Il Consiglio Comunale di Cefalù, riunitosi nella Sala delle Capriate del Municipio di Cefalù, in data odierna, con inizio alle ore 19:30, alla presenza del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale, del Rappresentante del Comune di Cefalù nel CdA della Fondazione Ospedale “Giglio”, di dirigenti, medici e personale sanitario del P.O. “Giglio” in particolare dei reparti interessati, di rappresentanti sindacali e di un significativo numero di cittadini, una volta ascoltata l’ampia ed esauriente relazione del Sindaco di Cefalù sugli argomenti pertinenti l’OdG e i qualificati contributi del Delegato dal Presidente della Fondazione Ospedale “Giglio” a rappresentare l’amministrazione dello stesso, del Rappresentante del Comune di Cefalù nel CdA della stessa Fondazione, del Sindaco di Gratteri e del Presidente del Comitato civico Pro Ospedale, dopo ampia, articolata e approfondita discussione del punto all’OdG, che ha registrato l’apporto costruttivo degli interventi di numerosi Consiglieri comunali,
VISTO
- Il D.A. 31/03/2017 sulla Riorganizzazione della Rete ospedaliera della Regione Siciliana;
- che, con Delibera di Giunta Regionale Siciliana n. 329 del 14/09/2018, è stato approvato il “Documento metodologico per la riorganizzazione del Sistema di Rete dell’Emergenza– Urgenza della Regione Siciliana”, sulla base del DL 13/9/2012 n. 158 convertito nella L. 8/11/2012 n. 189;
- che in tale Documento, alle pp. 41-44, è prevista l’eliminazione dell’U.O. di Cardiologia del P.O. “Giglio” di Cefalù dalla Rete IMA (Infarto Miocardico Acuto), con la sua riduzione da Centro Huba Centro Spoke;
- che in tale Documento, alle pp. 62-65, si propone la chiusura del Centro Nascite di Cefalù;
CONSIDERATO
- che il suddetto “Documento metodologico” più volte richiama, tra i criteri di riordino della Rete ospedaliera regionale, le peculiari caratteristiche oro-geografiche e di viabilità del territorio siciliano, che impongono una distribuzione dell’offerta sanitaria in alcuni casi più capillare;
- che, tanto in merito all’U.O. di Cardiologia quanto al Centro nascite, il loro bacino di utenza è notevolmente più ampio di quello strettamente attinente al territorio viciniore a Cefalù e a quello del Distretto Sanitario 33, allargandosi al comprensorio dei Nebrodi, alle Alte Madonie e a vaste porzioni delle Provincie di Palermo, Caltanissetta, Enna e Agrigento, cioè tutte aree prevalentemente interne, impervie e dalla viabilità gravemente degradata se non proprio fatiscente;
nello specifico:
- che, in base al suddetto “Documento metodologico”, con ildeclassamento dell’U.O. di Cardiologia del P.O. di Cefalù da Centro “Hub” a “Spoke”, la rete IMA regionale risulta assai gravemente lacunosa per l’assenza di un siffatto presidio da Patti fino a Palermo, sulla costa tirrenica, e, nell’interno, nell’intera provincia di Palermo e nel comprensorio montano Nebrode-Madonita, con il conseguente ampliamento dei tempi di percorrenza fino agli Hub previsti e, ovviamente, pericolosissimi rischi di morte nei casi di IMA, che – com’è notorio – vannotrattati entro i 60 minuti dal tragico evento;
- che il suddetto “Documento metodologico” sottrae il P.O. di Cefalù dalla Rete IMA senza tenere alcun conto del lodevole lavoro svolto dai medici e dal personale sanitario del reparto Cardiologia del “Giglio”, che hanno eseguito ben 165 Angioplastiche primarie nel 2017, più che raddoppiandone il numero rispetto al 2013 e in costante crescita negli anni ricompresi; tale quantità di Angioplastiche (e di vite umane salvate) colloca il P.O. di Cefalù al TERZO posto in provincia di PA (dopo solo l’Ospedale Civico e Villa Sofia, ma prima di Policlinico e Cervello) e al DECIMO in Sicilia (prima di ospedali di capoluoghi come Ragusa e Trapani e di centri notevoli quali Caltagirone e Taormina); il pregevole lavoro svolto nell’Hub di Cefalù è ben rappresentato, oltre che dal numero di Angioplastiche d’urgenza (165 nel 2017 e già 146 a metà Ottobre 2018), dalle 455 complessive nel 2017 (e già 355 a metà Ottobre 2018) e dalle oltre 800 procedure cardiologiche complessive nel 2017 (e già oltre 600 a metà Ottobre 2018);
