Cefalù nell’anima: la pittura di Collara tra luce, mare e memoria

Giuseppe Collara è nato a Cefalù nel 1948, in una famiglia modesta che ha avuto un ruolo determinante nella sua crescita, sia sotto il profilo personale che artistico. Il fatto di essere il figlio maggiore in una famiglia con tre sorelle ha fatto di lui una figura di riferimento all’interno della sua casa, accrescendo la sua responsabilità e maturità fin da giovane. Nonostante la condizione economica modesta, la sua famiglia gli ha sempre trasmesso valori fondamentali come l’amore, il rispetto reciproco e l’importanza della cultura. Cefalù, la sua città natale, ha avuto un’influenza profonda su di lui. Sebbene Cefalù non fosse particolarmente vivace dal punto di vista culturale durante la sua infanzia, il paesaggio, la luce solare e i colori intensi che caratterizzavano il mare e le terre circostanti sono diventati per lui fonti di ispirazione costante.

Fin da piccolo, Giuseppe ha mostrato un talento innato per l’arte. I suoi primi passi sono stati nel disegno e nella pittura, che ha praticato con grande passione, ma non solo. Si è avvicinato anche all’architettura, un altro campo che ha sempre amato e che ha avuto una certa rilevanza nella sua formazione. Il contesto che lo circondava, fatto di montagne, mare e paesaggi naturali, è stato il primo insegnante di un’arte che lui avrebbe poi sviluppato in modo completamente personale. A scuola, i suoi insegnanti, riconoscendo il suo talento, lo hanno spinto a perfezionarsi, e il suo primo approccio serio all’arte è avvenuto all’Istituto d’Arte di Cefalù. Lì ha avuto la possibilità di esplorare vari ambiti artistici, tra cui il disegno, la pittura, l’ebanisteria e progetti di architettura, che gli hanno dato una solida base per sviluppare la sua sensibilità artistica.

A soli 19 anni ha realizzato uno dei suoi primi lavori di grande rilievo: un enorme affresco (11×2,5 metri) commissionato per il boccascena del cineteatro Astro di Cefalù. Quest’opera giovanile, intrisa di una forte influenza dei grandi maestri del passato come Michelangelo, si inserisce nel linguaggio formale dell’arte classica. Nonostante la sua giovane età, Collara ha affrontato temi complessi e profondi, esplorando l’esperienza umana e le sue sofferenze attraverso la metafora del tramonto della vita. Tuttavia, al centro dell’affresco, emerge la figura della gioventù, simbolo di speranza e vitalità, affiancata dall’amore e dalla morte, creando un delicato equilibrio tra la vita e la sua inevitabile fine. Questo affresco non è solo una riflessione sulla condizione umana, ma un’espressione della visione personale dell’artista, capace di condensare in un’unica opera la forza e la fragilità della vita.

Nonostante le limitazioni culturali e sociali della sua città, la sua passione per l’arte lo ha portato a continuare la sua formazione. Dopo l’Istituto d’Arte, ha deciso di approfondire i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove si è specializzato in pittura. Ma la sua formazione non si è fermata lì: Giuseppe ha scelto di trasferirsi a Roma per completare il suo percorso formativo, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti nella sezione del nudo. A Roma, la sua formazione è diventata ancora più completa, e le sue esperienze artistiche sono state influenzate da nuovi maestri, dai musei e dalle gallerie che la città offriva. Roma, con la sua tradizione artistica e il suo fermento culturale, ha rappresentato per Collara un’opportunità unica per confrontarsi con l’arte europea e internazionale.

Esperienza a Padova e in Francia

Dopo aver concluso gli studi, nel periodo tra il 1970 e il 1990, Giuseppe ha deciso di trasferirsi a Padova per insegnare educazione artistica. La scelta di trasferirsi al nord Italia è stata principalmente dettata dal desiderio di vivere in un contesto culturale più dinamico rispetto a quello che trovava al sud. Padova, all’epoca, era una città molto vivace dal punto di vista artistico, con una forte presenza di gallerie e mostre, che hanno alimentato la sua crescita professionale. Durante questo periodo, Collara ha consolidato il suo stile artistico, orientandosi verso un’arte che combinava influenze post-cubiste ed espressioniste, ma che, allo stesso tempo, si distaccava dalle correnti artistiche contemporanee per sviluppare una propria visione unica. È stato un periodo importante per la sua maturazione, dove ha affinato la tecnica e ha ampliato il suo linguaggio visivo.

Nel 1975, Giuseppe ha sposato Janine, una donna francese che gli ha dato un’altra motivazione per il trasferimento definitivo in Francia. Nel 1978 è nata Corinne, sua figlia unica, e il suo legame con la Francia si è approfondito. Questo trasferimento in Francia ha segnato una tappa cruciale nel suo percorso artistico e personale. A Parigi, Giuseppe ha trovato un ambiente artistico molto più stimolante e ricettivo, che gli ha permesso di esplorare l’arte astratta in modo più profondo. In quel periodo, la sua pittura ha abbandonato il figurativo per avvicinarsi a forme più materiche e astratte, dove la manipolazione della materia e l’espressione delle emozioni sono diventate centrali.

