Seconda Guerra Mondiale: Operazione Malta Due

L’isola di Malta, posta nel Mediterraneo centrale a circa sessanta miglia a sud della Sicilia, durante la Seconda Guerra Mondiale fu una colonia inglese di grande importanza strategica. Sin dall’inizio delle ostilità la Regia Aeronautica insieme alla Luftwaffe, effettuarono su questa fortezza militare, ripetuti attacchi aerei. Tuttavia, non mancarono altresì offensive delle marine da guerra dell’Asse. In realtà, il 25 luglio 1941, la Regia Marina diede l’avvio all’Operazione Malta Due, con l’obiettivo di attaccare le determinanti installazioni portuali britanniche, e distruggere le reti di protezione per consentire ai sabotatori italiani di dirigersi sulle navi nemiche ancorate in rada.

Al calar del sole dal porto di Augusta levarono l’ancora, l’Avviso veloce “Diana” con a bordo nove Motoscafi Turismo Modificati (M.T.M.), trainante un motoscafo speciale per il trasporto di due siluri a lenta corsa (S.L.C.); il MAS 452 con a bordo il Capitano di Fregata Vittorio Moccagatta, insieme al Capitano medico Bruno Falcomatà; e il MAS 451, quest’ultimo, che conduceva a rimorchio un motoscafo da turismo silurante (M.T.S.) con il quale il Capitano di corvetta Giorgio Giobbe avrebbe dovuto condurre i Barchini Esplosivi sino all’ingresso della base navale di La Valletta.

Nella notte fra il 26 e 27, due S.L.C., uno dei quali, guidato dal Maggiore del Genio Navale Teseo Tesei, e otto M.T.M. giunti in prossimità del porto maltese, effettuarono l’attacco. Tuttavia, intercettati dai radar inglesi, furono respinti dalle difese costiere e mitragliati dagli aerei subito dopo allertati. La fallita incursione al porto di La Valletta costò la vita a Tesei ed anche al comandante della Xa Mas, Moccagatta che rimase ucciso insieme al suo equipaggio, durante il rientro alla base italiana di Augusta.

Abbiamo chiesto allo storico navale Virginio Trucco (1) di parlarci della sfortunata ma gloriosa “Operazione Malta 2”, ardita missione che settantotto anni fa ridusse i ranghi della Xª Flottiglia MAS, comunemente nota come “la Decima” e che sarà il preludio per lo studio di un attacco programmato per la conquista della base navale britannica: ossia l’Operazione C3, prevista per i mesi di giugno-luglio 1943, e che non fu mai attuata. Infatti, la vittoriosa offensiva in Nord Africa del Feldmaresciallo Erwin Rommel, convinse Adolf Hitler, nonostante le insistenze del Generale Ugo Cavallero e di Benito Mussolini, ad annullare l’operazione e indirizzare le forze italo-tedesche in Africa settentrionale.

«Con la crisi generatasi nel 1935 in seguito alla campagna d’Etiopia, vista la forte presenza di navi della Royal Navy in Mediterraneo, la Regia Marina ipotizzò l’utilizzo di mezzi d’assalto al fine di attaccare le navi nei porti, gli studi si concentrarono su due progetti, il primo di due ufficiali del Genio Navale Teseo e Toschi che prevedeva l’uso di un semovente subacqueo (S.L.C.) e il secondo dell’ammiraglio Aimone di Savoia-Aosta di un motoscafo esplosivo (M.T.), i due prototipi furono approntati rapidamente, ma la conclusione nel ‘36 della guerra e la successiva normalizzazione dei rapporti, fecero fermare lo sviluppo dei mezzi. Alla fine del 1938 in previsione di nuove tensioni internazionali lo sviluppo dei mezzi riprese con la costituzione della sezione “Armi Speciali” poi “Flottiglia MAS Speciale” per diventare poi “Xa Flottiglia MAS”. Con lo scoppio delle ostilità il comandante della Flottiglia C.F. Vittorio Moccagatta presentò il piano preparato nel ‘36 per l’attacco a Malta, considerata spina nel fianco della nostra Marina e non solo, il Ministero Marina mostrava dei dubbi sull’utilità dell’attacco, considerato che a Malta non vi erano grandi navi, ma solo naviglio leggero e qualche sommergibile, di fronte all’insistenza del comando della X Supermarina autorizzò l’attacco. Nei giorni 24-28 e 30 giugno Barchini esplosivi rimorchiati da MAS partirono dalla Sicilia verso Malta ma inconvenienti tecnici e maltempo, fecero si che le azioni fossero annullate.

