Un film che illumina una pagina di storia madonita. Intervista al regista

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Il Festival del Cinema di Cefalù incontra Salvatore Bongiorno, regista del film “Le stelle non hanno padroni”. La giuria del Festival del Cinema di Cefalù gli ha attribuito il premio per la migliore regia. «Per avere illuminato una pagina di storia madonita e avere raccontato le vicende con un sano e forte realismo sociale. Per avere diretto un film dal montaggio narrativo che fa immedesimare lo spettatore nella storia. Per avere dato vita ad un film dalla fotografia eccellente, con una musica eccezionale e dal suono sublime».
Il film è ambientato nel secondo dopoguerra, in Sicilia, quando il movimento contadino per l’applicazione delle leggi Gullo vede impegnati i lavoratori della terra, guidati dalle organizzazioni sindacati, dai partiti di sinistra e dalla Federterra, verso l’affermazione dei diritti e il miglioramento delle condizioni di vita. Un ruolo fondamentale, nelle Madonie, viene svolto dagli studenti e dai diplomati dell’Istituto Magistrale di Petralia Sottana che ripristinano una democratica e attiva partecipazione alla politica e riconfermano il ruolo del sindacato nella difesa della classe operaia. Il film, che ha già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, è stato premiato anche dalla Giuria del nostro Festival. Chiediamo al regista
Come nasce l’idea del film Le stelle non hanno Padroni?
L’esperienza del film è figlia di una tenace attività culturale condotta da decenni sul territorio, sicuramente ha trovato terreno fertile nelle persone coinvolte, ma non è stata una strada in discesa. Oggi, nel 2021, svolgere un ruolo culturale a vario titolo in un territorio lontano dai centri metropolitani è diventano un vero e proprio atto eroico: si riscontrano pregiudizi e ostacoli che compromettono i duri sforzi compiuti quotidianamente, si viene esclusi dalla visibilità e dall’accoglienza del pubblico extraterritoriale, ogni fenomeno viene quasi considerato di rilevanza marginale rispetto agli omologhi cittadini.Ogni lavoro del Miterra Videolab nasce con l’intento primario di raccontare uno spaccato della nostra storia e della nostra terra. Sentivamo da tempo l’esigenza di approfondire una storia non troppo lontana che rischiava di essere dimenticata: quella del movimento contadino nella Sicilia della fine della seconda guerra mondiale in cui si batterono per una società più giusta uomini come Epifanio Li Puma, Girolamo Li Causi e Pio La Torre.
Tenendo sullo sfondo l’operato di questi grandi personaggi abbiamo costruito una storia verosimile, andando ad approfondire il ruolo che assolse in quegli anni l’Istituto Magistrale di Petralia Sottana, faro di cultura del territorio, nella formazione degli studenti e delle loro coscienze.
Quali difficoltà incontrate durante la lavorazione del Film?
Sapevamo fin dall’inizio che la realizzazione di un film storico avrebbe comportato numerose difficoltà, soprattutto se condotta in modalità “low budget”. Basti pensare che il lavoro ha richiesto il coinvolgimento di più di 200 persone, distribuite tra attori, comparse e maestranze e che per le sole riprese abbiamo dedicato 2 anni di lavoro ai quali vanno sommati i tempi per la pre e la post produzione (cito tra tutte le fasi di studio del soggetto e la ricerca storica, la stesura della sceneggiatura, la ricerca delle location e degli attori, il montaggio e la composizione della colonna sonora). La sola forza del gruppo e la collaborazione dell’intera comunità ha consentito di superare ogni ostacolo e portare a termine il nostro sogno.
E’ difficile produrre e distribuire un film oggi, a parte le difficoltà legate alle chiusure?
Con molta onestà credevamo e speravamo di poter diffondere il nostro film in modo differente. È evidente che la distribuzione di un lavoro indipendente all’interno dei grandi circuiti commerciali ha risentito pesantemente della mancanza di una produzione affermata nel mainstream. L’ostacolo maggiore si riscontra nel proporre il film alle sale, ai festival o ai distributori, superata questa prima barriera (a volte insormontabile ed esclusiva), il successo è sempre pieno e soddisfacente.
Nonostante queste difficoltà, siamo riusciti a portare in giro il lavoro contando sulle sole nostre forze, organizzando proiezioni in differenti cinema italiani e all’estero e partecipando a numerosi festival. Ad oggi il film è disponibile su DVD, l’obiettivo è renderlo fruibile anche su piattaforme web on demand.
La risposta del pubblico, sempre attenta ed entusiasta, è stata la nostra più grande ricompensa.
Come valuta l’accoglienza del film da parte degli spettatori?
Quello che succede al termine di ogni proiezione è pura magia: lacrime di commozione miste ad applausi e a sorrisi pieni di ammirazione. Tante le persone che ancora oggi, a distanza di mesi, continuano a ringraziarci per aver contribuito a rafforzare la memoria di una storia che rischiava di essere dimenticata. Questo per noi rappresenta grande motivo di orgoglio, ci gratifica e ci fa comprendere che, evidentemente, il messaggio che volevamo trasmettere è arrivato a destinazione, per lo meno, per la maggior parte degli spettatori.
A nome di tutto il gruppo Miterra Videolab desidero ringraziare gli organizzatori del Cefalù Film Festival per l’organizzazione di questa rassegna molto completa ed articolata che vede risaltare il territorio Madonita e offre una vetrina sul cinema indipendente di tutto il Mondo.
Grazie di cuore per l’interesse mostrato e per il grande impegno profuso.
Un pensiero sul Cast, i tecnici e le maestranze,  quasi tutti del posto
Il cast, i tecnici e le maestranze sono state la vera forza del film: il motore di un ingranaggio complesso che ha dato linfa e vitalità all’intera macchina.
Sembra quasi impossibile pensare ad un gruppo di professionisti del settore che opera in un contesto così piccolo come quello delle Madonie, eppure è così. Oltre alla quasi totalità degli attori e delle comparse, numerose maestranze del luogo hanno supportato il progetto in modo impeccabile e professionale: dal montaggio agli operatori video e di scena, dalla fotografia alla colonna sonora, dai maestri della scenografia e dei costumi fino ai truccatori. Un ringraziamento sentito va a tutti loro.
Quale messaggio lancia ai giovani, e non solo, il film?
Il lavoro racconta uno scorcio della nostra storia, densa di problematiche che hanno caratterizzato negativamente la società Siciliana nel secondo dopoguerra. È evidente il parallelismo con i giorni nostri: stiamo affrontando un periodo storico altrettanto delicato con un forte impatto soprattutto sulle nuove generazioni e la presa di coscienza di questa amara realtà potrebbe gettarci nello sconforto.
Il film vuole, però, invitare ciascuno di noi alla determinazione, focalizza l’attenzione sull’importanza dello studio e sul ruolo fondamentale della vera istruzione, chiave di volta per la conquista dei diritti e l’affermazione della propria dignità.
Quali i suoi progetti futuri?
Abbiamo approfittato di questo periodo di pausa forzata per riorganizzare le nostre idee e, soprattutto, le nostre forze in quanto ognuno di noi deve fare i conti con la propria vita lavorativa che, come nel mio caso, si svolge lontano dalle Madonie.
Adesso siamo quasi pronti per tornare con un nuovo progetto facendo tesoro di questa grande avventura che è stata la realizzazione di “Le stelle non hanno padroni”. Per il momento, però, teniamo questo nuovo sogno nel cassetto e incrociamo le dita.

 

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