PARLIAMO DI … OMOSESSUALITA’

Dal 1991 l’OMS, Organizzazione mondiale della sanità, ha escluso l’omosessualità dall’elenco delle patologie mentali, concludendo […]

Dal 1991 l’OMS, Organizzazione mondiale della sanità, ha escluso l’omosessualità dall’elenco delle patologie mentali, concludendo che la stessa non è una malattia e non va curata e non deve essere considerata tale. Ciò chiaramente non esclude la presenza di problematiche prima fra tutte gestire il confronto con “la diversità” che la società oggi impone.
Un periodo particolarmente delicato per la piena comprensione della propria identità sessuale è l’adolescenza poiché a questa età è ancora difficile distinguere i desideri omosessuali dalle fantasie omosessuali; numerose ricerche rivelano che per i ragazzi è abbastanza comune avere almeno un’esperienza omosessuale durante tale fase di vita, mentre è più raro nelle ragazze. È importante sottolineare che l’avere avuto un’esperienza omosessuale, sia essa occasionale o transitoria, non implica esserlo poiché capita spesso che il giovane che vive tale esperienza non si senta per nulla omosessuale. Il giovane che si preoccupa della propria identità sessuale può reagire in diversi modi: ci sono casi in cui la confusione regna sovrana, altri nei quali l’orientamento di genere è chiaro e ben definito, altri ancora preferiscono far “tacere” questa parte di se ri-proponendo relazioni eterosessuali, altri ancora che cercano l’aiuto di uno specialista.
Un’esperienza omosessuale può generare emotivamente paura, ambivalenza e colpa in chi sente il peso della diversità e si percepisce come “diverso” solo perché desidera un individuo dello stesso sesso e solo perché questo è uno dei tanti pregiudizi sociali imposti dal sistema di appartenenze.
L’omosessuale ha tante battaglie da affrontare: il processo di scoperta dell’orientamento sessuale, l’accettazione, il superamento e l’elaborazione della colpa e delle paure ed ultimo, ma non per importanza, la disapprovazione sociale, a partire dalla famiglia di appartenenza; infatti, proprio per le tante difficoltà da superare, l’omosessuale potrebbe sviluppare problematiche psicologiche, quali ansia e depressione.
Al fine di smontare il pregiudizio sulla omosessualità e la disapprovazione sociale, anche se può essere scontato, mi piace precisare che la capacità di amare nell’omosessuale è del tutto identica a quella eterosessuale e che è inutile inventare differenze che sono inesistenti. Accettare l’omosessualità di un figlio/a, fratello/sorella, amico/a, parente, conoscente o sconosciuto rende più bella la vita poiché ciò consente la libera espressione di se e della cosa più sublime che l’essere umano vive: l’amore.
Consapevole che un articolo non può essere esaustivo vi rimando alle numerose letture sul tema poiché “Il più grande ostacolo alla scoperta non è l’ignoranza ma l’illusione della conoscenza”, come disse Daniel J. Boorstin.

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