Bere acqua ogni 45 minuti: ecco i benefici per la memoria

Bere acqua ogni 45 minuti per avere una memoria più veloce e attenta. Devi svolgere un compito per il quale è importante la memoria? Stai lavorando ad un progetto per il quale occorre tenere in mente qualcosa? Se vuoi avere una memoria veloce e attenta non hai che da bere acqua ogni 45 minuti. Per non perdere l’attenzione e rendere al meglio la memoria, infatti, occorre bere dell’acqua ogni 3/4 d’ora circa. Perché questo intervallo di tempo? Semplice. Questo sembra essere, infatti, l’intervallo di tempo a partire dal quale la nostra attenzione inizia a ridursi. A dimostrarlo sono oggi gli studenti nei quali proprio la soglia di attenzione si attesta intorno ai 40-45 minuti.

Acqua e memoria. Le ricerche che parlano del’importanza dell’acqua nel rinforzo della memoria e nella velocizzazione dei tempi di reazione non mancano. E’ stato dimostrato, per esempio, che chi beve circa mezzo litro d’acqua prima di concentrarsi su un compito mentale velocizza i propri tempi di reazione del 14%, rispetto a chi non beve. C’è una stretta relazione, quindi, fra l’acqua e le funzioni cerebrali. In genere si pensa che l’acqua debba servire solo ai reni, al fegato o al cuore. In realtà l’acqua ha degli effetti anche sul nostro cervello. Anzi l’organo del nostro corpo che ha più bisogno di acqua è proprio il cervello. Infatti proprio perché è composto da un 75% d’acqua ne ha tanto bisogno per continuare a funzionare. Diverse ricerche hanno messo in evidenza, per esempio, come bere poca acqua può alterare le capacità della memoria uditiva e quelle della memoria a breve termine. Altre indagini hanno scoperto, invece, come la mancanza di acqua alteri anche la concentrazione visiva. Sappiano tutti come non bere acqua porti insonnia, bocca secca, affaticamento, debolezza muscolare, mal di testa, vertigini o capogiri. Questi sono i primi segnali che identificano la disidratazione. Negli adulti, per esempio, è stato dimostrato che la disidratazione può compromettere in modo significativo funzione quali attenzione, concentrazione, memoria a breve termine. Nei bambini, invece, la mancata idratazione può influenzare le prestazioni intellettive.

Bere acqua ha un effetto positivo sulla memoria. E non solo anche sull’attenzione visiva e nella ricerca. Non bere a sufficienza può addirittura rendere più difficile lo stesso ragionamento. Basta perdere un litro di liquidi, quantità che si raggiunge con 90 minuti di sudorazione costante, per ridurre il cervello quanto basta a mandarlo in tilt. Di solito è difficile notare la disidratazione. Solo nei casi più estremi, quando cominciamo a notare i giramenti di testa e la pelle secca captiamo il campanello d’allarme. Il cervello è il primo a notare questo fenomeno perché cala l’attenzione e tendiamo ad economizzare le risorse. In questi casi occorre subito bere dell’acqua.

Le 3 condizioni per una idratazione a misura di memoria

1. Bere acqua appena svegli. Il nostro cervello dipende da una corretta idratazione per funzionare in modo efficace. Occorre, per questo, tenere sempre in equilibrio le cellule del cervello. Bisogna tener presente, però, che questo equilibrio fra acqua e altre sostanze è delicato e molto preciso. Per questo è importante bere appena svegli. Si tratta del momento della giornata nel quale le nostre cellule cerebrali hanno più bisogno di quell’idratazione che solo l’acqua può dare. Dopo avere dormito tra le 7 e le 9 ore occorre reintegrare l’acqua persa durante la notte. Anche se non abbiamo sudato è accertato che ogni respiro profondo che abbiamo fatto ha disidrato il cervello. Bere appena svegli un bicchiere d’acqua potenzia subito il cervello.

2. Bere acqua a piccoli sorsi. L’acqua ha un effetto positivo sul nostro benessere psicologico. Trascorrere, per esempio, alcune ore al mare e ascoltarne il suono ci aiuta a rilassarci. Bere acqua aiuta a regolare il nostro mondo emotivo. Perché? Anzitutto l’acqua migliora la temperatura del cervello e poi elimina le tossine e le cellule morte regolando così i nostri processi chimici. In altre parole l’acqua attiva una sorta di «reset mentale». Per ottenere tutto questo non si tratta di bere due bicchieri d’acqua di seguito e subito. Occorre rispettare alcune regole. Per dare alla memoria il giusto equilibrio occorre bere a piccoli sorsi affinché le nostre cellule si mantengano attive e trovino il giusto equilibrio con il quale regolare lo stress e l’ansia.

