Perchè il Municipio di Cefalù, che ha dichiarato il dissesto economico, ignora otto ettari di sua proprietà terriera? Se lo chiede chi ha effettuato in questi giorni una scoperta destinata a far parlare. Protagonista della vicenda è l’attuale sindaco di Lascari, Giuseppe Abbate, che lo scorso 16 marzo ha portato alla luce un patrimonio del comune di Cefalù oggi ignorato dagli uffici comunali, dagli amministratori e persino dagli stessi consiglieri comunali. In tutto otto ettari e mezzo fra terreni e fabbricati rurali, che pur appartenendo al Municipio di piazza Duomo, sono stati ignorati persino dalle recenti ricognizioni di proprietà comunale che proprio il Municipio cefaludese ha effettuato in tutta la vicenda legata al dissesto finanziario.
Si tratta di 23 particelle catastali fra cui fabbricati rurali, vigneti, uliveti, seminativi e boschi. In tutto 85mila metri quadri di terreno. Di questi quasi cinque ettari e mezzo risultano coltivati ad uliveto, un altro ettaro circa è denominato seminativo. Ci sono poi seimila metri quadrati di bosco e quasi mezzo ettaro di terreno incolto. Fra le particelle venute alla luce anche dei fabbricati rurali la cui superficie catastale ammonta a circa trecento metri quadrati. Un vero e proprio patrimonio del Municipio cefaludese che, secondo quanto sostiene chi lo ha scoperto, avrebbe potuto evitare il dissesto finanziario del comune normanno. In particolare colpiscono le diciotto particelle che si trovano nel foglio 13 del catasto. Sono tutte fra loro contigue e danno vita ad una grande proprietà di quasi otto ettari.
Ma facciamo un po’ d’ordine. Tutto comincia nel 2005 quando un assessore del comune di Cefalù si occupa di una pratica di esproprio. A gestirla è Giuseppe Abbate (nella foto), attuale sindaco di Lascari, che in quegli anni aveva avuto dal primo cittadino di Cefalù la delega proprio agli espropri. E’ durante uno di questi lavori che Abbate si imbatte in una particella catastale appartenente al comune di Cefalù della quale esistenza lo stesso Municipio non era al corrente. La cosa suona assai strana alle orecchie di Abbate che non si ferma. Inizia una ricerca all’interno degli uffici comunali per capire di che si trattava. Si informa con alcuni dipendenti ma di questa particella nessuno sembrava conoscerne l’esistenza. Trascorrono circa tre anni. Il cerchio sembrò chiudersi quando lo stesso assessore interessa della questione l’ingegnere Salvatore Bracco. Viene fuori una proprietà terriera appartenente al Municipio della quale lo stesso Comune non sembrava esserne al corrente.
«Dell’esistenza di questa proprietà – commenta Abbate – informo il sindaco ma mi si risponde che non potevo avere solo l’interesse e i pensieri per questa proprietà». E così quando Abbate si accorge che la cosa non interessava lascia perdere ogni ricerca. Nella primavera del 2010 viene eletto sindaco di Lascari. Circa quattro anni fa informa un assessore del comune normanno della proprietà ignorata dal Comune di Cefalù e gli chiede di fare delle ricerche per capire meglio la situazione. Anche questa volta, però, non riceve risposte interessanti. Per questo Abbate di disinteressa della questione.
Il cerchio si chiude una decina di giorni fa quando l’attuale sindaco di Lascari si occupa, per conto del comune che guida, di alcune proprietà che si trovano in località Salinelle. Proprio questo territorio, che oggi appartiene al comune lascarese, nel recente passato apparteneva al comune di Cefalù. Il comune guidato da Abbate vuole conoscere quali proprietà di questa zona ancora oggi appartengono a enti del comune di Cefalù. Nel corso di una semplice interrogazione viene fuori la grande scoperta che chiude il cerchio nella ricerca che l’ex assessore di Cefalù ha iniziato per caso dodici anni fa quando era assessore del comune di Cefalù. Il catasto parla chiaro ed individua per conto del comune di Cefalù ben 23 immobili che denomina «ente comunale di assistenza di Cefalù». In altre parole si tratta di beni che appartenevano ad un ente di assistenza passati al Comune cefaludese alla fine degli anni ’70. L’area in questione è a ridosso dell’attuale circonvallazione nelle vicinanze del nuovo ospedale di Pietrapollastra.
«Della scoperta ho deciso di investire l’informazione – commenta Abbate – perchè un comune non può ignorare una proprietà così grande». A incuriosire è il fatto che questa grande proprietà comunale non compare nelle ricognizioni effettuate dal Municipio, anche di recente, in tutta la vicenda legata al dissesto finanziario. Eppure sarebbe bastato fare una semplice ricerca come quella che è stata effettuata lo scorso 16 marzo. Perchè un patrimonio del genere è stato ignorato e mai valorizzato dal Comune di Cefalù? La domanda al momento è senza risposta. Di certo una scoperta del genere aprirà nuovi scenari all’interno del Municipio di Cefalù. C’è da capire, infatti, come mai un comune che ha dichiarato il dissesto finanziario, e varato anche alcune lottizzazioni private, abbia potuto ignorare fino ad oggi un grande patrimonio del genere. Un patrimonio immobiliare che, a detta di chi lo ha scoperto, è venuto fuori grazie ad una semplice ricerca catastale.