Tensione in Aula alla Camera tra il Pd e il presidente Roberto Fico

Durante l’esame della legge costituzionale sul referendum propositivo, la tensione è salita quando il deputato M5s Giuseppe D’Ambrosio ha mimato il gesto delle manette verso il deputato dem Gennaro Migliore. Dal Pd prima Enrico Borghi, poi Emanuele Fiano hanno chiesto di espellere il deputato pentastellato minacciando, in caso contrario, di abbandonare l’aula. “E’ stato fatto un richiamo formale, in questo momento oltre non vado, poi vedremo col collegio dei questori”, ha spiegato Fico. Una risposta che non ha soddisfatto i deputati dem che hanno lasciato in polemica l’assemblea, salutando col gesto della mano la terza carica dello stato e lanciandogli addosso i fascicoli stampati della seduta. “Questo non lo accetto”, ha detto il presidente sospendendo la seduta. “Apprezzate le circostanze ritengo opportuno interrompere la seduta che riprenderà il 19 febbraio alle 14 per interpellanze”, ha detto Fico. Alla ripresa dei lavori il presidente della Camera dice: “Chiedo scusa per aver risposto. Mi sono lasciato andare. Chiedo scusa, senza problemi, di un mio errore. Da questa presidenza ci si sono sempre scuse quando sbaglia”. Così Roberto Fico a proposito di quell'”arrivederci” rivolto al gruppo Pd che stava abbandonando l’Aula per protesta contro la mancata espulsione del deputato M5s D’Ambrosio. La bagarre si è scatenata in coda a un dibattito sulle modalità di selezione dei parlamentari da parte dei diversi partiti: “Proprio voi parlate di popolo, ma da chi siete selezionati? Da un popolo di troll e nerd su un sistema operativo fasullo. Poi quando vi presentate alle comunali raccogliete poche preferenze. Andate a studiare politica dei territori. Quale popolo avete consultato per aver messo lì un premier che passava per caso?”, ha detto il deputato di Fi Alessandro Cattaneo rivolto ai 5 stelle. A difesa dei pentastellati ha parlato Francesco Forciniti: “Fi è un partito che da sempre si è battuto per ridurre la rappresentanza dei cittadini senza preferenze col metodo dei listini bloccati che non hanno mai visto meritocrazia e metodi trasparenti. Vergogna”. La situazione è degenerata però con l’intervento di Giuseppe D’Ambrosio (M5s) che ha parlato di dibattito surreale: “Pd e Fi parlano di preferenze ma sono i partiti che hanno cancellato da questo Parlamento le preferenze per fare i listini bloccati per mettere i peggiori parlamentari della vergogna della Repubblica”. Fico lo ha ripreso chiedendgli di usare “parole rispettose nei confronti dei parlamentari”. Ma D’Ambrosio ha proseguito: “Ricordo il nome di Francantonio Genovese condannato in primo grado a 11 anni, cacciato dal Pd, passato a Fi dove è stato accolto a braccia aperte”. Parole che hanno fatto infuriare il Pd che ha chiesto a Fico di espellere D’Ambrosio. A sostegno della richiesta di esplusione di Giuseppe D’Ambrosio, Emanuele Fiano richiama, in via di prassi, un’espulsione decretata nei suoi stessi confronti nella precedente legislatura dall’allora vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Roberto Fico replica ricordando all’esponente Pd che “le strade che si possono opzionare rispetto ai casi che accadono in Aula le decido io”. “Detto questo – riprende il presidente della Camera – il deputato D’Ambrosio è stato già richiamato, ha avuto primo richiamo, e altre cause disciplinari rispetto al comportamento non si analizzano qui ma in altra sede”. Fico spiega dunque a Fiano che questo è accaduto anche nel corso dell’attuale legislatura quando “non è stata l’Aula ma il Collegio dei Questori” a pronunciarsi su una bagarre ai banchi del governo che aveva visto coinvolto lo stesso Fiano. “Se mi avessero chiesto di cacciarla avrei detto no, lo vedrà il Collegio dei Questori. E così sarà per D’Ambrosio”. Parole che non soddisfano i deputati dem, che cominciano ad abbandonare gli scranni. Qui Fico dice al loro indirizzo “arrivederci” per poi precisare, al salire di tono del vociare, “mi state salutando”, mimando a propria volta il gesto con la mano arrivato dai banchi Pd.

Fico a questori: esaminate accaduto

“Gentili questori, vi chiedo di voler procedere all’esame degli episodi accaduti nel corso della seduta odierna dell’Assemblea per poterne valutare la rilevanza sotto il profilo disciplinare di cui all’articolo 60, comma tre, del regolamento della Camera”. E’ quanto scrive il presidente di Montecitorio ai deputati questori, dopo la bagarre scoppiata stamane in Aula.

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