- che il declassamento dell’U.O.C. di Cefalù da Hub a Spoke comporterebbe un grave sperpero di risorse umane, professionali e logistiche che, negli ultimi anni, sono state rese virtuose e poste a servizio dell’utenza grazie all’encomiabile lavoro svolto dai responsabili del reparto di Cardiologia del “Giglio” di Cefalù;
- che il suddetto “Documento metodologico”, in merito al Punto Nascite del P.O. “Giglio” di Cefalù, non tiene in alcun conto che la sua soppressione lascerebbe scoperta un’ampia area prevalentemente montana, variamente disagiata e anche distante e mal collegata rispetto al Punto Nascite di Termini Imerese, che serve senz’altro un bacino d’utenza diverso da quello del P.O. di Cefalù, mettendo pericolosamente a rischio l’incolumità di nascituri e partorienti, tanto più che l’avvenuta chiusura del P.N. di Petralia Sottana ha già pericolosamente ridotto l’offerta assistenziale nel territorio delle Madonie;
- che la Fondazione “Giglio” di Cefalù, appunto con l’intento di mantenere in deroga il Punto Nascite, ha provveduto a garantire la sicurezza e la stabilità di esso con il reclutamento di 9 unità di medici ginecologi, 9 di personale ostetrico e di 5 unità di personale per mantenere ilP.S. pediatrico/neonatologico attivoH24 (5582 prestazioni nel 2017!), con l’adeguamento agli standard tecnologici e di sicurezza previsti dalle norme vigenti, con il miglioramento del comfort di degenti e loro parenti grazie a stanze accoglienti e accessoriate (di cui 4 singole), una sala allattamento e una per accogliere i parenti, con la stabilizzazione a T.I. di 3 pediatri, 3 ginecologi e 4 ostetriche, portando il Punto nascite di Cefalù ad essere in possesso di tutti i requisiti previsti dal D.A. 2/12/2011 e dal D.A. 14/1/2015 per quelli di I Livello;
- che il Punto Nascite di Cefalù è inserito nel P.O. “Giglio”, indicato nella Rete ospedaliera siciliana come DEA di I Livello e, pertanto, dotato di servizi sanitari complessi, articolati e completi a supporto dell’evento nascita, erogando anche un ampio ed esauriente insieme di servizi a supporto, dall’intero percorso prenatale all’assistenza durante il parto, per coprire tutta la fase post partum, facendone un punto di riferimento sanitario, sia per le mamme che per i neonati, ben al di là del mero numero di parti effettuati;
- che il suddetto “Documento metodologico” non può liquidare il Punto Nascite di Cefalù con la semplicistica affermazione che “presenta volumi di attività attestati al di sotto dei 500 parti/anno”, in quanto i 418 nati avutisi nel 2017 giustificano pienamente una deroga poiché rappresentano un trend di crescita annuo di oltre il 30%, sono in controtendenza sia rispetto al forte calo demografico delle nascite e allo spopolamento delle aree interne sia rispetto alla mancanza di certezze, avvertita dalla popolazione, in ordine al mantenimento del P.N., sono espressione di un bacino geografico di utenza provinciale ed extraprovinciale, in cui solo il 20% circa delle pazienti risiede a Cefalù; tutte evidenti testimonianze del gradimento presso l’utenza e del pregevole lavoro svolto da tutto il personale del Punto Nascite di Cefalù;
- che va sicuramente tenuto conto del notevole sviluppo turistico registrato negli ultimi anni a Cefalù, riconosciuta dall’UNESCO nella lista mondiale dei Patrimoni dell’Umanità e sede, da quest’anno, del primo Resort Club Med a Cinque tridenti (640 posti letto) della Exclusive Collection nel Mediterraneo, con la conseguente necessità di rispondere a richieste sanitarie varie e complesse provenienti da una Città che da meno di 15 mila giunge ad avere quasi 50 mila abitanti e che accoglie oltre 600 mila pernottanti nella stagione estiva
RITENUTO
- di dovere far proprio e rappresentare il diffuso stato di apprensione manifestato dai cittadini di Cefalù e dalla popolazione del Distretto Sanitario 33, ma anche di tanti residenti di un’area geografica ben più vasta e dei visitatori di Cefalù e del suo comprensorio per l’eliminazione di due servizi di eccellenza per la sicurezza sanitaria, con il consequenziale declassamento dell’intero P.O. “Giglio” di Cefalù;