Lo Stato maggiore della Xa iniziò a organizzare con cura un ulteriore tentativo, venne scelta la notte fra il 26 e 27 luglio, notte in lume e con previsioni meteo favorevoli, era previsto l’impiego dell’Avviso Diana che doveva imbarcare 9 M.T. e 1 M.T.L., 1 M.T.S. (motoscafo silurante) 2 S.L.C. ed i MAS 451 e 452.

Il piano prevedeva che un S.L.C. guidato da Tesei ed il 2° Capo Pedretti doveva far saltare le ostruzioni che chiudevano il porto sotto ponte Sant’Elmo, mentre il secondo “Maiale” condotto dal Tenente di Vascello Costa e dal Capo Barla avrebbe attaccato la base dei sommergibili a Marsa Muscetto, i Barchini esplosivi guidati dal Capitano di Corvetta Giorgio Giobbe al comando del M.T.S. sarebbero penetrati nel porto dal varco creato nelle ostruzioni.

Al tramonto del 26 Luglio il Diana con i mezzi a bordo ed i MAS 451 e 452 lasciarono il porto di Augusta, alle 23.00 raggiunsero il punto “C” a 20 miglia da Malta e iniziarono le operazioni di messa a mare dei mezzi, con qualche difficoltà l’operazione venne effettuata, anche se con qualche ritardo, inizia l’avvicinamento all’isola, alle 02.00 da Malta vengono accesi brevemente alcuni proiettori, alle 03.00 il M.T.L. rilascia i due maiali, quello di Cota presenta dei problemi alla pompa di travaso e dopo un tentativo di riparazione dovrà essere affondato, Tesei si dirige sul suo obiettivo che avrebbe dovuto attaccare alle 4.30, intanto il M.T.S. comandato da Giobbe conduce gli M.T. nel punto previsto per la partenza dell’attacco, previsto alle 4.40, alle 4.30 un sordo brontolio di un’esplosione subacquea avverte che Tesei ha portato a fine il suo compito, Giobbe ordina a due M.T. preparati per esplodere in superficie di lanciarsi verso le ostruzioni, purtroppo l’esplosione dei mezzi unita a quella dello S.L.C. provocano il crollo di un pilone del ponte che ostruisce l’ingresso, gli altri barchini si lanciano a piena velocità all’attacco ma tutti i proiettori del porto si accendono e tutte le postazioni difensive aprono il fuoco, tutti gli M.T. vengono distrutti il Sottotenente di Vascello Carlo Bosio muore gli altri piloti sono quasi tutti feriti e verranno poi catturati dagli inglesi. Solo il comandante Giobbe riesce ad allontanarsi e a raggiungere i Mas in attesa, per riferire al comandante Moccagatta l’infelice esito della missione, circa un’ora dopo mentre i MAS rientrano alla base, vengono attaccati dagli aerei inglesi, muoiono il comandante Moccagatta, Giobbe ed il Tenente Medico Bruno Facolmatà più altri 5 membri dell’equipaggio. Il MAS 451 viene affondato ed il 452 immobilizzato e più tardi catturato dagli inglesi, solo undici superstiti raggiungono con M.T.S. il Diana.

Alla fine dell’azione si contano 15 caduti, fra cui tutto lo Stato Maggiore della Xa, e 18 prigionieri, fra i caduti ci sono Tesei e Pedretti che pur di distruggere in tempo le ostruzioni fecero esplodere la carica dello S.L.C. senza allontanarsi».

(1) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A. Lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).

Bibliografia:

Le grandi battaglia del ventesimo secolo, Arrigo Petacco, Curcio editore volume 4°

I mezzi d’assalto italiani 1940-1945 parte 1^, Erminio Bagnasco; Storia Militare Dossier n°22

Foto a corredo dell’articolo:

Rarissima immagine di 4 MTM e del MAS 509 in esercitazione nelle acque di Augusta prima dell’Operazione Malta 1 (giugno 1941) da www.betasom.it

Giuseppe Longo
giuseppelongoredazione@gmail.com
@longoredazione

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