Una delle processioni pasquali più belle delle Madonie si tiene a Gangi la domenica delle Palme. E’ una tradizione antica e ad organizzarla sono le dodici confraternite del Borgo, la maggior parte delle quali sono nate nel XVII secolo. La tradizione vuole che a turno ogni anno, una delle Confraternite provveda a organizzare questa processione procurando i rami di palma e i grappoli di datteri necessari.
Tutto comincia alle prime luci dell’alba quando i confrati si riuniscono nella chiesa della Confraternita organizzatrice. Portano con loro tamburi, ceri, abiti, croci, addobbi e insegne. In chiesa trovano palme e rametti di dattero che vengono suddivisi per formare dodici fasci quante sono le confraternite. Ogni confraternita riceve uno dei dodici fasci per sorteggio. Subito dopo i confratelli si mettono all’opera per realizzare la grande palma. Per questo le migliori palme vengono addobbate con una moltitudine di fiori di diversi colori. Ultimati i primi addobbi i rami delle palme vengono raggruppati e incastrati nella «cunocchia» che è un supporto in legno formato da una ruota piena di fori. Vede la luce così la “grande palma” che sarà portata in processione. Vengono aggiunti rametti di dattero, alcuni simboli sacri realizzati artigianalmente utilizzando le palme e delle piccole croci costruite con legno di rovo. Mentre tutti sono intenti a realizzare la “grande palma” i confratelli liberi da questo impegno addobbano i ceri e preparano gli abiti, le insegne, le croci e i tamburi.
Nella tarda mattinata alcuni rulli di tamburo annunciano alla città che sta iniziando la grande processione. I contratti sfilato in fila verso la Chiesa madre. Portano sulle spalle le “grandi palme”. In testa la confraternita più giovane, quella di San Giuseppe dei Poveri, per ultima la più antica, quella del SS.Salvatore. A precedere ogni confraternita vi sono due tamburinara che indossano una preziosa rubrica ricamata con fili color oro e argento. Dopo di loro sfilano tutti gli altri confratelli tra cui quello con la “grande palma” e quello che porta il «còccumu» ovvero il bastone che sostiene il simbolo della confraternita. Molti dei confratelli indossano una tunica bianca con una mantella che è di colore diverso a secondo la confraternita di appartenenza.
Il momento più carico di emozione si ha quando tutti i confratelli entrano nella Chiesa Madre rievocando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. I tamburinari, man mano che arrivano davanti l’ingresso principale della chiesa, si dispongo al lato degli archi che si aprono ai piedi della torre campanaria. I confratelli entrano lentamente in chiesa. Non appena vi entra l’ultima confraternita, il rullo dei tamburi si fa assordante per poi cessare improvvisamente.
All’interno della Chiesa Madre le Palme vengono disposte a semicerchio davanti l’altare. Il sacerdote le benedice. A questo punto inizia la seconda parte della processione. Il corteo si dirige verso la Chiesa del SS. Salvatore. Al loro arrivo i confratelli entrano dal portone principale e, dopo aver attraversato tutta la chiesa, escono dal portone laterale. Dopo una piccola sosta sullo spiazzale antistante la chiesa, il corteo procede tra le strette stradine del Borgo toccando diverse chiese del paese. Verso mezzogiorno la processione torna nella Chiesa Madre dove viene celebrata la santa messa. Al termine della celebrazione i confratelli rientrano nelle rispettive sedi e provvedono a distribuire ai fedeli la palma benedetta. La tradizione, infatti, spinge a conservare in casa palme e i rametti di ulivo benedetti perché sono segni di protezione per le famiglia.
La foto è di: Salvatore Machì