Questa sera si rinnova la tradizione della Ninnaredda. Sarà dentro il duomo dopo la Messa di mezzanotte

Questa sera, dopo la Messa di Mezzanotte, dentro la Cattedrale a causa delle condizioni Meteo, si rinnova la Tradizione della Ninnaredda, la Ninna nanna a Gesù Bambino. La fonte del testo è il Vangelo di Luca che, al Capitolo 2, racconta la Nascita di Gesù e la visita dei Pastori. «Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. [ Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”. Chi sono i tanti che udirono le parole dei Pastori e andarono a rende Omaggio al Bambino? Ce lo dice, nella tradizione popolare, il testo dalla Ninnaredda … Pescatori, Cacciatori, Vignaioli … e la povera lavandaia, figura amatissima perchè non ha nulla ma offre il suo servizio.

Questa sera sarà ancora il Maestro Totuccio Curreri a dirigere i circa 25 musicisti che eseguiranno la Ninanredda.
A cura dell’Associazione Culturale Musicale Città di Cefalù- Voce solista Sergio Ruvituso.

La Ninnaredda a Cefalù

La tradizione natalizia della “Ninnaredda” risale a prima degli anni ’50, quando questi canti, simili a nenie, venivano intonati per celebrare la nascita di Gesù. Brani come Lu viaggiu di San Giuseppi, La notti di Natali, Ninu Ninu lu picuraru e Dormi oh figghiu dormi raccontavano il Natale inserendolo in contesti di vita rurale, evocando scene quotidiane della comunità contadina.

Ad animare questa tradizione erano i ninnariddara e i ciaramiddara, figure emblematiche del Natale cefalutano. I ninnariddara, violinisti che si esibivano all’alba percorrendo le strade buie, diffondevano i canti natalizi. I ciaramiddara, invece, suonavano la ciaramedda (cornamusa) accompagnati da un flautista, solitamente di sera. Le loro melodie creavano un’atmosfera unica, trasformando il paese in un teatro di suoni e suggestioni.

Le celebrazioni liturgiche e i canti popolari

A Cefalù, il periodo natalizio era arricchito da particolari celebrazioni liturgiche, spesso accompagnate da canti dialettali. Dal 29 novembre al 7 dicembre si svolgeva la novena dell’Immacolata nelle principali chiese cittadine, tra cui la Cattedrale, San Giovanni e Immacolatella. Seguiva il triduo di Santa Lucia, dall’11 al 13 dicembre, nella chiesa dell’Addoloratella. Infine, dal 16 al 24 dicembre, la novena di Natale animava le chiese del Purgatorio, dell’Annunziata e della Cattedrale, con cori che intonavano brani tradizionali della “Ninnaredda”.

Accanto alle celebrazioni religiose, si svolgeva una novena di Natale popolare, organizzata in case private o presso alcune botteghe. Qui, davanti a piccoli presepi o altarini, si cantavano inni a Sant’Antonio e San Giuseppe, seguiti dalle litanie alla Madonna e ai Santi. La chiusura era affidata al ciaramiddaru, che eseguiva una dolce ninnaredda. Questa tradizione prevedeva anche momenti di condivisione: il capofamiglia o il proprietario della bottega offrivano ai musicisti un dolce ripieno di fichi secchi e frutta.

Il declino e la rinascita della tradizione

Con la crisi del mondo contadino, la “Ninnaredda” ha conosciuto un progressivo declino. Tuttavia, nella seconda metà del Novecento, grazie alla dedizione di musicisti e appassionati delle tradizioni locali, questa usanza è stata recuperata. La “Ninnaredda” è così tornata a vivere, animando le strade di Cefalù nei giorni che precedono il Natale.

Buona Natale a Tutti

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