L’inquinamento atmosferico influenza la trasmissione e la sopravvivenza del Covid-19 perchè altera il sistema immunitario umano. Il dato arriva da una ricerca guidata da Christian Mulder, titolare della cattedra di Ecologia dell’università di Catania, e dal reparto di Genetica dello stesso ateneo. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica ‘Environmental Science and Pollution Research’ della ‘Springer Nature’. “La prima ondata della pandemia ha evidenziato drammaticamente i ruoli chiave del clima e della chimica dell’aria nelle epidemie virali – spiega Mulder – e in Italia i primi focolai rispecchiano l’industrializzazione del nostro Paese. Una mappa di calore ha permesso di confrontare quantitativamente il numero di casi Covid-19 a livello provinciale, se non comunale, con recenti dati relativi all’urbanizzazione ed al particolato fine (PM 2,5), alla temperatura media, alle precipitazioni medie ed indirettamente alla copertura nuvolosa diurna, consentendo di verificare come due macroregioni italiane al nord ed al centro-sud si differenzino con una significativa statistica mai individuata prima”. I nostri risultati – si legge nella ricerca – indicano la qualità dell’aria (PM 2.5) come uno dei parametri più rilevanti che hanno influenzato la diffusione del virus durante la prima ondata, giustificando l’elevato livello di variabilità sulla disseminazione virale osservato nelle diverse aree geografiche in Italia”.