La Campagna d’Italia 1943: dall’Operazione Husky all’Operazione Achse

La Campagna d’Italia intrapresa dagli Alleati nel mese di giugno 1943 con l’operazione Corkscrew, proseguirà senza sosta, dapprima con l’invasione della Sicilia col nome in codice “Operazione Husky” e continuerà risalendo la penisola con lo sbarco sulle coste calabre, mediante l’Operazione Baytown. Gli interventi militari anglo-americani, in seguito si estenderanno progressivamente per lo “Stivale”, sia nel versante adriatico e tirrenico fino a raggiungere il nord dell’Italia.

L’Operazione Husky (si veda l’articolo a riguardo “Le Forze Italiane in Sicilia il 10 luglio 1943” parte I^ II^ III^ IV^, sulla testata giornalistica on line “Il Caleidoscopio delle Madonie”) schiuse le porte verso la conquista della penisola italiana, quest’ultima definita dal Primo Ministro del Regno Unito, Winston Churchill “il ventre molle d’Europa”.

L’occupazione della Sicilia che per gli Alleati doveva compiersi in breve tempo, si dimostrò invece un percorso piuttosto ostico.

Il Messaggero di Roma così ebbe a scrivere in data 26 agosto 1943 (citato in Domenico Portera “La Resistenza in Sicilia” Publisicula Edizioni di Sicilia Tempo Palermo 1976) “Se si pongono a confronto i 38 giorni di durata della battaglia con i 30 in totale della campagna di Polonia, i 17 di quelli di Francia, i 14 della campagna jugoslava, ed i 18 o 20 occorsi rispettivamente per la presa di Creta e Singapore, si vedrà che la conquista della Sicilia è stata un’impresa tutt’altro che facile e rapida… non è quindi ad imprevidenza di comandi e non a scarsa combattività delle truppe che si deve la perdita della Sicilia, ma soltanto ed unicamente alla troppo grande superiorità quantitativa avversaria sotto il triplice aspetto delle forze terrestri, navali ed aeree”.

In Italia, nella riunione del Gran Consiglio avvenuta il giorno 25 luglio 1943, fu approvato l’ordine del giorno Grandi, che decretò la destituzione del Presidente dopo vent’anni di regime.

Il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia (su nomina del Re Vittorio Emanuele III), fu il Maresciallo Pietro Badoglio, proprio lui ufficializzerà il giorno 8 settembre 1943 la resa incondizionata e la conseguente conclusione dell’alleanza con la Germania nazista.

Il giorno successivo si verificarono nella penisola italiana gli sbarchi anglo-americani dai nomi in codice “Operazione Avalanche” e “Operazione Slapstick”. A sua volta, in virtù delle clausole imposte dalla resa incondizionata, la Flotta della Regia Marina si consegnava agli Alleati.

Il 9 settembre la squadra navale italiana salpata dal porto di La Spezia (eseguendo le disposizioni di una delle clausole del “Promemoria Dick”, inserite nella resa incondizionata) in rotta verso Malta, fu attaccata da un gruppo di bombardieri della Luftwaffe.

La nave da battaglia “Roma” fu colpita e si inabissò, «…scomparvero in mare o decedettero nell’ospedale di Porto Mahon, 1.393 persone…» (da www.regianaveroma.org).

Successivamente all’annuncio ufficiale della resa incondizionata, l’Oberkommando der Wehrmacht, ossia il Comando Supremo di tutte le Forze Armate Tedesche, rendeva operativa l’Operazione Achse.

Il piano tedesco (già programmato in precedenza attraverso il “Piano Alarich”, nell’ipotesi che venisse meno l’alleanza del Regno d’Italia con la Germania nazista) consisteva nell’occupazione e il controllo del territorio della penisola italiana.

Il 10 settembre 1943 a Roma, dopo svariati scontri con le truppe italiane i tedeschi occuparono la Capitale. Frattanto, dal “Regno del Sud”, il Re Vittorio Emanuele III annunziava da radio Bari il suo famoso Proclama:

“Per il supremo bene della Patria, che è stato sempre il mio primo pensiero e lo scopo della mia vita e nell’intento di evitare più gravi sofferenze e maggiori sacrifici, ho autorizzato la richiesta dell’armistizio. Italiani, per la salvezza della Capitale e per poter pienamente assolvere i miei doveri di Re, col Governo e con le Autorità Militari, mi sono trasferito in altro punto del sacro e libero suolo nazionale. Italiani! Faccio sicuro affidamento su di voi per ogni evento, come voi potete contare fino all’estremo sacrificio, sul vostro Re. Che Iddio assista l’Italia in quest’ora grave della sua storia”.

La Penisola italiana a questo punto si trovò divisa in due zone per mezzo di una linea difensiva, la cosiddetta “Linea Gustav”. Questa linea fortificata approntata dalla Wehrmacht (Forze Armate Tedesche) separava il Regno del Sud di Vittorio Emanuele III (controllato dagli Alleati), da quello dell’Italia centrale e del nord (fatta eccezione delle regioni del Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, la provincia di Belluno e la penisola dell’Istria) soprinteso dai tedeschi e guidato da Mussolini, dopo la sua liberazione.

In realtà, per espressa volontà di Adolf Hitler, il 12 settembre 1943, al rifugio di Campo Imperatore, sul Gran Sasso d’Italia, fu liberato dalla prigionia Benito Mussolini. La scarcerazione avvenne per opera di reparti speciali tedeschi, in seno all’Operazione Quercia.

Il 18 settembre da Radio Monaco, Mussolini annunzia la costituzione del Partito Fascista Repubblicano e il 23 settembre dello stesso anno, egli, tornato in Italia, provvederà alla creazione del governo della Repubblica Sociale Italiana.

Indicazioni documentarie fornite dal Colonnello Mario Piraino (Direttore della Biblioteca di Presidio del Comando Regione Militare Sud)

Fonte consultata: www.regianaveroma.org

Foto: L’affondamento della nave americana Liberty Robert Rowan colpita da un bombardiere tedesco durante lo sbarco a Gela l’11 luglio, da Wikipedia. Photographer: Lt. Longini, U.S. Army Signal Corps. During the Allied invasion of Sicily the Liberty ship Robert Rowan (K-40) explodes after being hit by a German Ju 88 bomber off of Gela, Sicily (Italy), on (11 July 1943).

Articolo pubblicato in origine sul giornale telematico MadonieLive il 18 settembre 2013.

Giuseppe Longo
giuseppelongoredazione@gmail.com
@longoredazione

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