3. Bere acqua in ogni momento della giornata. Nell’arco delle 24 ore si va incontro a lievi disidratazioni. A volte non si ha il tempo di accorgersene ma se ne soffre. Tutto questo provoca uno squilibrio istantaneo. La conseguenza sono una serie di disfunzioni che si ripercuotono su molte aree fondamentali per la nostra sopravvivenza. Fra tutte viene meno l’agilità delle nostre facoltà cognitive. E così ci accorgiamo che ci è più difficile memorizzare le cose, ricordare le informazioni, trarre conclusioni, facilitare la memoria a lungo termine. Perché succede tutto questo? Anche per carenza di acqua nel nostro corpo. Per questo il consiglio è di avere sempre a portata di mano una bottiglia d’acqua tutta la giornata. Non basta bere acqua tutta in una volta. Occorre bere a piccoli sorsi nell’arco di tutta la giornata. Solo così si rimarrà sempre idratati.

La memoria e le memorie…

1. La memoria la possiamo paragonare a un enorme magazzino all’interno del quale ognuno può conservare tracce della propria esperienza passata e attingere per riuscire ad affrontare situazioni di vita presente e futura. Un magazzino che, non avendo caratteristiche statiche e passive, può essere definito come un costruttore attivo di rappresentazioni sul mondo. Esistono tre tipi di memoria: memoria sensoriale, memoria a breve termine (MBT) e memoria a lungo termine (MLT).

2. 
La memoria a breve termine (MBT) contiene le informazioni per un periodo di tempo molto breve. In genere una decina di secondi. Dopo questo tempo, la traccia decade. Se queste informazioni non sono trasferite nel magazzino a lungo termine decadono e spariscono. La MBT svolge, quindi, una funzione transitoria e di servizio tra la memoria sensoriale e la memoria lungo termine. Se queste tracce non vengono consolidate nella memoria a lungo termine sono destinate a scomparire.

3. La memoria a lungo termine (MLT) è un archivio dalle capacità quasi illimitate. Vi sono conservate tutte le esperienze e le conoscenze acquisite nel corso della vita. Questa memoria si suddivide in memoria esplicita e memoria implicita. La prima comprende tutto ciò che può essere descritto consapevolmente dal soggetto. La seconda contiene abilità motorie, percettive e cognitive.

4. La memoria di lavoro è una forma di memoria a breve termine che mantiene una quantità limitata di informazioni in un tempo limitato. Le informazioni presenti nella memoria di lavoro consentono l’utilizzo delle stesse informazioni nel momento stesso in cui si lavora. La memoria di lavoro, quindi, mantiene ed elabora le informazioni durante l’esecuzione di compiti cognitivi. Questo sistema di memoria ha una capacità limitata e può trattenere le informazioni per un periodo limitato di tempo.

5. La memoria autobiografica è l’insieme di quei ricordi che hanno caratterizzato e in qualche misura influenzato la nostra esistenza. Questa memoria non è concettualizzabile come un sistema di memoria isolato. La memoria autobiografica immagazzina fatti e eventi accaduti alla persona in relazione a schemi o percorsi di significato. Unifica le diverse esperienze di vita accumunandole da un significato comune. L’insieme di tutte queste informazioni è il bagaglio di conoscenza che ognuno di noi possiede e che dipende, sostanzialmente, dalle esperienze effettuate.

6. La memoria procedurale. Si utilizza quando dobbiamo fornire una performance o una attività quotidiana divenuta routinaria. E’ quella forma di memoria a cui non possiamo accedere consapevolmente. Una forma di memoria procedurale, pere esempio  è quella legata all’imparare a leggere. Quando leggiamo, infatti, non dobbiamo ripartire da zero come se fosse la prima volta. In questo caso, invece, andiamo a recuperare i ricordi che ci consentono di eseguire quel determinato compito. A questa memoria si accede, quindi, quando si mette in atto un’azione.

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