tenue, che si verifica in individui di tutte le età, ponendo l’attenzione su cosa non è questa patologia. Ci viene in aiuto il sito ufficiale della settimana nazionale che tra le tante informazioni che offre a quanti lo visitano ha messo on line una pagina dal titolo: «Cosa non è la celiachia»

1. La celiachia non è un’allergia. L’Allergia al grano è una condizione patologica diversa scatenata da un complesso di molecole del grano per nulla simili a quelle del glutine. Anche i tempi di risposta e di reazione sono diversi, inclusi l’eruzione cutanea e il temibile shock anafilattico. A tutto questo è da aggiungere che nella celiachia l’unica via di esposizione al glutine in grado di attivare la malattia è quella intestinale mentre le vie che innescano l’allergia al grano sono diverse e includono anche il sistema respiratorio, la cute e le mucose.

2. La celichia non è la sensibilità al glutine.   La sensibilità al glutine non provoca lesioni alla mucosa intestinale e non esistono marcatori nel sangue per identificare questa condizione. La diagnosi in questi casi è solamente clinica. In altre parole per determinarla occorre esaminare il quadro clinico dopo l’esclusione del glutine (o dei cereali) dalla dieta, verificare la scomparsa dei sintomi e la loro ricomparsa al momento della sua/loro reintroduzione. In presenza di una sospetta sensibilità al glutine è assolutamente necessario che il paziente consulti un medico specialista prima di apportare qualsiasi modifica alla sua dieta.

3. La celichia non è una patologia che si può diagnosticare “a casa”. Sono da evitare diagnosi senza consulto medico o ricorrendo a test per l’autodiagnosi. Il rischio di iniziare la dieta senza glutine senza un’indicazione del medico curante è quello di precludere la corretta diagnosi di celiachia o di altre patologie sottostanti. E’ necessario, quindi, rivolgersi al centro specialistico di riferimento per completare tutti gli accertamenti del caso.

4. Dalla celiachia non si guarisce. E’ una malattia che il paziente si porta per tutta la vita. L’esclusione totale e rigorosa degli alimenti contenenti glutine è efficace in quasi la totalità dei pazienti celiaci. La reintroduzione del glutine nella dieta, anche dopo anni di benessere, determina la ricomparsa dei sintomi e dei segni della malattia. I pazienti, in quanto tali, sono affetti da una vera e propria patologia e devono nutrirsi senza glutine per tutta la vita, in ogni circostanza.

5. Non esistono livelli di celiachia. Questa patologia si può presentare con quadri clinici di diversa gravità e può interessare diversi organi ed apparati. A prescindere da questo il danno è sempre presente se si assume glutine. Il trattamento è uno ed un o solo: una rigorosa dieta senza glutine per tutta la vita. In altre parole non si è più o meno celiaci e nemmeno si può parlare di livelli più o meno gravi di celiachia. Non rispettare la dieta é dannoso per tutte le persone celiache allo stesso modo, anche in assenza di sintomi.

6. La dieta senza glutine non è per tutti. Molte persone scelgono di eliminare il glutine dalla propria dieta per seguire la moda del momento. Oggi la dieta senza glutine è l’unica terapia “salvavita” per curare la celiachia. Per questo il Servizio Sanitario Nazionale eroga ai pazienti celiaci i prodotti dietetici senza glutine. Chi non soffre di celiacgia non ha vantaggi o benefici dall’esclusione del glutine. Anzi, adottare autonomamente la dieta senza glutine potrebbe rendere impossibile la diagnosi corretta di celiachia, qualora il paziente non sapesse ancora di esserne affetto, esponendosi così, in futuro, alle complicanze, anche gravi.

7. La dieta senza glutine non fa dimagrire. E’ solo la mossa del momento. Eliminare la glutine dalla propria dieta non ha alcuno effetto sulla diminuzione del peso. È importante controllare sempre le etichette (per gli alimenti dietetici, da sempre è obbligatorio riportare il profilo nutrizionale, quest’obbligo sarà esteso dal 2016 a tutti gli alimenti confezionati) e prestare attenzione nella scelta e nel consumo degli alimenti, senza escludere necessariamente alcuni prodotti, ma consumandone i giusti quantitativi, seguendo una dieta varia e bilanciata e praticando, secondo la propria età e condizioni, un’idonea attività fisica.

8. La celiachia non è in aumento. Il numero delle diagnosi di celiachia in continua crescita non significa che questa patologia è in aumento. L’incremento è dovuto al fatto che oggi esiste una maggiore consapevolezza e conoscenza della patologia da parte della classe medica e si dispone, inoltre, di test diagnostici sempre più sensibili e meno invasivi. Quindi si sta portando allo scoperto un numero sempre più crescente di pazienti che fino a qualche anno fa sarebbero rimasti non diagnosticati. Non vi è nessuna prova epidemiologica che negli ultimi anni sia aumentato il consumo di glutine nella popolazione mondiale generale e pure se questo venisse dimostrato, non vi è nessuna correlazione dimostrata tra consumo di glutine e sviluppo di celiachia.

9. I grani antichi (farro, kamut®) non sono adatti a chi soffre di celiachia. Nessuna varietà di frumento è ammessa in una dieta senza glutine, in quanto non esistono varietà di frumento non tossiche per i celiaci. Anche i grani che mancano del genoma che codifica per alcune sequenze del glutine, risultano tossici per le persone celiache e quindi non possono essere inclusi in una dieta senza glutine.

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