Usa, arriva il viagra femminile: ecco di cosa si tratta

La «Food and Drug Administration» ha approvato venerdì la vendita di un’iniezione per aumentare il desiderio sessuale delle donne. Porta il nome di «Vyleesi» ed è stato subito ribattezzato «Viagra femminile».

Conosciamo il nuovo farmaco

Il nuovo farmaco, il bremelanotide, sarà commercializzato con il nome di «Vyleesi» ed è un’iniezione destinata ad aumentare la libido femminile. È stato sviluppato dalla Palatin Technologies che ha concesso i diritti di licenza esclusivi alla Amag Pharmaceuticals. A differenza del Viagra, che dirige il flusso del sangue verso i genitali degli uomini, Vyleesi agisce attivando alcune zone del cervello che sono coinvolte nelle risposte sessuali del corpo. Aiuta soprattutto le donne in premenopausa con disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (HSDD). «Vyleesi» è il secondo farmaco del suo genere nato con l’obiettivo di aumentare la libido femminile. Arriva, infatti, dopo la pillola Addyi di Sprout Pharmaceuticals, che è stata approvata nel 2015 ma ha subito suscitato polemiche per il fatto che considerava il ridotto desiderio sessuale nelle donne come un problema mentale. Il precedente farmaco, inoltre, avvertiva le donne sul fatto che andava preso limitando l’uso di alcolici durante il trattamento. Il nuovo farmaco sarà disponibile da settembre attraverso alcune farmacie. Vyleesi, che non limita l’uso di alcol, è stato presentato come un farmaco dai molti vantaggi con effetti collaterali tollerabili. Tra i vantaggi viene detto che per la sua rapida azione non va assunto ogni giorno. ll nuovo farmaco, infatti, viene somministrato nell’addome o nella coscia utilizzando un autoiniettore. Occorre fare la puntura almeno 45 minuti prima dell’attività sessuale prevista. La «Food and Drug Administration» raccomanda alle pazienti di non assumere più di una dose al giorno e più di otto al mese.

Gli effetti collaterali del nuovo farmaco

Durante gli studi clinici sono stati riportati lieve e moderata nausea che non durava più di due ore e che per lo più si verificherebbe durante le prime tre dosi. A manifestare questa nausea sarebbero stati circa il 40% dei pazienti che si sono sottoposti agli studi clinici.

Che cosa è il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo (HSDD)

Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è la perdita di interesse nell’attività sessuale. Provoca una riduzione temporanea dell’interesse sessuale nelle donne spesso causata da situazioni passeggere, come la stanchezza. Questo disturbo riduce i pensieri e le fantasie erotiche e il desiderio di attività sessuale per un periodo di tempo prolungato. Un desiderio sessuale ipoattivo è considerato un disturbo solo se provoca angoscia nella donna e se il desiderio è assente per tutta l’esperienza sessuale. In genere a causarlo sono: depressione, ansia, stress o problemi relazionali. Contribuisce anche una bassa opinione della propria immagine sessuale, le esperienze sessuali poco gratificanti, che si verificano quando uno o entrambi i partner hanno scarsa competenza o perché la donna non comunica le proprie esigenze erotiche. Le donne affette da questo disturbo tendono a essere ansiose e ad avere frequenti sbalzi d’umore.

Possono ridurre il desiderio sessuale anche l’uso di certi farmaci, fra cui gli antidepressivi (in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), gli oppioidi, alcuni anticonvulsivanti e i beta-bloccanti. Fra le cause anche l’abuso di alcol.

Classificazione della disfunzione sessuale femminile

La disfunzione sessuale femminile comporta un’aumentata o ridotta reattività sessuale. La classificazione è determinata dai sintomi. Ci sono 5 categorie principali di ridotta reattività e una di maggiore sensibilità. Ecco la classificazione: Disturbi del desiderio/interesse sessuale, disturbo dell’eccitazione sessuale, disturbo orgasmico, vaginismo, dispareunia e la vestibulodinia nota come vestibolite vulvare. Un disturbo viene diagnosticato quando i sintomi provocano sofferenza. Alcune donne possono anche non presentare un disturbo. Quasi tutte le donne con disfunzioni sessuali presentano le caratteristiche di una malattia. Questi disturbi possono essere classificati come cronici o acquisiti; specifici o generalizzati; lievi, moderati o gravi. 

