Se vuoi vedere il comune più silenzioso ecco la località che devi subito visitare

I suoi abitanti sono appena 2797 e si estende su una superficie di 43,63 chilometri quadrati. Si trova nel ragusano e la sua festa patronale si tiene il 24 agosto. All’interno di questo comune abitano 1244 famiglie. Il reddito medio si aggira intorno ai 9590 euro e l’età media degli abitanti è di circa 47,1 anni. Stiamo parlando di Giarratana (giarratanesi). Tra i luoghi di interesse troviamo la Chiesa di San Bartolomeo. Tra i suoi piatti caratteristici invece, è da gustare ” la cipolla Giarratana ” che è un piatto che si prepara con le cipolle locali .

Un po’ di storia

Il nome precedente era Cerretanum Jarratanae. Ha origini preistoriche. Dopo il terremoto del 1693, che rase al suolo l’intero val di Noto e che causò 541 vittime, la nuova Giarratana venne ricostruita più a sud, sulle falde di una ridente collina chiamata “Poju di li disi”. Il 26 agosto 1693 nacque la nuova Giarratana. Si iniziarono a ricostruire le chiese più importanti, nella stessa posizione che avevano prima del terremoto. A nord la basilica di Sant’Antonio abate, a sud la chiesa di San Bartolomeo e, in posizione centrale, la Chiesa Madre dedicata a Maria SS Annunziata e San Giuseppe.
Nel 1644 la Madonna della Neve venne proclamata, per ordine regio, Patrona della città.

Maria SS. della Neve

Il 5 agosto molto importante per Giarratana è la festa in onore di Maria SS. Della Neve. Lo splendido simulacro della Madonna, custodito nella basilica di S. Antonio Abate, viene portato in processione venti giorni prima dall’altra grande festa, quella dedicata al patrono principale S. Bartolomeo apostolo.

Il presepe vivente

Nel momento più bello dell’anno, Giarratana diventa un presepe. Si rivive il natale attraverso “Quadri viventi” molto suggestivi. I cittadini diventano attori, riprendendosi luoghi e tradizioni dei loro padri. Al calare della sera con lumi a petrolio e candele, si animano vicoli, abitazioni e botteghe, come avveniva fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, tipicamente rurale e artigianale. Gli uomini, le donne ed anche i bambini di Giarratana indossano i costumi dell’epoca e lavorano con gli strumenti e gli arnesi degli antichi mestieri scomparsi, rievocando il passato di questa terra.

La grotta della Natività è ricostruita sulla cima del l’antico borgo di Giarratana, fra i ruderi del Castello dei Marchesi Settimo. Anche noto in paese come U Castieḍḍu, simbolo della cittadina. In quest’ultima scena, il silenzio è il vero protagonista. Il tutto si svolge all’interno del “museo a cielo aperto”, che si trova nella parte più antica della città, U Cuozzu. È uno spazio dedicato alla civiltà contadina e artigiana ed è suddiviso in 15 ambienti.

La ricetta

Da non perdervi la marmellata di cipolle Giarratane. Tagliare finemente le cipolle e versarle con un po’ d’acqua in un tegame. Lasciarle cuocere, senza sale, fino a quando l’acqua si asciugherà. Unire, quindi l’olio e fare cuocere, rimescolando a fuoco lentissimo, finché le cipolle di Giarratana diventeranno morbide, assumendo la consistenza di una crema. A questo punto, aggiungere lo zucchero, l’aceto ed un pizzico abbondante di pepe bianco. Amalgamare gli ingredienti e portare a cottura, continuando a mescolare di continuo. La marmellata di cipolle è pronta, quando si staccherà dalle pareti della pentola. Occorreranno all’incirca 40-45 minuti.

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