Gratteri ha celebrato con solennità le Sante Spine della Corona di Gesù: un’antica devozione che parla al cuore dei fedeli di oggi

La comunità di Gratteri ha vissuto con intensa partecipazione la solenne Festa in Onore delle Sante Spine della Corona di Gesù, una ricorrenza densa di spiritualità e di significato teologico che affonda le sue radici nei misteri centrali della fede cristiana. La celebrazione liturgica, presieduta dal parroco don Nicola Crapa, ha avuto il suo culmine nella processione per le vie del paese, accompagnata dalle confraternite cittadine, in particolare dalla confraternita femminile intitolata alle stesse Sante Spine. A fare da cornice sonora e spirituale, le melodie della banda musicale “Angelo Tornabene” di Gratteri, che ha contribuito a rendere ancora più solenne l’evento.

Le Sante Spine, reliquie preziose che la tradizione cristiana riconosce come appartenenti alla corona di spine posta sul capo del Cristo durante la sua Passione, sono un simbolo che non cessa di parlare al cuore dei fedeli. I Vangeli sinottici (cf. Mt 27,29; Mc 15,17; Gv 19,2) narrano come, nel momento della derisione e della flagellazione, i soldati romani posero sul capo di Gesù una corona intrecciata di spine, quale parodia crudele del suo essere Re. Eppure, come scrive sant’Ambrogio, «colui che porta le spine non è un re qualunque, ma il Signore glorificato nella sua umiliazione» (Expositio Evangelii secundum Lucam, X, 121).

I Padri della Chiesa videro nella corona di spine il segno dell’assunzione del peccato del mondo, un diadema doloroso che, lungi dall’umiliare Cristo, ne manifesta l’umiltà regale. Origene, commentando la Passione, affermava che «le spine della terra, frutto del peccato dell’uomo, sono ora assunte sul capo del Salvatore: Egli si carica della maledizione per tramutare la morte in vita» (Homiliae in Leviticum).

Questo linguaggio simbolico conserva, oggi più che mai, un’eloquenza attuale. Le spine della sofferenza, della solitudine, delle ingiustizie e delle prove quotidiane, pungono ancora l’esistenza dell’uomo contemporaneo. Tuttavia, come ricorda il tempo pasquale che la Chiesa vive in questi giorni, proprio da quella corona lacerante nasce il trionfo della Risurrezione. Le spine non sono più solo segno di dolore, ma preludio alla gloria: in esse si intreccia la via crucis dell’umanità e la promessa della redenzione.

Gratteri, con la sua tradizione secolare, custodisce e rinnova così una memoria viva, che non è semplice rievocazione ma testimonianza attuale. In un mondo spesso anestetizzato al mistero del dolore, la contemplazione delle Sante Spine invita a riscoprire la forza salvifica del Cristo Crocifisso e Risorto, che trasfigura ogni piaga in fonte di vita nuova.

Un rito antico, dunque, ma intriso di presente. Una comunità che, celebrando, si fa eco di una fede che sa leggere, nelle spine del tempo, il germe della speranza pasquale.

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