- didovere condividere e rappresentare la preoccupazione espressa da tutte le rappresentanze sindacali del personale sanitario del P.O. “Giglio” di Cefalù nella Nota del 15/10/2018 per le inevitabili conseguenze occupazionali e sociali dei gravi provvedimenti paventatisi;
- di dovere condividere e sostenere quanto espresso negli ultimi giorni dal Sindaco di Cefalù e dai Sindaci dei Comuni del Distretto Sanitario 33(Campofelice di Rocc., Castelbuono, Collesano, Gratteri, Isnello, Lascari, Pollina e San Mauro C.de), nonché di vari altri Comuni delle Madonie e dei Nebrodi, mobilitatisi tempestivamente per esprimere e rappresentare in tutte le sedi la totale inaccettabilità delle proposte di chiusura del Punto nascite e declassamento da Hub a Spoke del Reparto di Cardiologia del P.O. “Giglio” di Cefalù;
- di dovere condividere pienamente e apprezzare la risoluzione della VI Commissione Salute dell’Assemblea Regionale Siciliana (a cui per questo testo si è più volte volutamente attinto) del 17/10/2018, avvenuta a seguito dell’audizione dei Sindaci del Distretto Sanitario 33 del 16/10/2018, che impegna il Governo della Regione Siciliana ad adoperarsi urgentemente per il mantenimento del Punto Nascite del P.O. “Giglio” di Cefalù, auspicando che, nel più breve tempo possibile, come da impegni pubblicamente presi, ne segua un’altra con cui si impegni il Governo della Regione Sicilianaa riconoscere la grande importanza delleattività svolte dall’U.O. di Cardiologia del P.O.“Giglio”di Cefalù dal 2011 ad oggi come Centro Hub e, conseguentemente, a non depotenziare la struttura che è punto di riferimento per gran parte della Sicilia settentrionale;
IMPEGNA
- il Sindaco di Cefalù a continuare a tenere viva l’attenzione e a monitorare costantemente la situazione, mantenendo attive le relazioni nella mobilitazione con le altre amministrazioni comunali, con il personale del P.O. di Cefalù e le sue rappresentanze sindacali e con l’intera cittadinanza, nonché soprattutto le pressanti interlocuzioni con le istituzioni Regionali e Nazionali, fino al raggiungimento del condiviso obiettivo di scongiurare definitivamente la chiusura del Punto Nascite e il declassamento dell’U.O. di Cardiologia del P.O. “Giglio”;
- Il Sindaco di Cefalù a relazionare a questo Consiglio Comunale sugli sviluppi ulteriori e sulla conclusione della vicenda;
CHIEDE
- al Governo della Regione Siciliana e, in particolare, all’Assessore regionale per la Salute di adoperarsi con estrema urgenza per il mantenimento dell’U.O. di Cardiologia del P.O. “Giglio” di Cefalù come Centro Hub, conseguentemente non declassando una struttura che oggi è a servizio di gran parte della Sicilia settentrionale e invece tenendo conto dei flussi di attività, del trend di crescita, degli standard e delle garanzie di qualità e sicurezza, dei livelli di complessità del P.O. “Giglio” di Cefalù, delle esigenze della popolazione locale in relazione alle particolari condizioni oro-geografiche e di quant’altro richiamato in questo Documento;
- al Governo della Regione Siciliana e, in particolare, all’Assessore regionale per la Salute di adoperarsi con estrema urgenza per il mantenimento del Punto Nascite del P.O. “Giglio” di Cefalù, tenendo conto degli stessi motivi appena espressi per l’U.O. di Cardiologia quale Centro Hub, effettuando richiesta motivata al Ministero della Salute di deroga definitiva alla chiusura e adottando tutte le misure idonee non solo a mantenere aperto il P.N. ma anzi potenziandolo per consentirgli di superare in modo stabile il limite dei 500 parti annui;
- al Ministro della Salute, per quanto sostenuto anche nel presente Documento, di concedere, su richiesta del Governo regionale Siciliano, la deroga definitiva al D.L. 13/09/2012 n. 158 (Balduzzi) convertito nella Legge 8/11/2012 n. 189,mantenendo il Punto Nascite del P.O. “Giglio” di Cefalù a prescindere dal raggiungimento della quota di 500 parti annui.
Letto e approvato all’UNANIMITA’ il venerdì 19 Ottobre 2018
I Consiglieri Comunali di Cefalù