Cefalù è conosciuta per la sua storia, la bellezza del paesaggio e le tradizioni che attraversano secoli di vita. Ma nella memoria dei suoi abitanti, ci sono anche persone che hanno segnato un’epoca, lasciando un’impronta indelebile nel cuore della comunità. Salvatore Lupo, meglio conosciuto come “u zzu Totò” o “Mastru Totò”, è uno di questi uomini. Nato nel 1922, Totò è stato un muratore, un musicista, un uomo che ha vissuto per il bene della sua famiglia e della sua città, e che ha dato il meglio di sé per la comunità. La sua vita è un esempio di dedizione, passione e instancabile impegno, e il suo ricordo vive ancora oggi nel cuore di chi lo ha conosciuto.
Un’infanzia segnata dalla fatica e dalla passione
Salvatore Lupo nacque a Cefalù nel 1922, da Francesco e Rosa Garbo, ultimo di cinque figli. La famiglia Lupo era una famiglia modesta, e come molte famiglie dell’epoca, viveva di sacrifici e duro lavoro. Fin da bambino, Salvatore iniziò a imparare il mestiere che sarebbe stato la sua principale fonte di sostentamento: il lavoro manuale. Iniziò come manovale, per poi diventare un muratore a tutti gli effetti. Ma Totò non si limitò mai a una sola professione: la sua vita è stata segnata dalla voglia di imparare e di fare, da un’incredibile versatilità che lo portò a cimentarsi anche come falegname, pescatore e in tanti altri mestieri. La sua curiosità e la sua predisposizione al lavoro lo fecero apprezzare da tutti, e la sua capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di attività lo rese una figura fondamentale nella sua comunità.
Il servizio militare e il coraggio di un giovane uomo
Come molti giovani della sua generazione, Totò dovette affrontare gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale. Imbarcato su un cacciatorpediniere, Salvatore Lupo partecipò attivamente al conflitto, vivendo in prima persona le difficoltà e i pericoli che la guerra comportava. La sua esperienza in mare, come quella di molti altri soldati, non fu facile, ma si distinse per il suo impegno e il suo senso del dovere. Durante la guerra, Totò ricevette due encomi al merito per il suo coraggio e la sua abnegazione. Questi riconoscimenti non solo riflettono il suo spirito di sacrificio, ma anche la sua capacità di affrontare le difficoltà con determinazione, qualità che lo caratterizzeranno per tutta la sua vita.
Nonostante le difficoltà e le sofferenze che la guerra portò con sé, Salvatore non smise mai di coltivare le sue passioni, che avrebbero poi segnato in modo indelebile la sua esistenza.
La passione per la musica e il teatro
La passione di Totò per la musica iniziò sin da giovane. Crescendo in una famiglia che apprezzava le tradizioni locali, Salvatore Lupo cominciò a suonare lo strumento che avrebbe segnato la sua carriera musicale: il tamburo. Questo strumento, simbolo delle tradizioni popolari siciliane, divenne il suo inseparabile compagno. Non solo il tamburo, ma anche la cassa e i piatti furono strumenti con cui Totò si esibiva durante le festività e gli eventi locali. La sua partecipazione alla Banda musicale di Cefalù iniziò negli anni del dopoguerra, e il suo contributo a questa tradizione locale è stato fondamentale per il mantenimento di una parte importante del patrimonio culturale della città.
Nonostante la vita di quegli anni non fosse certo facile, Totò trovò sempre il modo di dedicarsi alla musica e al teatro, partecipando attivamente alla vita sociale della sua città. La sua disponibilità e il suo impegno non si fermavano mai, e la sua musica era un modo per arricchire la vita degli altri, per condividere un momento di gioia e per sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Totò non si limitava a suonare, ma partecipava anche ad attività teatrali locali, come la rappresentazione della “Fruottola” e della “ninariedda”, due tradizionali rappresentazioni natalizie che portavano la musica, la danza e la tradizione nelle case di Cefalù. Ogni anno, durante il periodo natalizio, insieme ai suoi amici e compagni, Totò portava per le vie del paese e nelle case degli amici la “ninariedda”, una tradizione che ancora oggi viene ricordata con affetto.
L’amore e la famiglia: un matrimonio che dura nel tempo
Nel corso della sua vita, Totò incontrò una donna che sarebbe diventata sua moglie: Rosa Cesare, una giovane orfana di padre che viveva all’orfanotrofio “Regina Elena” di Cefalù. La loro storia d’amore fu semplice, ma profonda. Salvatore e Rosa si sposarono il 20 gennaio 1951, e il loro matrimonio fu celebrato con grande emozione dal vescovo Cagnoni. Sebbene, all’epoca, non fosse permesso fare fotografie durante la cerimonia, il loro amore rimase impresso nella memoria di chi li conosceva.
