La Poetessa Margherita Neri Novi nei 100 Thousand Poets for Change

  • 100 Thousand Poets for Change Of Italy
    Ecco i poeti aderenti alla comunità artistica italiana, che entrano – pertanto – a far parte dell’organizzazione mondiale 100tpc.org.
  • Margherita Neri (Palermo) ha pubblicato due libri di poesia in lingua siciliana: “La Me Terra” (2007) e “Terra Niura” (2015). Ha partecipato a tantissimi concorsi di poesia nazionali e internazionali, ottenendo eccellenti risultati. Molte delle sue liriche sono state pubblicate su diverse riviste e antologie riscuotendo importanti riconoscimenti con la conseguente aggiudicazione di centinaia di premi, spesso, per essersi classificata ai primi posti. Alcune sue liriche sono state musicate dal Maestro Calogero Mindeci di Zurigo. E’ stata più volte coinvolta in progetti scolastici. Alcune sue poesie hanno formato oggetto di studio nelle scuole superiori di Cefalù, Palermo, Barcellona Pozzo di Gotto e Sant’Agata di Militello. Una sua lirica è stata presentata come tesi per laurea in psicologia e agli esami di maturità linguistica. E’ stata madrina di eventi culturali e ospite d’onore in vari comuni siciliani. E’ stata più volte membro di commissioni giudicatrici in vari concorsi di poesia. Ha ricevuto attestati di Benemerenza Onorifica Accademica, diplomi di elogi, di meriti letterari speciali e alla carriera, e riconoscimenti all’eccellenza tra cui ricordiamo qui solamente il premio “Donnattiva 2011” dell’Assemblea Regionale Siciliana, e nello stesso anno il conferimento di Benemerenza Civica con iscrizione all’Albo d’Onore della Presidenza Provincia Regionale di Palermo. E’ promotrice di gemellaggi culturali interregionali di ampia risonanza, tra cui si ricorda quello eno-gastronomico culturale tra le Regioni Marche e Sicilia che ha avuto una sua continuità anche nelle scuole del suo territorio. Il suo percorso poetico, spesso, l’ha portata ad incontrarsi con artisti dello spettacolo che hanno avuto sempre parole di elogio e di apprezzamento per le sue liriche.
  • La poesia di Margherita Neri, anima orgogliosa della Sicilia, ha un timbro forte e originale con cui canta la sua terra nelle sue infinite contraddizioni, facendosi portavoce, soprattutto, dei più deboli certa che – prima o poi – anche i poveri, gli indifesi e gli onesti avranno un po’ di giustizia terrena. La sua voce di donna vigorosa e combattiva è anche quella del suo popolo, fiera espressione della più autentica sicilianità che si solleva contro ogni ingiustizia e discriminazione sociale, contro qualsiasi preminenza, anche letteraria. I suoi testi – volti alla rappresentazione di aspetti, sentimenti e primigenie esperienze della realtà, come nella lirica ivi dedicata al ricordo della madre – narrano di lontane ascendenze in una sorta di simbolica regressione all’infanzia. Espressione della migliore tradizione di poesia in lingua sicula, ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra storia – ne sono certa – sarà la potente voce di Margherita Neri che tornerà ad imporsi alla nostra attenzione con la sua tragica schietta dolcezza (ELLA CIULLA).
  • ME MATRI
    Me matri era suli dû matinu
    quannu spuntava ralligrava u cori,
    me matri era stidda chi lucìa,
    era luna varcarola, annacava sònnira,
    assicutava farfalli, accampàva suspira,
    cugghìa lacrimi, strincìa scagghi di tempu ‘ntra li jita.
    Me matri era ciumi chi scurrìa,
    funtanedda scaccaniusa,
    era ventu di spiranza, furmichedda laburiusa,
    era portu di lu mari, era faru ‘ntâ timpesta.
    Me matri lavava ‘ngiurìi, asciucava chiantu,
    sciugghìa gruppa, arripizzava palori, stinnìa surrisi.
    Me matri ‘un supraniàva mai,
    vagnava cuscina,
    gnutticava e sarvava,
    comu juncu si calava a la china.
    Me matri era arvulu di frutti,
    scattiàva ciuri, uffrìa meli, agghiuttìa feli.
    Me matri vinnìa carizzi,
    scanciàva durcizza, rialava amuri,
    accattava duluri.
    Me matri era lustru di cannila
    quannu u suli tracuddava
    e lu scuru si fiddava.
    Me matri era cocciu di granatu,
    era ciauru di rosi, era spica di furmentu,
    a palumma di lu nidu, la bannèra di la casa…
    Me matri era sulu ’na matri,
    una comu tanti autri,
    era me matri.
    MARGHERITA NERI
Cambia impostazioni privacy
Torna in alto