Vaccini anti Covid somministrati ai parenti di alcuni operatori sanitari. E’ accaduto martedì scorso nel centro unico di Baggiovara, a Modena. Alcuni sanitari a fine giornata hanno pensato di contattare i loro familiari per non sprecare le dosi in eccesso che non si sarebbero potute utilizzare il giorno dopo. Parenti che non avevano il diritto di ricevere la vaccinazione. La notizia, anticipata dalla ‘Gazzetta di Modena’, è stata confermata dall’Ausl della città emiliana che ha fermamente condannato l’episodio. «Quanto avvenuto non risponde ad alcuna direttiva o indicazione fornita dall’Azienda» è il commento dell’Ausl modenese che ha avviato un’istruttoria urgente per individuare tutte le persone responsabili di tale condotta, operatori sanitari o altre figure impegnate nel coadiuvare i team vaccinali in qualità di volontari.
Quando alla fine della giornata di vaccinazione rimangono alcune dosi già ricomposte, poiché la loro durata è di sole sei ore e non possono dunque essere utilizzate il giorno successivo, vengono contattati operatori sanitari che hanno dato la disponibilità ad essere vaccinati, persone già presenti in ospedale oppure già prenotate in altre giornate, al fine di non sprecare nessuna dose. A Modena, invece, alcuni operatori al lavoro nel punto vaccinale, in totale autonomia, almeno questa è la ricostruzione dell’azienda sanitaria, hanno pensato di contattare alcuni propri congiunti, con l’idea di non sprecare dosi che non avrebbero potute essere utilizzate il giorno successivo.
Il Nas di Parma sta indagando sulla vicenda. Secondo un esponente M5s, quello di Baggiovara non è l’unico caso. «Da segnalazioni che abbiamo ricevuto in questi giorni – dice Silvia Piccinini, capogruppo in Regione Emilia Romagna – sembra che anche in altri centri vaccinali della nostra regione, Bologna in primis, il caso delle dosi in eccesso a fine giornata non sia un evento sporadico. Ecco perché ho depositato un’interrogazione per chiedere alla Regione di fare chiarezza sulle procedure utilizzate, se esiste un protocollo per gestire questi casi, e quante dosi di vaccino fino ad oggi sono eventualmente andate perse a causa proprio di una programmazione non ottimale dei calendari vaccinali per gli operatori sanitari o siano state utilizzate per soggetti che non rientrano nelle priorità, assolutamente da rispettare».