La difesa costiera di Termini Imerese nella Prima Guerra Mondiale. Nel periodo della Grande Guerra divenne essenziale difendere i litorali italiani dall’aggressione nemica. A fronteggiare questa minaccia oltre alle navi da guerra furono utilizzati anche i Treni Armati o per meglio dire le “navi da guerra su rotaie”. Questi convogli, governati interamente da marinai e fortemente voluti dall’Ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel, ebbero in dotazione artiglierie con bocche di fuoco di differente calibro, secondo il tratto di costa che bisognava sorvegliare.
Il primo treno ebbe il suo battesimo del fuoco nel 1916 lungo il litorale adriatico, e lo fece per difendere il suolo italiano dal fuoco aereo austriaco. In Sicilia, la difesa territoriale delle coste ricadenti nella provincia di Palermo fu affidata al controllo di guarnigioni che presidiarono per l’appunto un territorio suddiviso in due settori di comando. La città di Termini Imerese ebbe il proprio settore di comando all’interno della Caserma La Masa. Abbiamo chiesto al Generale di Brigata Mario Piraino di parlarci della difesa costiera di Termini Imerese nella Prima Guerra Mondiale.
«La difesa territoriale delle coste della provincia di Palermo, nel periodo della Prima Guerra Mondiale era suddivisa in due settori ed era assicurata da 57 torri di avvistamento costiero e da 4 castelli. Le postazioni militari dotate di alloggiamenti per l’accasermamento della guarnigione, spesso in baracche di legno, erano presidiate da drappelli di soldati che muniti di binocoli e cannocchiali, con rigorosi turni di guardia, scrutavano il mare, dall’alba al tramonto. I posti di avvistamento erano collegati tra loro e con i Comandi della difesa territoriale, per mezzo di apparecchi telegrafici. Il Comando di settore, era sempre strategicamente collocato in modo baricentrico rispetto al territorio costiero da controllare; e assicurava il vettovagliamento del personale, la sostituzione con i rincalzi e, in caso di emergenza, inviava rinforzi con militari a cavallo dotati di mitragliatrice e munizioni di riserva, someggiate su muli e di artiglieria ippotrainata.
Infatti, è noto a tutti che sin dal maggio 1915, con l’inizio delle ostilità, la Regia Marina attivò una serie di treni armati, equipaggiati con cannoni navali di piccolo e medio calibro, in una prima fase realizzati per operare sulla linea ferroviaria adriatica. A tale scopo, la Direzione di Artiglieria e Armamenti del Regio Arsenale Marittimo di La Spezia nel 1915 allestì carri di servizio muniti di cannoni antiaerei e mitragliatrici di piccolo calibro, utilizzando carri pianale tipo POZ delle Ferrovie dello Stato, modificati e rinforzati.
Bibliografia e sitografia:
Paolo Caccia Dominioni, “1915-1919: Cronaca inedita della Prima Guerra Mondiale da documenti vari e dal diario del Tenente Sillavengo”. Longanesi, 1965.
Rita Keglovich, “Prigionieri di guerra ungheresi in Sicilia dopo la Prima Guerra Mondiale”. Akadémiai Kiadó, Budapest, 2005.
Giuseppe Longo 2014, “Termini Imerese durante il primo conflitto mondiale e i fanti bosniaci”. Cefalùnews, 13 novembre.
Giuseppe Longo
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