Crisantemi e ingenue speranze
adornano i sentieri del non ritorno
che ripidi s’inerpicano
tra le foreste intricate
delle moralità e dei sospiri
memorie da appendere
alle pareti del passato
vibrante sorte dell’andare ramingo
in questa vita che più non è
Spossato da un lungo peregrinare
e dalle infamie che mormora
su di sé il mondo
supplico il tepore dell’amore
a colmare di letizia i vuoti dei giorni perduti
trascorsi nel silenzio più crudele
col cuore a cercar alibi
ai fiori senza petali d’ogni vivere
ricordi inutili d’infatilismi
germogli ormai appassiti
dell’odio e del non senso
E cerco ristoro nella fede
e nella famiglia
con la speranza d’incantarmi
in gesti d’amore
che il tempo non sfregi né intacchi
. © ®
Cesare Moceo