Emanuele Minutilla, giovane cefaludese di 24 anni, ha scritto una poesia per Cefalù. “Innamorato della mia Cefalù e della mia terra, la Sicilia. Fin da quando ero piccolo – spiega Emanuele – la mia passione è stata per i libri di letteratura con lo scopo di arricchire sempre più il mio bagaglio culturale. La mia passione per la poesia e la scrittura è nata come per caso una sera di circa 4 anni fa, quando ho visto in tv il film di Roberto Benigni “La tigre e la neve”. Da lì è nato qualcosa dentro me”.
Ode a Cefalù
Paradiso in terra, unica sul pianeta,
forgiata con acqua cristallina e roccia virile.
La pace del mare che contorna il mondo
genera costante armonia.
Gli uccelli danzano sopra la testa.
L’ubriachezza dell’ onda salina deforma tutto come sabbia.
Ogni cosa è sorvegliata dal rumoroso vento,
dal cocente sole, dalla romantica luna,
dalle bianche stelle, spettatrici di tale meraviglia.
Sfoggi la tua identità, divorata dal fascino erotico della tua forma, quasi di prepotenza.
La gente rigogliosa, piange e stride di gioia.
Il cuore palpita alla tua vista, lacerato dalle emozioni, martellato da petali come chiodi,
leggere carezze.
I pescherecci frenetici navigano e pullulano dal porto al molo, un tripudio di reti issate.
Case e strade decorate con fiori di selvaggia bellezza.
In ogni crepa della tua pelle nascondi un tesoro,
in ogni scheggia della tua pietra celi un ricordo.
Vi è un’ umida fragranza di roccia bagnata.
Sulla spiaggia i gabbiani immobili,
una voce rauca in mezzo al cielo,
è il vento, in lotta con la pioggia.
Odore di legno fradicio si espande nell’ aria
e Tu, con le lance dorate del sole
o con gli aghi grigi della pioggia,
sei meravigliosa.
Gli scogli ti proteggono come scudi,
guardiani fertili.
Di giorno luccicante, trepidante,
gremita di colori,
di notte taciturna, quieta, assorta nella pace.
Oltre il mare, le case e la grande chiesa aurea
è protesa la maestosa statua rocciosa.
È la rocca merlata che sovrasta il mondo,
così imponente che eclissa lo sguardo
da qualsiasi cosa.
Dominatrice di tutto.
Ed io ne sono assuefatto, per sempre.
Emanuele Minutilla