WhatsApp è l’applicazione di messaggistica più scaricata e più utilizzata al mondo. Tramite questa fantastica app è possibile tenersi in contatto con i propri amici e famigliari e sta prendendo sempre più piede anche l’utilizzo di WhatsApp per gestire le comunicazioni lavorative.
È semplice capire il motivo del perché di tanto successo. Tutti gli smartphone, anche non i top gamma, danno la possibilità di scaricare l’app e di utilizzarla, previa connessione internet.
Inoltre, WhatsApp dà la possibilità di condividere in breve tempo dei file multimediali, quali immagini, video, documenti, posizione geografica e audio.
Tutto ciò ovviamente in maniera gratuita, non si paga in base al numero di messaggi inviati o al numero di caratteri del testo, come avviene con i semplici SMS o MMS. L’unico pagamento che si deve effettuare è quello di un servizio telefonico che comprenda dei gigabyte che permettono la connessione ad Internet, oppure sarà sufficiente una connessione Wi-Fi.
Un’applicazione formidabile ed utilissima, peccato per alcuni casi gravi dove tramite alcuni messaggi si rischiano delle truffe pericolose.
L’ennesima truffa blocca home banking
L’ennesima truffa che attacca gli utenti di WhatsApp arriva dall’estero è causerebbe il blocco dei servizi di home banking. Questa nuova truffa è giunta anche in Italia e gli utilizzatori di WhatsApp truffati sta aumentando a macchia d’olio.
Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta, grazie anche alle informazioni fornite da Kontrokultura.it.
Se le altre truffe che giravano su WhatsApp sotto forma di “catene di Sant’Antonio” intaccavano il cellulare installando dei virus che in breve tempo potevano essere eliminati, questa volta la situazione è ben più grave.
Gli hacker che hanno architettato questa truffa hanno preso come bersaglio dei dati molto sensibili, ovvero quello dell’home banking.
Il tutto è stato pianificato nei minimi dettagli, affinché potessero giungere al numero di cellulare degli utenti. Iniziavano con una richiesta di amicizia su Facebook, da qui estrapolavano il numero di cellulare, ovviamente se esso era disponibile e successivamente telefonavano l’operatore telefonico collegato a quel numero.
Da qui la truffa prosegue con la richiesta di una nuova SIM per motivazioni futili e una volta confermato ciò la SIM principale viene bloccata. Con l’arrivo della nuova scheda telefonica, i truffatori installavano WhatsApp e tramite i messaggi si facevano recapitare oltre a dati sensibili e file multimediali anche i dati per l’accesso del home banking.
Come difendersi dalle truffe?
Come dicevamo prima, WhatsApp è un terreno fertile per i malintenzionati, in quanto è una delle applicazioni più utilizzate e tramite la quale si scambiano migliaia di informazioni, dalle più inutili (per i truffatori) alle più importanti e utili per poter architettare una truffa.
Potersi difendere da eventuali truffe simili è possibile e basterà seguire alcune precauzioni molto importanti.
Innanzitutto non rendere mai pubblico il proprio numero di cellulare sui vari canali social. Date il vostro numero solo a chi ve lo chiede direttamente e non mettetelo alla mercè di chiunque.
Un altro consiglio è quello di non condividere mai con altri contatti i vostri dati sensibili, come per esempio, password o codici bancari. Per questo tipo di informazioni utilizzate delle reti più sicure e non facilmente tracciabili.
Infine, se ricevete dei messaggi di persone che non conoscete, le quali vi condividono un file o un link sul quale cliccare per vedere qualcosa, non fatelo. Spesso le maggiori truffe o virus si nascono sotto forma di video o immagini o link che indirizzano a non si sa che sito.