Un velo di profondo dolore avvolge la nostra amata Monreale. Un dolore che ci accomuna tutti, stringendoci in un silenzio attonito e colmo di sconcerto. Sono sentimenti che affondano le radici nella memoria della fede, richiamando quelli provati dai discepoli ai piedi della Croce di Cristo. Anche noi, come loro, ci ritroviamo a contemplare l’incomprensibile. E sebbene ci sorregga la speranza cristiana della risurrezione, la tragedia che ha spezzato le vite di Andrea, Massimo e Salvatore sabato notte lascia un solco lacerante nei nostri cuori e oscura ogni prospettiva di consolazione umana. Lo afferma l’Arcivescovo di Monreale S.E. Rev.ma Mons. Gualtiero Isacchi.
In questo tempo sospeso, ogni parola pare superflua, se non addirittura inadeguata a rispondere all’insopprimibile domanda di senso che emerge dal cuore della nostra comunità ferita. Resta allora solo il silenzio, austero e rispettoso, come unica risposta capace di accogliere la nostra impotenza e il nostro pianto.
Ma nel silenzio, una voce ancora più profonda ci invita alla preghiera. È lì che possiamo trovare la sola vera consolazione, nella Parola di Dio che illumina anche la notte più buia. Scegliamo, dunque, di raccoglierci in preghiera.
“La consolazione e la pace – scrive l’Arcivescovo – le possiamo trovare solo nella preghiera e nella Parola di Dio. Scegliamo di pregare!
I momenti di preghiera resteranno invariati nell’orario e nei luoghi. Non faremo la tradizionale processione, ma, come accadde nel 1625 quando l’Arcivescovo Venero portò il Crocifisso in Cattedrale per chiedere la liberazione di Monreale dalla peste bubbonica, porteremo l’effige del Santissimo Crocifisso in Cattedrale per una Veglia di Preghiera nella quale chiederemo di essere liberati dalla nuova peste: la peste della violenza“.
Monreale pregherà per Andrea, Massimo e Salvatore, giovani vite strappate all’affetto dei loro cari e alla promessa del futuro.
“Pregheremo – sottolinea Mons. Isacchi per Andrea, Massimo e Salvatore, vittime innocenti. Pregheremo per le loro mamme e i loro papà, per i fratelli e le sorelle, per i nonni e i famigliari. Pregheremo per i nostri giovani, duramente provati da ciò che hanno visto e dalla perdita dei loro amici. Pregheremo per tutti i giovani perché possano costruire una società migliore di quella che abbiamo costruito noi adulti. Pregheremo per ciascuno di noi perché, sull’esempio del Crocifisso, possiamo fare la nostra parte per fermare la diffusione di questa nuova peste, agendo concretamente e ponendo sani limiti a tutto ciò che la propaga e la diffonde.
Domandiamo la grazia al Santissimo Crocifisso”.
Invochiamo la grazia del Santissimo Crocifisso: che Egli ci doni consolazione, forza e una rinnovata speranza.
In silenzio e con fede, Monreale si inginocchia e prega.
Paolo Taormina, giornalista
(foto di P.T.)
Foto di copertina Arcidiocesi di Monreale


