Nel cuore antico di Cefalù, tra il Duomo e la Rocca, si cela un segreto che nessuno ha mai osato raccontare. Il Segreto del Re è un romanzo di silenzi, visioni e custodie invisibili. Un viaggio tra storia e leggenda, dove il vero riposo del Re Ruggero non è quello che i libri narrano… ma quello che le pietre sanno. Non a Palermo, dove tutti pensano. Ma dove la roccia ascolta, e la città veglia. A scrivere il romanzo è stato Mario Macaluso, il nostro Direttore, che raccoglie voci, storie, ombre e luce, e le trasforma in pagine che non smettono di raccontare anche quando finiscono. È nato a Polizzi Generosa, vive a Cefalù, ma ha imparato presto che il vero luogo di appartenenza è la parola. Giornalista, docente, laureato in Filosofia e con studi in Teologia, ha fatto della scrittura la sua seconda pelle. Non per ambizione, ma per necessità. Perché c’erano storie da salvare, e lui sapeva come ascoltarle. Lo abbiamo intervistato:
D: Perché hai scritto Il Segreto del Re?
R: Perché certe storie ti camminano accanto. Ti parlano quando non vuoi ascoltarle. Ti seguono nei silenzi. Questo libro nasce da anni di domande: E se Ruggero non riposasse davvero dove ci hanno detto? E se il suo segreto parlasse ancora oggi? Più passava il tempo, più sentivo che non scriverlo sarebbe stato tradire quella voce che cresceva.
D: Che tipo di romanzo è? Storico, di mistero, spirituale?
R: Non amo etichette. È un romanzo che attraversa il tempo. C’è la storia, documentata. C’è il mistero, mai urlato. C’è il respiro delle pietre, che a Cefalù ancora parlano. È un romanzo di uomini e di scelte. Di fedeltà. Di amore — per una città, per un re, per la memoria.
D: Ruggero è il protagonista?
R: In apparenza no. Ma in fondo sì. Il Re è la presenza che tutto muove. Anche quando non appare. Anche quando la storia sembra dimenticarlo, la sua ombra resta. Ma è anche un romanzo sui custodi: su chi, in silenzio, sceglie di non tradire. Di servire non il potere, ma la verità più profonda.
D: Come ti sei è documentato?
R: Anni di letture. Di archivi. Di pagine antiche. Ma soprattutto: chilometri camminati tra le pietre di Cefalù. Perché certi silenzi valgono più di mille cronache. Ho ascoltato il vento sulla Rocca. Le voci del Duomo. Il suono che le scarpe fanno sul pavimento consumato. Ho lasciato che la città mi raccontasse.
D: Cosa troverà il lettore in queste pagine?
R: Una storia che non chiude tutto. Un mistero che non si scioglie con la penna. E forse la sensazione — per chi saprà ascoltare — che certe verità non si rivelano. Si custodiscono.
D: Ci sono personaggi a cui sei rimasto più legato?
R: A Fra Matteo. A Corrado. Ma soprattutto al Viandante. Perché rappresentano tre modi diversi di vegliare: con la fede, con il dubbio, con l’anima. E poi… c’è Sibilla. Ma non posso dire di più.
D: Quanto conta Cefalù in questo romanzo?
R: Tutto. Questo libro è un atto d’amore per la città. Per la sua anima. Non a caso non ho mai voluto scrivere esplicitamente certi nomi. Perché il cuore della storia batte tra le pietre e il mare. Chi conosce Cefalù, saprà sentirlo. Chi ancora non la conosce, forse vorrà venire a cercarlo.
D: Un motivo per leggere Il Segreto del Re?
R: Perché ognuno di noi ha un segreto da custodire. E perché, forse, sfogliando queste pagine, non si cerca solo Ruggero. Ma qualcosa che manca dentro di noi.
D: Se dovessi dire una frase per chiudere?
R: Il vero canto del Re… non finisce mai.