Quali salumi fanno più male? Fanno male i salumi che contengono molto sale. Un etto di salame, per fare un esempio, contiene circa 4 grammi di sale e con la stessa quantità di prosciutto crudo, invece, si possono superare i 6 grammi. Il sale contiene sodio e un eccesso di questo composto nell’organismo porta danni al cuore, ai vasi sanguigni, ai reni e al cervello, oltre ai già noti effetti sulla pressione sanguigna. L’OMS raccomanda una riduzione del consumo di sale del 30% entro il 2025 poiché è stato dimostrato che il consumo di sale nell’alimentazione, è responsabile dello sviluppo di malattie cardio-cerebrovascolari, osteoporosi, malattie renali e tumori. Per un corpo in salute, infatti, è importante scegliere alimenti poveri di sale.
Quali sono i salumi con meno sale? Il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione Nut/Cra ha stilato una classifica analizzando 32 prodotti di salumeria. Ne è venuta fuori una vera e propria classifica. In testa c’è il prosciutto crudo. A seguire i salami e poi la pancetta. Al quarto posto la bresaola e al quinto lo speck. Al sesto posto la salsiccia e al settimo il prosciutto cotto. All’ottavo posto il wusterl e a chiudere la classifica ecco la mortadella che contiene solo 506 milligrammi di sodio per 100 grammi di prodotto. Un quinto rispetto ai 2578 milligrammi di sodio che si trovano nel prosciutto crudo.
Rispetto al passato nei salumi si trova meno sale? Il trend di miglioramento vede una riduzione di sale dal 4% a oltre il 45% a secondo dei salumi. Una ricerca del 1993 vedeva in testa alla classifica il prosciutto crudo con 7,0 grammi di sale ogni etto di prodotto. A seguire pancetta (5,7), speck, salatini e coppa (5,1), salame (4,7), cotechino (3,0), wusterl (2,8), zampone (2,5) e prosciutto cotto (2,5). Nel 2011 luna nuova classifica vede il crudo in testa con 6,0 grammi e a seguire coppa (4,9), salamini (4,2), salame (4,0), pancetta (3,0), mortadella (2,4), cotechino e wusterl (2,2), prosciutto cotto (2,1) e zampone (1,7).
Quali sono i salumi più sani? Occorre sempre stare attenti all’etichetta per scegliere i più genuini. Evitare di acquistare salumi che non hanno indicazioni soprattutto se parliamo di quelli stagionati. Occorre scegliere, inoltre, qui salumi che non hanno additivi perché sono di qualità in quanto hanno anche un contenuto di grassi ridotto, inferiore del 30%. Nell’etichetta occorre controllare le indicazioni sul tipo di carne impiegata: se è italiana, se proviene da un allevamento, da una filiera certificata. Attenzione anche alla tabella nutrizionale per il basso contenuto di sale. Secondo l’OMS al giorno non si dovrebbe assumere più di 5 grammi di sale.
Salumi, insaccati e carne in scatola sono tutti uguali? No. Gli insaccati sono realizzati miscelando un insieme di ingredienti: carne, grasso, sale, spezie e additivi. Il tutto viene, quindi, chiuso in involucri naturali o artificiali. I salumi non insaccati, invece, vengono prodotti sottoponendo parti intere di animale a un processo di cottura o stagionatura. La carne in scatola, infine, si ottiene da carne solitamente lessata che viene suddivisa a tocchetti e poi sistemata in barattoli di lamiera stagnata, chiusi ermeticamente. Gli studi presi in considerazione dall’Oms, è bene sapere, fanno riferimento a tutta la carne trasformata, senza differenze fra i singoli prodotti.