Da diversi decenni ha iniziato a svilupparsi il concetto di piante da interno, chiamate spesso “piante da appartamento” o da “ufficio”. Queste hanno inizato ad essere distinte in particolari tipologie di vegetali, molte oggi fanno parte delle cosiddette piante grasse, termine non accurato delle piante succulente. Fanno parte di questa categoria le piante che tra le caratteristiche peculiari hanno la capacità di trattenere molto bene l’acqua, essendo spesso native di luoghi molto aridi e secchi.
Proprio questa caratteristica conferisce loro una certa capacità di adattarsi ai contesti urbani e “casalinghi” a dir si voglia. Le piante grasse sono infatti comunissime ed apprezzate anche da chi non ha esattmente il “pollice verde”. Quali sono le più semplici da gestire?
Quali sono le piante grasse più semplici da gestire ed avere in casa?
Cactus di Natale (Schlumbergera)
Anche se il nome “tradisce” una sorta di “parentela” con i catctus, in realtà non sono paragonabili per caratteristiche alle piante spinose native delle zone aride delle Americhe. Non è affatto complicata da gestire e da averne cura, in quanto necessita innaffiature leggere seppur costanti e vive senza problemi in condizioni di semi ombra.
Sedum burrito
Burrito nella lingua spagnola significa asinello, e non è un caso: l’aspetto di questa pianta grassa infatti somiglia vagamente alla coda di questi animali, presenta un effetto scenico decisamente d’impatto che la rendono ideale per i contesti casalinghi, se posta ad esempio all’interno di un vaso. In estate è soggetta a fioritura, va innaffiata 2 volte alla settimana, non troppo, ma in profondità. In inverno l’apporto di acqua va dimezzato.
Aloe Vera
Oramai comune e conosciuta in campo erboristico, l’Aloe Vera è anche piuttosto facile da “mantenere” , in quanto non necessitano di cure particolari. Bisogna ricordarsi che prediligono climi caldi e secchi, ma vivono senza problemi in quasi tutti i contesti urbani, avendo l’accortenza di innaffiarle 2-3 volte al mese e di tenerle al riparo dalle intemperie.