In Francia, ha partecipato a numerose mostre collettive e personali, tra cui quelle in gallerie prestigiose in Borgogna, a Parigi e lungo la Costa Azzurra. Le sue opere hanno suscitato interesse e sono state apprezzate per la loro originalità e la capacità di trasmettere sensazioni profonde. Collara ha sempre amato sperimentare con i materiali, e in Francia ha avuto la possibilità di utilizzare materiali nuovi come il cemento, l’ardesia, il cartone e il legno, che sono diventati parte integrante del suo processo creativo. La pittura acrilica è stata una delle sue tecniche preferite, e con essa ha dato vita a opere di grande forza visiva, dove il colore e la materia giocano un ruolo fondamentale nell’espressione emotiva.

Nel corso della sua carriera ha avuto numerose opportunità di esporre le sue opere in prestigiose location internazionali. Tra le mostre personali più significative, si annoverano quelle alla galleria di Nevers nel 1990 e 1991, seguite dalla mostra alla Chapelle Sainte Marie di Nevers nel 1988, che hanno contribuito a consolidare la sua presenza nel panorama artistico francese. Un’altra importante esposizione è stata “Matieremotions” alla Maison de la Culture di Nevers nel 1994, dove ha presentato una serie di lavori che esploravano il legame tra materia e emozione. Nel 2000, ha partecipato alla mostra “Picta” a Chambéry, un evento che ha messo in risalto la sua evoluzione artistica verso forme sempre più astratte. Nel 2013, ha preso parte a una mostra collettiva a Parigi, nella galleria situata nel quartiere 75003, dove ha esposto insieme ad altri tre artisti astratti. Questi eventi hanno rappresentato momenti fondamentali per la sua carriera, permettendogli di confrontarsi con il pubblico e con altri artisti, ampliando così la sua visibilità internazionale e consolidando il suo ruolo nell’ambito dell’arte contemporanea.

L’incontro fra arte e poesia

Giuseppe ha collaborato con Jean Yves Debrousse, oculista di professione e appassionato scrittore, autore di libri e poesie, che gli ha chiesto di illustrare la sua raccolta di poesie, un’opera che ha avuto un impatto significativo anche per il suo scopo benefico. Infatti, i proventi delle vendite della raccolta sono stati destinati all’associazione “Pharmacien sans frontières”, un’iniziativa che mirava a portare aiuti a chi ne aveva bisogno. Collara ha affrontato il progetto con grande impegno, creando illustrazioni per ogni poema di Debrousse, che hanno aggiunto un ulteriore strato emotivo e visivo alla potenza delle parole scritte. Questo progetto ha rappresentato un connubio perfetto tra arte visiva e poesia, un incontro che ha arricchito entrambe le forme espressive.

Nel suo percorso artistico, Collara ha avuto anche il piacere di collaborare con Angela Di Francesca, una cara amica con cui condivideva una profonda ammirazione reciproca. Per Giuseppe, accompagnare le poesie di Angela con le sue illustrazioni è stato un onore che gli ha permesso di esprimere la sua arte in un contesto ancora più intimo e personale. Le illustrazioni di Collara hanno dato vita ai versi di Angela, aggiungendo un ulteriore strato di emozione e significato. Giuseppe si è sempre ricordato con grande affetto di questi momenti di creazione condivisa, sentendo una forte connessione emotiva con il lavoro che ha svolto per Angela, un’esperienza che ha arricchito profondamente la sua pratica artistica.

Rapporto con Cefalù

Nonostante il trasferimento in Francia, il legame di Giuseppe con Cefalù non si è mai interrotto. La sua città natale, con il suo mare cristallino e la luce calda del sole siciliano, è rimasta sempre presente nel suo cuore. Ogni volta che poteva, tornava a Cefalù per ricaricarsi e per trovare ispirazione nei paesaggi che lo avevano formato da giovane. Il mare siciliano, il cielo azzurro e il giallo del sole erano sempre visibili nelle sue opere, anche se non rappresentati in modo diretto. I colori intensi che utilizzava, come il blu e il giallo, sono sempre stati legati alla sua terra natale, anche quando il suo stile si è evoluto verso l’astrazione.

Collara ha sempre nutrito un amore viscerale per Cefalù, e il suo rapporto con la città è stato profondo e duraturo. La sua casa-atelier a Ronzavalle, immersa nel verde e lontana dal trambusto delle città, è diventata il suo angolo di paradiso, dove ha continuato a dipingere anche negli ultimi anni della sua vita. Cefalù è rimasta una costante nella sua produzione artistica, un richiamo che lo ha sempre spinto a tornare, a esplorare di nuovo le emozioni che quei luoghi evocavano in lui. Anche da lontano, Cefalù ha continuato a vivere nelle sue tele, nei colori, nei sogni e nelle emozioni che l’artista ha sempre cercato di trasmettere attraverso la sua arte.

