Esiste l’abbronzatura sicura? Cosa rispondono gli specialisti

Esiste l’abbronzatura sicura? Ogni anno con l’arrivo dell’estate se ne parla sempre di più perché i raggi del sole fanno male e vanno presi con le giuste precauzioni. I loro danni anche con le creme solari sono gravi: eritemi, macchine, bolle, macchie, invecchiamento precoce e nel peggiore dei casi melanomi. Negli ultimi anni, a sentire i medici, si è creata una situazione paradossale: anche se la gente utilizza sempre di più le creme solari, i tumori della pelle sono in costante aumento. L’unica vera prevenzione contro i tumori, secondo gli specialisti, è limitare l’esposizione al sole. La crema non è una garanzia totale dai raggi ultravioletti. Va utilizzata con intelligenza.

Niente paure ma nemmeno irresponsabilità. Tre sono le regole più importanti  da osservare per una tintarella quanto più possibile sicura. Prima regola: la melanina viene stimolata dai raggi del sole solo per un lasso di tempo di circa 45 minuti. Se dopo questo intervallo il colorito non aumenta perché rimanere a rosolarsi al sole per ore? E’ meglio intervallare l’esposizione con alcuni momenti all’ombre. Seconda regola: evitare il sole quando i raggi sono perpendicolari. Prenderlo, quindi, la mattina presto fino alle 11 e il pomeriggio dalle 16 in poi. Terza regola: Mentre si è al sole è importante bere molta acqua e mangiare tanta frutta, per mantenere la pelle sempre idratata.

Servono le protezioni delle creme solari? I tipi di pelle sono convenzionalmente suddivisi in 6 fototipi. La pelle di ogni persona, a seconda del fototipo contiene una certa quantità di melanina, la sostanza responsabile dell’abbronzatura. Il fototipo VI è quello che ne contiene di più, mentre il fototipo II ne contiene di meno. Nelle persone di fototipo I è quasi insignificante e anche una minima esposizione alla luce solare può essere molto pericolosa.Usare una crema protettiva in base al proprio fototipo è importante per un’abbronzatura sicura. Come funzionano i prodotti solari? Esistono due tipi di filtri: chimici e fisici. I primi sono i più comuni, e permettono ai raggi ‘buoni’ di penetrare, bloccando invece i raggi UV. I filtri fisici, invece, riflettono le radiazioni come uno schermo totale: sono utili per aree del corpo delicate o per pelli molto sensibili. 

Ecco la formula scientifica per non rischiare

La pelle ha una capacità di auto-proteggersi per qualche minuto. Occorre conoscere bene, quindi, il proprio fototipo. Per esempio chi ha la pelle molto chiara, occhi chiari e capelli biondi con molta probabilità ha una capacità di auto-proteggersi di 2 minuti. Chi è, invece, di un fototipo ‘mediterraneo’ inizia a scottarsi dopo più tempo. Conosciuto il proprio fototipo si guarda la SPF delle creme solari: indica il tempo in cui siete protetti. Ecco a questo punto la formula da applicare: i minuti di auto-protezione vanno moltiplicati per il fattore protettivo di una crema. Il prodotto che se ne ottiene è il tempo di intervallo tra un’applicazione e l’altra. Se avete una crema dal fattore 10, per esempio, e ci mettete 20 minuti a scottarvi, significa che ogni 200 minuti, poco più di 2 ore, dovete rimettere la crema. Se, invece, ci mettete 5 minuti a scottarvi ed avete sempre una crema dal fattore 10 dovete rimettere la crema dopo circa 50 minuti altrimenti dovete cambiare prodotto e passare ad un fattore protettivo più alto.

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