Bambini avvelenati dai cosmetici dei genitori: lo rivela uno studio americano

I bambini vengono spesso avvelenati dai cosmetici e dai prodotti di bellezza dei loro genitori. Il dato arriva da un nuovo studio americano riportato dal giornale Globalnews.ca I ricercatori hanno esaminato le lesioni a bambini di età inferiore ai cinque anni. E’ stato notato che circa 64.686 bambini sono stati portati al pronto soccorso degli Stati Uniti a causa di prodotti cosmetici tra il 2002 e il 2016. Tradotto in numeri significa un infortunio ogni due ore. La maggior parte delle lesioni erano avvelenamenti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Clinical Pediatrics. Il prodotto che più frequentemente faceva scattare la visita al pronto soccorso era il solvente per unghie che contiene acetone. L’avvelenamento da acetone, infatti, può causare disturbi allo stomaco, nausea e battito cardiaco accelerato. Secondo lo studio lo smalto per le unghie ha rappresentato il 17% delle visite ospedaliere per i bambini. Ad inviare i bambini in ospedale hanno pensato anche shampoo e balsami, creme e profumi. In Ontario, i prodotti cosmetici sono la terza fonte più comune di esposizione al veleno per i bambini sotto i cinque anni. A rivelarlo è l’Ontario Poison Cente .

A preoccupare i ricercatori statunitensi è stato un altro dato. Il prodotto che più spesso ha provocato un ricovero ospedaliero è il pelo rilassante, una sostanza chimica caustica usata per raddrizzare i capelli. La sostanza chimica può causare ustioni, incluso all’interno dell’esofago o dello stomaco se ingerito. I bambini sono attratti da questi prodotti perché spesso hanno un buon odore. Potrebbero persino sembrare un cibo o una bevanda per un bambino. A trarre in inganno i bambini anche i saponi che spesso odorano come cibo. «Raccomandiamo ai genitori e agli operatori sanitari – dicono i ricercatori – di conservare i loro cosmetici in modo sicuro, simili ai farmaci, cioè in alto e lontano dalla vista dei bambini, conservati nei loro contenitori originali e anche conservati in un armadietto chiuso o bloccato».

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