Giuseppe ha sempre nutrito un profondo legame con Cefalù, e avrebbe voluto lasciare in eredità le sue opere alla città, qualora fosse stato possibile trovare dei locali adeguati per esporle. La sua intenzione era quella di far conoscere la sua arte a tutti, rendendola accessibile alla comunità locale e ai visitatori. Questa volontà di condividere la sua creazione con Cefalù è oggi portata avanti dalla figlia Corinne, che sogna di vedere un giorno un museo Collara nella sua città natale, dove le opere del padre possano essere finalmente esposte in un luogo dedicato. Durante i suoi soggiorni estivi a Cefalù, Collara partecipava sempre con entusiasmo alle mostre di Via Mandralisca, un evento che gli permetteva di entrare in contatto diretto con la gente e con gli altri artisti locali. Questo scambio di idee e il dialogo con il pubblico erano per lui momenti di grande valore, che riflettevano il suo desiderio di condividere la propria arte e di alimentare la discussione e l’interazione culturale.

Stile artistico e influenze

Lo stile di Giuseppe Collara è stato profondamente influenzato dai grandi maestri del passato, ma anche dalle correnti artistiche del suo tempo. Sin dall’inizio della sua carriera, il suo lavoro è stato segnato dall’esplorazione della figura umana, ma con il tempo ha abbandonato il figurativo per esplorare forme più astratte, influenzato in particolar modo dal cubismo e dall’espressionismo. La sua arte non è mai stata una semplice rappresentazione visiva, ma un viaggio emotivo che ha cercato di esplorare le profondità della mente e dell’anima umana. La sua ricerca si è concentrata sulla manipolazione della materia, sull’esplorazione dei ricordi e delle emozioni e sulla creazione di una nuova realtà che fosse più vicina all’interiorità dell’artista che alla rappresentazione del mondo esterno.

Il suo incontro con Picasso è stato determinante, e per Collara Picasso ha rappresentato una fonte di ispirazione continua. Tuttavia, la sua arte non può essere ridotta a una semplice imitazione, poiché ha saputo reinterpretare le influenze cubiste e espressioniste in modo unico e originale. Le sue opere sono caratterizzate dall’uso di colori intensi e vivaci, come il blu del mare e il giallo del sole, che evocano il paesaggio siciliano che lo ha sempre ispirato. Ogni tela di Collara è un’esplorazione emotiva, un viaggio interiore che ha portato lo spettatore a riflettere, a percepire le emozioni dell’artista e a interpretare la sua visione del mondo.

Ultimi anni e eredità artistica

Negli ultimi anni della sua vita, Giuseppe Collara ha continuato a dipingere con la stessa passione di sempre, pur affrontando il distacco dalle forme figurative. Le sue ultime opere, realizzate a Cefalù nel 2023, sono state tra le più emozionanti e mature della sua carriera. La sua morte, avvenuta nello stesso anno, ha suscitato un grande cordoglio nel mondo dell’arte, che ha perso uno degli astrattisti più talentuosi del panorama contemporaneo. La sua produzione artistica, pur essendo vasta e ricca, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte, testimoniando la sua capacità unica di emozionare e di raccontare il mondo attraverso il colore e la materia.

Oggi, le sue opere sono visibili in Francia e a Cefalù, dove la figlia Corinne sta lavorando per creare un museo che raccoglierà le sue opere più significative. Questo museo sarà un tributo all’artista e alla sua straordinaria carriera, e permetterà alle generazioni future di scoprire e apprezzare la sua arte. Le sue opere continuano a vivere nel panorama dell’arte contemporanea, e la sua eredità è destinata a essere ricordata per la sua originalità, la sua passione e la sua ricerca incessante di emozioni autentiche e profonde.

La Pittura come esplorazione dell’Essere

«Per me dipingere significa ‘essere’, cercare la felicità nei valori intimi, assoluti e segreti della materia, madre generatrice di nuove emozioni e nuovi poemi vitali.» E’ il pensiero di Collara che così continua: «Attraverso una profonda esplorazione della memoria, delle sue stratificazioni, delle sue sedimentazioni, attraverso una manipolazione fisica del supporto e della materia pittorica, amo rappresentare e esprimere i momenti più lirici ed emozionanti della luce, del sogno, della memoria».


La biografia di Giuseppe Collara, presentata in questo articolo, farà parte di una pubblicazione che Cefalunews sta curando per la sua uscita prevista nel mese di aprile 2025. Il libro raccoglierà le biografie di quei personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità e oltre. Se conosci storie di persone che hanno segnato la storia della nostra città con il loro impegno, che abbiano lavorato per il bene comune o che abbiano lasciato una traccia nelle istituzioni, nelle scuole, nelle chiese, nelle strade o nei luoghi di ritrovo, ti invitiamo a contribuire.

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