25 Aprile: Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Un benvenuto al Quirinale alle Ministre della Difesa e dell’Istruzione, senatrici Pinotti e Fedeli, al presidente della Confederazione nazionale fra le Associazioni combattentistiche e partigiane, professor Betti e al presidente del Consiglio nazionale delle Associazioni d’arma, generale Buscemi.

Mi rivolgo a tutti i rappresentanti delle Associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma qui presenti e, attraverso loro, a tutti gli aderenti che, in ogni parte d’Italia, operano, con dedizione e costanza, per mantenere viva la memoria degli eventi e trasmettere i valori della Resistenza e della liberazione del Paese dall’oppressione nazifascista.

Domani, per celebrare l’anniversario della liberazione, mi recherò in Abruzzo, una regione – anch’essa – profondamente segnata dai combattimenti e dalle rappresaglie delle truppe naziste. Rievochiamo in questi giorni quel 25 aprile 1945, quando il comitato di liberazione nazionale alta Italia chiamava alla insurrezione generale. Pensando a quel momento storico il nostro pensiero è rivolto al presidente Sandro Pertini e a quanti furono artefici di quel giorno storicamente così importante per il nostro Paese.

Gran parte dell’Italia era già stata liberata. La Resistenza, attiva dal ’43, aveva combattuto con crescente intensità dal sud al nord del Paese, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, cui si aggiungevano le orribili repressioni che hanno colpito cittadini innocenti e indifesi, anziani, donne e bambini.

Alle vittime di queste tragedie si aggiunsero i martiri della divisione Acqui nelle isole Ionie. Gli internati militari: 600.000 soldati deportati nei campi di concentramento perché si rifiutarono di combattere nelle file nazifasciste, trattati così duramente che ben 50.000 non fecero più ritorno. I militari del primo raggruppamento motorizzato caduti nella battaglia di Montelungo e quanti, nelle fila dell’esercito del sud, presero parte alla guerra di liberazione.

A tutti loro è rivolto il nostro pensiero e l’abbraccio del ricordo della Repubblica.

La Resistenza fa parte della nostra storia. Nata spontaneamente nelle città, nelle periferie, nelle campagne e sulle montagne, coglieva il bisogno di pace, di giustizia e di libertà. Ha ridato dignità alla Nazione.

Le Forze Armate vi hanno dato, con il Corpo italiano di liberazione, il loro prezioso contributo.

Tutti questi eventi, comportamenti, passioni, generose dedizioni vanno ricordati costantemente, con convinzione, anche perché, in tanti Paesi, le società di oggi, pur passate attraverso i drammi umani, le sofferenze e le macerie del ventesimo secolo, sembrano, talvolta, aver attenuato gli anticorpi all’egoismo, all’indifferenza e alla violenza, avvertiti intensamente dalle generazioni che hanno vissuto il secolo delle due guerre mondiali e le crudeltà delle dittature.

Affiorano ogni tanto segnali che manifestano rigurgiti di autoritarismi, di negazionismi, di indifferenza rispetto ai fondamentali diritti della persona umana, di antisemitismo, di malintesi egoismi nazionali.

Chi ha lottato, chi ha sacrificato la propria vita, per la libertà, per la giustizia e per la democrazia, costituisce un esempio per tutti e ci ha consegnato un patrimonio di valori che va custodito e trasmesso.

L’azione, che, attraverso le Associazioni che rappresentate, viene posta in essere, rappresenta un servizio alla democrazia e alla memoria del nostro popolo.

E’ di grande importanza far conoscere ai giovani, con le testimonianze e la coerenza delle vostre scelte passate, il valore dell’impegno, della responsabilità e della solidarietà.

Ai nostri militari, che hanno raccolto la tradizione di tanti nobili esempi di dedizione, di altruismo, di sacrificio, rivolgo il saluto più cordiale ed esprimo riconoscenza del Paese per il prezioso impegno quotidiano, in patria come in terre lontane, al servizio della pace e della sicurezza.

Pochi giorni orsono, alle Fosse Ardeatine, ho reso omaggio a quelle vittime innocenti, nella ricorrenza di una barbarie che non potrà mai trovare spiegazione umana. Nell’ascoltare l’appello delle 335 vittime trucidate, si viene presi dallo sgomento per tanta aberrazione e tanta violenza.

Proprio sulla base della constatazione dell’abisso di sofferenza e di disumanità che hanno subito nostri concittadini in quei tragici anni, possiamo guardare con grande ammirazione e riconoscenza all’eroismo, al coraggio, alla tenacia e all’operosità di quell’Italia che ha saputo ricostruire e offrire alle nuove generazioni una patria libera e pacificata.

Nella ricorrenza del 73° anniversario della liberazione, mi rivolgo a tutti voi, presidenti e rappresentanti delle associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma, per esprimere il mio sincero apprezzamento per il vostro compito di custodirne i valori, e mi permetto di esortarvi a cercare costantemente nuove idee, energie e iniziative per trasmettere questo patrimonio alle nuove generazioni.

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