Dal loro matrimonio nacquero due figlie, Rosa Maria e Giuseppina, che hanno sempre ricordato il padre come un uomo amorevole, affettuoso e comprensivo. Le figlie di Totò lo descrivono come un uomo che trasmetteva sempre positività, che non si lamentava mai e che sapeva come infondere speranza e gioia in ogni situazione. Nonostante le difficoltà della vita, Salvatore Lupo era sempre lì per la sua famiglia, pronto a offrire supporto, affetto e serenità. Il suo amore per la famiglia era incondizionato, e il suo desiderio di vedere le sue figlie crescere felici e realizzate era uno degli aspetti più importanti della sua vita.
L’impegno nella comunità: l’arte del presepe e l’azione cattolica
Totò non si limitò a dedicarsi alla sua famiglia e alla sua musica, ma fu anche un uomo profondamente impegnato nella sua comunità. Il suo impegno nell’Azione Cattolica è ben conosciuto. Uno degli aspetti che più caratterizzò la sua vita fu la realizzazione dei presepi, che divennero una delle sue più grandi passioni. Ogni anno, nel periodo natalizio, Salvatore Lupo si dedicava con grande passione alla creazione di presepi che arricchivano le chiese e le case della sua città. Non solo creava i presepi, ma si occupava anche di prepararli per il Palazzo Vescovile, dove si trovava ogni anno impegnato nella loro realizzazione.
La sua passione per i presepi e la sua dedizione nel creare ogni anno un’opera che stupisse chi la guardava erano il segno di un uomo che, pur vivendo una vita fatta di sacrifici, non smetteva mai di dedicarsi a ciò che amava. Anche la sua partecipazione a eventi come la “Fruottola” e la “ninariedda” dimostra come Totò fosse sempre disposto a dare il suo contributo alla comunità, senza mai tirarsi indietro.
La scomparsa di Totò
Salvatore “Totò” Lupo morì il 9 dicembre 1989, all’età di 67 anni, proprio mentre si stava dedicando alla preparazione del presepe nel Palazzo Vescovile. La sua morte improvvisa lasciò un vuoto profondo nella comunità di Cefalù, dove era amato e rispettato da tutti. La sua morte segnò la fine di un’era per la sua famiglia, la sua città e la sua comunità, ma il suo ricordo continua a vivere attraverso le sue figlie, i suoi amici e tutti coloro che lo hanno conosciuto.
Totò è stato un uomo che ha incarnato i valori della dedizione, del lavoro e dell’amore per la propria terra. La sua vita è un esempio di come si possano superare le difficoltà con positività e speranza, e di come, anche nei momenti di maggiore fatica, si possa trovare la bellezza nella musica, nella famiglia e nell’impegno verso gli altri.
Un’eredità che perdura
Oggi, Salvatore “Totò” Lupo è ricordato con affetto e nostalgia dalla sua città. La sua musica, la sua dedizione alla famiglia, l’impegno nella comunità e l’amore per le tradizioni locali continuano a vivere nel ricordo di chi lo ha conosciuto. Il suo esempio di vita rimane un faro per le generazioni future, un monito di come la passione e la dedizione possano trasformare la vita di un uomo e arricchire la comunità in cui vive. La figura di Totò, “u zzu Totò”, rimane viva nella memoria di Cefalù, una città che non dimentica le sue radici e i suoi uomini più semplici, ma non meno grandi. Il suo spirito, il suo impegno e la sua passione continueranno a ispirare chiunque porti avanti il lavoro, la musica e la tradizione, come fece lui per tutta la sua vita.
Cefalunews è felice di annunciare la pubblicazione, prevista per marzo 2025, di un libro che raccoglierà le biografie di quei personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità e oltre. Se conosci storie di persone che hanno segnato la storia della nostra città con il loro impegno, che abbiano lavorato per il bene comune o che abbiano lasciato una traccia nelle istituzioni, nelle scuole, nelle chiese, nelle strade o nei luoghi di ritrovo, ti invitiamo a contribuire.
Per partecipare, invia una foto e le note biografiche all’indirizzo email [email protected] oppure tramite WhatsApp al numero 3472975402. Se hai storie da condividere, puoi anche utilizzare questo link per fornirci tutte le informazioni che ritieni utili. Aiutaci a celebrare insieme i protagonisti che hanno reso grande Cefalù!
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