Sono 3.549 i comuni italiani che hanno già superato l’obiettivo della direttiva europea. Un dato in aumento del 13% rispetto al 2014 e del 58,29% rispetto al 2013. Tra questi 3.549 comuni non c’è quello di Cefalù. Il dato emerge dal VI Rapporto Banca Dati Anci-Conai su raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, presentato a Roma nelle sede di Anci. Questo dato dice che tra i primi 20 comuni con popolazione compresa tra 25.000 e 50.000 abitanti non c’è alcun comune della Sicilia. Due i comuni del Sud Italia: Bacoli che rientra nella classifica per il secondo anno consecutivo e Ostuni. Nemmeno fra i comuni con popolazione compresa tra 50.000 e 100.000 abitanti c’è un comune siciliano e tra quelli che superano i centomila abitanti.
La Sicilia è la peggiore regione in Italia come percentuale di avvio a riciclo e intercettazione pro capite di raccolta differenziata. Nel 2015 la Regione ha avviato al riciclo il 10,81% dei rifiuti urbani, un dato lontanissimo dall’obiettivo UE del 50% entro il 2020 e addirittura in calo dell’8,66% rispetto al 2014; male anche l’intercettazione pro capite di raccolta differenziata, ferma a 54,81 kg per abitante rispetto alla media nazionale di 253 kg. «Il Rapporto conferma l’immagine di un Paese a due velocità – ha spiegato Filippo Bernocchi, delegato Anci a Energia e Rifiuti – con un Nord dotato di impianti più adeguati e di una maggiore sensibilità rispetto alla tematica. Se le regioni del Centro-Nord raggiungono in media quasi il 50% di effettivo riciclo la gran parte del Mezzogiorno, in assenza di provvedimenti straordinari, difficilmente riuscirà a centrare l’obiettivo entro il 2020».
A livello nazionale, sale da otto a nove il numero di Regioni italiane che hanno raggiunto, con ben 5 anni di anticipo, l’obiettivo UE del 50% di avvio a riciclo fissato per il 2020: Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Sardegna e la “new entry” Valle D’Aosta. Lo studio evidenzia un lieve aumento (+0,78%) della produzione dei rifiuti urbani nel 2015, che si attesta a 512 kg per abitante, mentre la percentuale di raccolta differenziata (+3,32%) cresce più velocemente rispetto a quella di avvio al riciclo (+1,77%), una forbice dovuta in larga parte alla qualità dei materiali raccolti. Grazie all’incremento delle quantità di rifiuti avviati al riciclo, si sono evitate emissioni di CO2 equivalenti pari a 1.792.064 tonnellate, un dato in aumento del 32,75%.