E’ morto il vescovo Mazzola: ha aperto le porte della chiesa al laicato e alle famiglie

Il vescovo Rosario Mazzola ha chiuso gli occhi a questo mondo per aprirli nell’eternità del Paradiso. Aveva compiuto 94 anni lo scorso 19 settembre. E’ stato il vescovo della comunicazione che ha aperto le porte della chiesa al nuovo mondo dei media e alle sfide della società contemporanea. Per questo ha promosso la corresponsabilità dei laici nella pastorale non esitando a dare loro incarichi strategici nella curia diocesana. 

E’ stato ordinato Vescovo dal cardinale Pappalardo il 4 settembre del 1982. Dopo qualche anno, il 23 luglio del 1988, Mazzola è stato scelto da Papa Giovanni Paolo II per guidare la diocesi cefaludese. Inizia il suo Ministero il 17 settembre con una celebrazione in Piazza Duomo, in quanto la Cattedrale era interessata da alcuni lavori di restauro. Per dodici anni ha guidato la Diocesi di Cefalù portando nella comunità diocesana la pastorale del coraggio, il linguaggio della comunicazione e la speranza sociale.

Fin dal suo arrivo a Cefalù ha chiesto alla Diocesi la pastorale del coraggio. Per questo ha trasformato la Curia diocesana affidando a dei laici alcune strategiche responsabilità. Ha pubblicato diversi piani pastorali: per la famiglia, i giovani, la comunicazione e il sociale. Era il 1991 quando ha fatto conoscere le sue prime indicazioni pastorali in un Piano che metteva al centro dell’azione la famiglia quale soggetto pastorale. Per aprire le porte della chiesa ai giovani inaugura in Diocesi la coraggiosa annuale giornata della “Festa giovani”. Anche sul fronte politico si espone con coraggio offrendo alla comunità un documento di riflessione che diventa un vero e proprio esame di coscienza sociale per il territorio madonita. Con la lettera “Oltre la Folla” invita al discernimento politico e chiama con nome le ingiustizie sociali del territorio. Nel corso della sua Visita pastorale incontra tutti gli ambienti diocesani e non esita a far visita anche a quelle realtà da sempre considerate lontane dalla comunità ecclesiale.

E’ il 1993 quando decide di affidare alla Diocesi il Piano sulla comunicazione. Una sfida coraggiosa che porta i cardinali Pappalardo e Martini a indirizzargli delle lettere di sostegno per l’azione intrapresa. Si interessa della comunicazione sociale ed organizza una protesta sociale contro la violenza in televisione invitando i cittadini a spedire delle lettere all’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Lo stesso Presidente scrive a Mazzola che va avanti e istituisce un premio tra gli studenti italiani, sempre sul tema della violenza in televisione, chiedendo la collaborazione dei quotidiani d’Italia. Lo vince una ragazza toscana grazie al quotidiano “Il Tirreno”. Viene premiata a Cefalù alla presenza dell’allora Presidente della commissione Cei per la comunicazione il vescovo Giulio Sanguineti. Tra le sfide lanciate da Mazzola al mondo dei media resta nota quella verso la serie televisiva dedicata alla Bibbia per il Presule troppo intrisa di violenza.  

Sul fronte della speranza sociale combatte la mafia senza esitazione. Chiede ai suoi presbiteri un impegno deciso e li invita a non accettare alcuna lusinga dai politici. “Quando vengono a trovarvi per proporvi qualche regalo – usava dire – non accettatelo perché è sempre l’anticamera del condizionamento”. Più volte nel corso delle sue omelie ha preso posizione contro la mafia finendo sui giornali nazionali e nei tg di prima serata. In diocesi ha promosso diversi sondaggi sul fronte sociale. 

Vi presentiamo l’ultima intervista che abbiamo realizzato con il Vescovo Mazzola quando ha compiuto 92 anni.

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