Stato d’agitazione dei medici della Fondazione Giglio: ecco le argomentazione trattate al tavolo di conciliazione

Riceviamo e pubblichiamo
“Vengono di seguito riportate le argomentazione trattate al tavolo di conciliazione del 06/10/21 con il Vice-Prefetto per lo stato d’agitazione dei medici della Fondazione
E’ stato rappresentato che:
un Dirigente Medico con 16 anni di anzianità dal 2005  2021ha un minimo tabellare/stipendio netto 2.351/circa 2.550  2.421/circa 2.600: dopo 16 anni di servizio lo stipendio è pressoché identico.
Il Dirigente medico neo-specialista, di prima nomina: 2.351  circa 2.550: il neo-specialista ha la stessa remunerazione del medico esperto
In molte U.O. non sono riconosciuti ruoli di responsabilità per competenze professionali di particolare rilievo né per direzione di unità funzionali né per direzione di unità semplici.
La mancata gradazione degli stipendi, né per anzianità né per particolari competenze professionali, minaccia la qualità dell’assistenza perché:
a. demotiva la trasmissione del sapere;
b. disincentiva l’assunzione di responsabilità da parte degli anziani;
c. scoraggia la fidelizzazione all’ospedale (chi può va a lavorare altrove).
Si è sempre rivolto un plauso sincero a questa Presidenza per la lungimiranza dimostrata nell’avere deciso (a differenza delle amministrazioni precedenti) di investire nell’aggiornamento tecnologico. Tuttavia nessuna tecnologia avrà valore senza medici di alto profilo culturale: tecnologie e competenza devono andare di pari passo.
D’altra parte, che la competenza medica abbia un valore inestimabile ce lo conferma proprio la Presidenza, con la decisione di impegnare spese enormi pur di avvalersi della collaborazione della prestigiosa Fondazione Gemelli di Roma. Quindi ci si chiede: perché la competenza (indiscutibilmente elevata) dei medici del Gemelli è valorizzata moltissimo, mentre l’esperienza dei medici del Giglio è valorizzata pressoché nulla? Eppure, lo ricordiamo, in questo ospedale sono presenti molte eccellenze che tutta la Sicilia ci invidia.
L’O. Giglio è inserito in tutte le reti assistenziali (la Cardiologia è centro hub nella rete dell’infarto, la Neurologia è centro spoke nella rete dello stroke oltre che centro di riferimento regionale nella cura dell’Alzheimer e della Sclerosi Multipla, l’Ortopedia è centro spoke nella rete dei traumi, l’Oncologia fa parte della rete oncologica con un bacino che comprende gran parte dell’asse tra Palermo e Messina, etc.);
i valori di complessità (DRG medio) e di qualità assistenziale (dati AGENAS, certificati dal Ministero) sono tra i più alti addirittura a livello nazionale, ossia superiori a quelli della maggior parte degli ospedali pubblici (dove i medici percepiscono stipendi ben superiori);
vantiamo una significativa produzione scientifica;
curiamo la formazione di specializzandi provenienti dalle Facoltà di Medicina di Palermo e di Messina.
Rispetto all’annosa richiesta di adeguamento degli stipendi, ci viene risposto che il contratto collettivo nazionale delle case di cura private è sempre stato rispettato. Tuttavia, facciamo notare che il contratto AIOP applicato finora è del tutto inappropriato rispetto al tipo di assistenza erogata, ossia assistenza di altissima intensità e complessità, non comparabile, neanche lontanamente, a quella erogata nelle case di cura cui il contratto AIOP fa riferimento. Né il nuovo contratto ARIS, recentemente recepito dalla Fondazione, risolve il problema, dato che risulta addirittura peggiorativo rispetto alle retribuzioni AIOP, salvo la previsione di integrazioni in sede di contrattazione decentrata, che tuttavia si continua a rinviare.
I medici della Fondazione Giglio rivendicano il merito di avere garantito il funzionamento di questo ospedale in anni difficilissimi. Ad esempio negli anni della crisi finanziaria gravissima (di cui i medici non sono in alcun modo responsabili) nei quali vi era carenza perfino di farmaci e presidi fondamentali. Oppure durante i due anni della pandemia, in cui nonostante difficoltà organizzative enormi, siamo riusciti ad incrementare il volume delle attività a compensazione della chiusura di altri ospedali. Francamente non è accettabile la retorica per cui i medici sono eroi nel momento della difficoltà ma non meritano il riconoscimento economico della loro professionalità.
Per concludere, vorrei ricordare che i medici della Fondazione Giglio hanno sempre mantenuto un profilo estremamente responsabile. Negli ultimi 7-8 anni abbiamo completamente congelato le nostre legittime richieste, in forma di rispetto delle gravi difficoltà finanziarie della Fondazione e, più recentemente, di quelle legate alla pandemia. Rivendichiamo anche il merito di non avere mai assunto iniziative che, benché legittime, fossero dannose per i pazienti, come scioperi o interruzioni di attività. Ci aspettiamo, però, che il nostro comportamento rispettoso sia apprezzato e che l’apprezzamento si traduca in soluzioni concrete. Chiediamo, in particolare, che il futuro trattamento economico riconosca sia l’anzianità di servizio (quindi preveda, per tutti i medici, incrementi retributivi in funzione dell’anzianità di servizio, ad esempio dopo 5, 10 e 15 anni di servizio), sia il riconoscimento dei ruoli di responsabilità.
L’impegno approssimativo fornito dall’Amministrazione su un eventuale incremento economico non ha soddisfatto le OO.SS che mantengono lo stato di agitazione.
Vi terremo costantemente informati sulle future iniziative da intraprendere.
Le OO.SS. CGIL-FP, CISL-FP, UIL-FPL, CIMO”

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