Il trattamento attuale e la «mindfulnes»

Attualmente il trattamento varia a seconda della patologia e delle cause. Spesso si rende necessario più di un trattamento soprattutto quando si sovrappongono più disturbi. Il cardine del trattamento attualmente sono le terapie psicologiche. 

Tra le terapie può aiutare anche la «mindfulnes» che è una pratica orientale con radici in meditazione buddista. Aiuta le donne a liberarsi dalle distrazioni che interferiscono con l’attenzione alle sensazioni sessuali. Questa terapia riduce la disfunzione sessuale nelle donne sane. Per impararla ci sono delle comunità ma si può apprendere anche attraverso le risorse Internet. Le donne sono incoraggiate a identificare i pensieri disadattivi, ma poi ad osservare semplicemente la loro presenza, rendendosi conto che sono solo eventi mentali e potrebbero non riflettere la realtà. La terapia cognitiva basata sulla mindfulness è usata per prevenire la depressione ricorrente ma può anche essere adattata nel trattamento dei disturbi di eccitazione sessuale.

Alcuni dati del problema

Sulla base di quanto riportano alcune ricerche in campo internazionale, le donne lamentano una vulnerabilità ai disturbi del desiderio doppia rispetto agli uomini (33% vs 16%). Nello specifico, gli studi condotti in Europa dicono che l’incidenza di questo disturbo nella popolazione femminile varia dal 21% al 34%, con un progressivo incremento con l’aumentare dell’età. L’industria farmaceutica americana da tempo porta avanti delle campagne pubblicitarie, alcune delle quali finanziate dai produttori di farmaci, per far sapere che il disturbo sessuale femminile colpisce circa 1 donna su 10. Amag stima che quasi 6 milioni di donne statunitensi potranno risolvere i loro problemi sessuali con il nuovo farmaco. 

Un sito web per spiegare alle donne il disturbo 

Si prevede di lanciare il nuovo farmaco attraverso i social media, tra cui un sito web che si trova all’indirizzo https://www.unblush.com che spiega alle donne come il basso desiderio sessuale non è un problema di cui vergognarsi. Il sito risponde ad alcune delle domande più frequenti che si pongono le donne che soffrono di questi disturbo. Ecco alcune domande alle quali il sito risponde. Perché mi è successo questo? Perché ho perso il mio desiderio sessuale? In che modo il basso desiderio sessuale influisce sulla tua vita? In un’apposita sezione ci sono alcuni articoli che affrontano il problema. «Troppe donne – si legge nel sito – sono troppo imbarazzate per dire al loro medico sul loro scarso desiderio sessuale. Ma non è niente da arrossire. È qualcosa su cui imparare, parlare e confrontarsi. Parla ora». Le donne hanno anche la possibilità di iscriversi ad una mailing list per rimanere aggiornate con gli ultimi messaggi e sull’attività della comunità. Il sito offre anche alcune risorse. Conversazioni sul frustrante basso desiderio sessuale. Un quiz per scoprire se si è affetti dal disturbo da desiderio sessuale e alcune indicazioni per parlare di questo disturbo con il proprio partner. 

Questa immagine è stata fornita da Amag Pharmaceuticals. Mostra le confezioni del nuovo farmaco Vyleesi. Il farmaco ha ricevuto l'ok venerdì 21 giugno 2019 dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti.(Amag Pharmaceuticals via AP)
Questa immagine è stata fornita da Amag Pharmaceuticals. Mostra le confezioni del nuovo farmaco Vyleesi. Il farmaco ha ricevuto l’ok venerdì 21 giugno 2019 dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti.(Amag Pharmaceuticals via AP)
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